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“Pellegrini di speranza”, il motto del Giubileo 2025. Francesco scrive a mons. Fisichella

Riportiamo in forma integrale il testo della lettera che il Santo Padre ha inviato a mons. Rino Fisichella indicando alcune linee guida per il prossimo Anno Santo

Nel giorno in cui la Chiesa fa memoria della Beata Vergine Maria di Lordes, Papa Francesco ha inviato una lettera monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Nella sua lettera il Pontefice, traccia alcune linee guida per il prossimo Anno Santo, auspicando che “si potrĆ  dedicare lā€™anno precedente lā€™evento giubilare, il 2024, a una grande ā€œsinfoniaā€ di preghiera”.

Il testo integrale della lettera scritta da Papa Francesco

“Il Giubileo ha sempre rappresentato nella vita della Chiesa un evento di grande rilevanza spirituale, ecclesiale e sociale. Da quando Bonifacio VIII, nel 1300, istituƬ il primo Anno Santo ā€“ con ricorrenza secolare, divenuta poi, sul modello biblico, cinquantennale e quindi fissata ogni venticinque anni ā€“, il santo popolo fedele di Dio ha vissuto questa celebrazione come uno speciale dono di grazia, caratterizzato dal perdono dei peccati e, in particolare, dallā€™indulgenza, espressione piena della misericordia di Dio. I fedeli, spesso al termine di un lungo pellegrinaggio, attingono al tesoro spirituale della Chiesa attraversando la Porta Santa e venerando le reliquie degli Apostoli Pietro e Paolo custodite nelle Basiliche romane. Milioni e milioni di pellegrini, nel corso dei secoli, hanno raggiunto questi luoghi santi dando testimonianza viva della fede di sempre.

Il Grande Giubileo dellā€™anno 2000 ha introdotto la Chiesa nel terzo millennio della sua storia. San Giovanni Paolo II lo aveva tanto atteso e desiderato, nella speranza che tutti i cristiani, superate le storiche divisioni, potessero celebrare insieme i duemila anni della nascita di GesĆ¹ Cristo il Salvatore dellā€™umanitĆ . Ora ĆØ ormai vicino il traguardo dei primi venticinque anni del secolo XXI, e siamo chiamati a mettere in atto una preparazione che permetta al popolo cristiano di vivere lā€™Anno Santo in tutta la sua pregnanza pastorale. Una tappa significativa, in tal senso, ĆØ stata quella del Giubileo straordinario della Misericordia, che ci ha permesso di riscoprire tutta la forza e la tenerezza dellā€™amore misericordioso del Padre, per esserne a nostra volta testimoni.

Negli ultimi due anni, tuttavia, non cā€™ĆØ stato un Paese che non sia stato sconvolto dallā€™improvvisa epidemia che, oltre ad aver fatto toccare con mano il dramma della morte in solitudine, lā€™incertezza e la provvisorietĆ  dellā€™esistenza, ha modificato il nostro modo di vivere. Come cristiani abbiamo patito insieme con tutti i fratelli e le sorelle le stesse sofferenze e limitazioni. Le nostre chiese sono rimaste chiuse, cosƬ come le scuole, le fabbriche, gli uffici, i negozi e i luoghi dedicati al tempo libero. Tutti abbiamo visto limitate alcune libertĆ  e la pandemia, oltre al dolore, ha suscitato talvolta nel nostro animo il dubbio, la paura, lo smarrimento. Gli uomini e le donne di scienza, con grande tempestivitĆ , hanno trovato un primo rimedio che progressivamente permette di ritornare alla vita quotidiana. Abbiamo piena fiducia che lā€™epidemia possa essere superata e il mondo ritrovare i suoi ritmi di relazioni personali e di vita sociale. Questo sarĆ  piĆ¹ facilmente raggiungibile nella misura in cui si agirĆ  con fattiva solidarietĆ , in modo che non vengano trascurate le popolazioni piĆ¹ indigenti, ma si possa condividere con tutti sia i ritrovati della scienza sia i medicinali necessari. Dobbiamo tenere accesa la fiaccola della speranza che ci ĆØ stata donata, e fare di tutto perchĆ© ognuno riacquisti la forza e la certezza di guardare al futuro con animo aperto, cuore fiducioso e mente lungimirante. Il prossimo Giubileo potrĆ  favorire molto la ricomposizione di un clima di speranza e di fiducia, come segno di una rinnovata rinascita di cui tutti sentiamo lā€™urgenza.

