In Perù i vescovi hanno esortato le istituzioni “a proteggere e salvaguardare la democrazia. Garantendo, preservando e ristabilendo l’ordine pubblico e costituzionale”. E’ l’appello dell’episcopato del Perù “a mantenere l’unità nazionale, la calma. E a mettere fine a qualsiasi forma di violenza. E di violazione dei diritti fondamentali dei cittadini”.
Appello dei vescovi
“I peruviani vogliono una società caratterizzata dalla speranza, dal dialogo. Dalla pace sociale, dalla giustizia e dallo sviluppo umano”. Allo stesso modo i vescovi del Perù chiedono “alla comunità internazionale di rispettare la nostra sovranità e la transizione democratica che il nostro paese sta vivendo”. Il messaggio che “vogliamo trasmettere è quello di trattare gli altri come vorremmo che noi stessi fossimo trattati. Un principio etico che tutti dobbiamo condividere”. E’ un brano della dichiarazione congiunta firmata dai rappresentanti di 16 religioni e comunità di fede presenti in Perù. Redatta al termine di un incontro tenuto nell’arcivescovado di Lima. In cui sono stati affrontati gli eventi drammatici che il paese sta vivendo.
Dialogo nazionale
Un appello per la pace, la tranquillità, l’unità e la riconciliazione. Basate su un “ampio processo di ascolto e dialogo nazionale“. L’agenzia missionaria vaticana Fides riferisce degli scontri tra sostenitori dell’ex presidente Castillo e le forze di sicurezza peruviane. Dalla destituzione di Castillo e dal suo successivo arresto, il 7 dicembre, sono scoppiate proteste in tutto il paese. Compresa la capitale. Sono state coinvolte migliaia di persone che chiedono le dimissioni della nuova presidente Dina Boluarte. E la convocazione di una assemblea costituente.