Nel giorno in cui la Chiesa fa memoria della Beata Vergine Maria di Lordes, Papa Francesco ha inviato una lettera monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Nella sua lettera il Pontefice, traccia alcune linee guida per il prossimo Anno Santo, auspicando che “si potrĆ dedicare lāanno precedente lāevento giubilare, il 2024, a una grande āsinfoniaā di preghiera”.
Il testo integrale della lettera scritta da Papa Francesco
“Il Giubileo ha sempre rappresentato nella vita della Chiesa un evento di grande rilevanza spirituale, ecclesiale e sociale. Da quando Bonifacio VIII, nel 1300, istituƬ il primo Anno Santo ā con ricorrenza secolare, divenuta poi, sul modello biblico, cinquantennale e quindi fissata ogni venticinque anni ā, il santo popolo fedele di Dio ha vissuto questa celebrazione come uno speciale dono di grazia, caratterizzato dal perdono dei peccati e, in particolare, dallāindulgenza, espressione piena della misericordia di Dio. I fedeli, spesso al termine di un lungo pellegrinaggio, attingono al tesoro spirituale della Chiesa attraversando la Porta Santa e venerando le reliquie degli Apostoli Pietro e Paolo custodite nelle Basiliche romane. Milioni e milioni di pellegrini, nel corso dei secoli, hanno raggiunto questi luoghi santi dando testimonianza viva della fede di sempre.
Il Grande Giubileo dellāanno 2000 ha introdotto la Chiesa nel terzo millennio della sua storia. San Giovanni Paolo II lo aveva tanto atteso e desiderato, nella speranza che tutti i cristiani, superate le storiche divisioni, potessero celebrare insieme i duemila anni della nascita di GesĆ¹ Cristo il Salvatore dellāumanitĆ . Ora ĆØ ormai vicino il traguardo dei primi venticinque anni del secolo XXI, e siamo chiamati a mettere in atto una preparazione che permetta al popolo cristiano di vivere lāAnno Santo in tutta la sua pregnanza pastorale. Una tappa significativa, in tal senso, ĆØ stata quella del Giubileo straordinario della Misericordia, che ci ha permesso di riscoprire tutta la forza e la tenerezza dellāamore misericordioso del Padre, per esserne a nostra volta testimoni.
Negli ultimi due anni, tuttavia, non cāĆØ stato un Paese che non sia stato sconvolto dallāimprovvisa epidemia che, oltre ad aver fatto toccare con mano il dramma della morte in solitudine, lāincertezza e la provvisorietĆ dellāesistenza, ha modificato il nostro modo di vivere. Come cristiani abbiamo patito insieme con tutti i fratelli e le sorelle le stesse sofferenze e limitazioni. Le nostre chiese sono rimaste chiuse, cosƬ come le scuole, le fabbriche, gli uffici, i negozi e i luoghi dedicati al tempo libero. Tutti abbiamo visto limitate alcune libertĆ e la pandemia, oltre al dolore, ha suscitato talvolta nel nostro animo il dubbio, la paura, lo smarrimento. Gli uomini e le donne di scienza, con grande tempestivitĆ , hanno trovato un primo rimedio che progressivamente permette di ritornare alla vita quotidiana. Abbiamo piena fiducia che lāepidemia possa essere superata e il mondo ritrovare i suoi ritmi di relazioni personali e di vita sociale. Questo sarĆ piĆ¹ facilmente raggiungibile nella misura in cui si agirĆ con fattiva solidarietĆ , in modo che non vengano trascurate le popolazioni piĆ¹ indigenti, ma si possa condividere con tutti sia i ritrovati della scienza sia i medicinali necessari. Dobbiamo tenere accesa la fiaccola della speranza che ci ĆØ stata donata, e fare di tutto perchĆ© ognuno riacquisti la forza e la certezza di guardare al futuro con animo aperto, cuore fiducioso e mente lungimirante. Il prossimo Giubileo potrĆ favorire molto la ricomposizione di un clima di speranza e di fiducia, come segno di una rinnovata rinascita di cui tutti sentiamo lāurgenza.
