Dalla piana di Ninive a Bologna per essere esposta nella basilica di San Petronio. Dopo il restauro che ne ha rimesso insieme i pezzi. Senza cancellare i segni delle ferite che le sono state inferte. A Bologna, in una delle tappe del suo “pellegrinaggio” nelle parrocchie e nei santuari italiani, la statua della Beata Vergine. Proviene da Batnaya, una cittadina della Piana di Ninive, simbolo della Chiesa martire in Iraq. Venne vandalizzata dai terroristi dell’Isis che occuparono la città nell’agosto 2014.
In fuga da Ninive
“Batnaya si trova nel nord dell’Iraq a circa 24 chilometri da Mosul– racconta al Sir Maurizio Giammusso (Acs)– dove, prima dell’arrivo dell’Isis, risiedevano circa 950 famiglie cattoliche. Sono tutte dovute fuggire per scampare a una morte certa. Quella in cui si trova Batnaya è stata una delle aree più pesantemente attaccate. Tanto che due terzi delle abitazioni sono state completamente distrutte o incendiate dai jihadisti. Chiese, monasteri e cimiteri sono stati profanati e semidistrutti. Alcune statue sono state recuperate. Ma in molti casi le comunità cristiane hanno scelto di lasciare evidenti i segni delle profanazioni. Affinché i fedeli possano ricordare la loro resistenza alla persecuzione. E la forza della loro fede”.
Tra memoria e dolore
“Ci sentiamo vicini ai cristiani in Iraq– sottolinea don Oreste Leonardi, primicerio della basilica di San Petronio–. Perciò vogliamo compiere un cammino tra memoria e dolore. Esponendo alla devozione dei fedeli questa statua della Beata Vergine. E’ giunta in Italia per un’iniziativa di Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs). La fondazione pontificia che dal 1947 sostiene i cristiani perseguitati nel mondo”.