Per questo ho scelto il motto Pellegrini di speranza. Tutto ciĆ² perĆ² sarĆ  possibile se saremo capaci di recuperare il senso di fraternitĆ  universale, se non chiuderemo gli occhi davanti al dramma della povertĆ  dilagante che impedisce a milioni di uomini, donne, giovani e bambini di vivere in maniera degna di esseri umani. Penso specialmente ai tanti profughi costretti ad abbandonare le loro terre. Le voci dei poveri siano ascoltate in questo tempo di preparazione al Giubileo che, secondo il comando biblico, restituisce a ciascuno lā€™accesso ai frutti della terra: Ā«CiĆ² che la terra produrrĆ  durante il suo riposo servirĆ  di nutrimento a te, al tuo schiavo, alla tua schiava, al tuo bracciante e all’ospite che si troverĆ  presso di te; anche al tuo bestiame e agli animali che sono nella tua terra servirĆ  di nutrimento quanto essa produrrĆ Ā» (Lv 25,6-7). Pertanto, la dimensione spirituale del Giubileo, che invita alla conversione, si coniughi con questi aspetti fondamentali del vivere sociale, per costituire unā€™unitĆ  coerente. Sentendoci tutti pellegrini sulla terra in cui il Signore ci ha posto perchĆ© la coltiviamo e la custodiamo (cfr Gen 2,15), non trascuriamo, lungo il cammino, di contemplare la bellezza del creato e di prenderci cura della nostra casa comune.

Auspico che il prossimo Anno giubilare sia celebrato e vissuto anche con questa intenzione. In effetti, un numero sempre crescente di persone, tra cui molti giovani e giovanissimi, riconosce che la cura per il creato ĆØ espressione essenziale della fede in Dio e dellā€™obbedienza alla sua volontĆ . Affido a Lei, caro Confratello, la responsabilitĆ  di trovare le forme adeguate perchĆ© lā€™Anno Santo possa essere preparato e celebrato con fede intensa, speranza viva e caritĆ  operosa. Il Dicastero che promuove la nuova evangelizzazione saprĆ  fare di questo momento di grazia una tappa significativa per la pastorale delle Chiese particolari, latine ed orientali, che in questi anni sono chiamate a intensificare lā€™impegno sinodale. In tale prospettiva, il pellegrinaggio verso il Giubileo potrĆ  rafforzare ed esprimere il comune cammino che la Chiesa ĆØ chiamata a compiere per essere sempre piĆ¹ e sempre meglio segno e strumento di unitĆ  nellā€™armonia delle diversitĆ . SarĆ  importante aiutare a riscoprire le esigenze della chiamata universale alla partecipazione responsabile, nella valorizzazione dei carismi e dei ministeri che lo Spirito Santo non cessa mai di elargire per la costruzione dellā€™unica Chiesa.

Le quattro Costituzioni del Concilio Ecumenico Vaticano II, unitamente al magistero di questi decenni, continueranno ad orientare e guidare il popolo santo di Dio, affinchĆ© progredisca nella missione di portare a tutti il gioioso annuncio del Vangelo. Secondo la consuetudine, la Bolla di indizione, che a tempo debito sarĆ  emanata, conterrĆ  le indicazioni necessarie per celebrare il Giubileo del 2025. In questo tempo di preparazione, fin da ora mi rallegra pensare che si potrĆ  dedicare lā€™anno precedente lā€™evento giubilare, il 2024, a una grande ā€œsinfoniaā€ di preghiera.

Anzitutto per recuperare il desiderio di stare alla presenza del Signore, ascoltarlo e adorarlo. Preghiera, inoltre, per ringraziare Dio dei tanti doni del suo amore per noi e lodare la sua opera nella creazione, che impegna tutti al rispetto e allā€™azione concreta e responsabile per la sua salvaguardia. Preghiera come voce ā€œdel cuore solo e dellā€™anima solaā€ (cfr At 4,32), che si traduce nella solidarietĆ  e nella condivisione del pane quotidiano. Preghiera che permette ad ogni uomo e donna di questo mondo di rivolgersi allā€™unico Dio, per esprimergli quanto ĆØ riposto nel segreto del cuore. Preghiera come via maestra verso la santitĆ , che conduce a vivere la contemplazione anche in mezzo allā€™azione.

Insomma, un intenso anno di preghiera, in cui i cuori si aprano a ricevere lā€™abbondanza della grazia, facendo del ā€œPadre nostroā€, lā€™orazione che GesĆ¹ ci ha insegnato, il programma di vita di ogni suo discepolo. Chiedo alla Vergine Maria di accompagnare la Chiesa nel cammino di preparazione allā€™evento di grazia del Giubileo, e con gratitudine invio di cuore a Lei e ai collaboratori la mia Benedizione”.

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