Per questo ho scelto il motto Pellegrini di speranza. Tutto ciĆ² perĆ² sarĆ possibile se saremo capaci di recuperare il senso di fraternitĆ universale, se non chiuderemo gli occhi davanti al dramma della povertĆ dilagante che impedisce a milioni di uomini, donne, giovani e bambini di vivere in maniera degna di esseri umani. Penso specialmente ai tanti profughi costretti ad abbandonare le loro terre. Le voci dei poveri siano ascoltate in questo tempo di preparazione al Giubileo che, secondo il comando biblico, restituisce a ciascuno lāaccesso ai frutti della terra: Ā«CiĆ² che la terra produrrĆ durante il suo riposo servirĆ di nutrimento a te, al tuo schiavo, alla tua schiava, al tuo bracciante e all’ospite che si troverĆ presso di te; anche al tuo bestiame e agli animali che sono nella tua terra servirĆ di nutrimento quanto essa produrrĆ Ā» (Lv 25,6-7). Pertanto, la dimensione spirituale del Giubileo, che invita alla conversione, si coniughi con questi aspetti fondamentali del vivere sociale, per costituire unāunitĆ coerente. Sentendoci tutti pellegrini sulla terra in cui il Signore ci ha posto perchĆ© la coltiviamo e la custodiamo (cfr Gen 2,15), non trascuriamo, lungo il cammino, di contemplare la bellezza del creato e di prenderci cura della nostra casa comune.
Auspico che il prossimo Anno giubilare sia celebrato e vissuto anche con questa intenzione. In effetti, un numero sempre crescente di persone, tra cui molti giovani e giovanissimi, riconosce che la cura per il creato ĆØ espressione essenziale della fede in Dio e dellāobbedienza alla sua volontĆ . Affido a Lei, caro Confratello, la responsabilitĆ di trovare le forme adeguate perchĆ© lāAnno Santo possa essere preparato e celebrato con fede intensa, speranza viva e caritĆ operosa. Il Dicastero che promuove la nuova evangelizzazione saprĆ fare di questo momento di grazia una tappa significativa per la pastorale delle Chiese particolari, latine ed orientali, che in questi anni sono chiamate a intensificare lāimpegno sinodale. In tale prospettiva, il pellegrinaggio verso il Giubileo potrĆ rafforzare ed esprimere il comune cammino che la Chiesa ĆØ chiamata a compiere per essere sempre piĆ¹ e sempre meglio segno e strumento di unitĆ nellāarmonia delle diversitĆ . SarĆ importante aiutare a riscoprire le esigenze della chiamata universale alla partecipazione responsabile, nella valorizzazione dei carismi e dei ministeri che lo Spirito Santo non cessa mai di elargire per la costruzione dellāunica Chiesa.
Le quattro Costituzioni del Concilio Ecumenico Vaticano II, unitamente al magistero di questi decenni, continueranno ad orientare e guidare il popolo santo di Dio, affinchĆ© progredisca nella missione di portare a tutti il gioioso annuncio del Vangelo. Secondo la consuetudine, la Bolla di indizione, che a tempo debito sarĆ emanata, conterrĆ le indicazioni necessarie per celebrare il Giubileo del 2025. In questo tempo di preparazione, fin da ora mi rallegra pensare che si potrĆ dedicare lāanno precedente lāevento giubilare, il 2024, a una grande āsinfoniaā di preghiera.
Anzitutto per recuperare il desiderio di stare alla presenza del Signore, ascoltarlo e adorarlo. Preghiera, inoltre, per ringraziare Dio dei tanti doni del suo amore per noi e lodare la sua opera nella creazione, che impegna tutti al rispetto e allāazione concreta e responsabile per la sua salvaguardia. Preghiera come voce ādel cuore solo e dellāanima solaā (cfr At 4,32), che si traduce nella solidarietĆ e nella condivisione del pane quotidiano. Preghiera che permette ad ogni uomo e donna di questo mondo di rivolgersi allāunico Dio, per esprimergli quanto ĆØ riposto nel segreto del cuore. Preghiera come via maestra verso la santitĆ , che conduce a vivere la contemplazione anche in mezzo allāazione.
Insomma, un intenso anno di preghiera, in cui i cuori si aprano a ricevere lāabbondanza della grazia, facendo del āPadre nostroā, lāorazione che GesĆ¹ ci ha insegnato, il programma di vita di ogni suo discepolo. Chiedo alla Vergine Maria di accompagnare la Chiesa nel cammino di preparazione allāevento di grazia del Giubileo, e con gratitudine invio di cuore a Lei e ai collaboratori la mia Benedizione”.