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Patriarchi cattolici: appello contro l'emigrazione

ā€œRipetiamo a tutti, soprattutto ai politici, che il miglior aiuto da dare ai nostri fedeli ĆØ quello di permettere loro di restare a casa loro, nei loro Paesi, di non suscitare disordini politici e le varie forme di violenza che li costringono a emigrareā€. ƈ lā€™appello contenuto nellā€™undicesima lettera pastorale del Consiglio dei patriarchi cattolici dā€™Oriente (Cpco), pubblicata il 20 maggio 2018, elaborata durante la riunione tenutasi dal 9 allā€™11 agosto 2017 nei pressi di Beirut, in Libano, e rilanciata oggi dal Patriarcato latino di Gerusalemme, come riporta l'AgenSir. Nella letteraĀ i patriarchi cattolici dā€™Oriente lanciano tre messaggi: ā€œil primo ai nostri fedeli; il secondo ai nostri concittadini e ai governanti dei nostri Paesi; il terzo a coloro che in Occidente decidono della politica del Medio Oriente e a Israeleā€.

“Restare lĆ  dove Dio vi ha chiamati”

Ai loro fedeli i patriarchi ricordano ā€œlā€™importanza della presenza cristiana in Oriente e della presenza di ognuno e ognuna di voi nei vostri Paesi dove Dio vi ha chiamati e vi ha inviati. In tempi difficili, i vostri Paesi e le vostre Chiese hanno bisogno di voi. Vi diciamo di resistere per quanto potete alla tentazione dellā€™emigrazione e di continuare a vivere la vostra missione nei vostri Paesi e nelle vostre Chiese. Lā€™avvenire delle nostre Chiese e della presenza cristiana in generale nella regione dipende anche dalla vostra decisione di partire o di accettare la volontĆ  di Dio restando lĆ  dove vi ha chiamatiā€. Ai fedeli i patriarchi ricordano lā€™esempio dei martiri dai quali ā€œimpariamo a essere dei messaggeri portatori di vita nei nostri paesi e nelle nostre societĆ ā€ e a ā€œnon fuggire lontano da un mondo nel quale regna la morte. Anche coloro che uccidono hanno bisogno di sale e di luce. Il sangue dei nostri martiri ĆØ un seme per un rinnovamento delle nostre Chiese, dei nostri fedeli, dei nostri sacerdoti, vescovi e patriarchi. Anche se la strada aperta dal sangue dei nostri martiri ĆØ lunga e difficile, noi la percorriamoā€.

Isis creato dall'Occidente

Parole durissime da parte dei patriarchi nei confronti di alcuni governi occidentali, accusati di sostenere il terrorismo, di aver creato l'Isis e di preparare una guerra contro l'Iran.Ā ā€œLā€™umanitĆ  e i popoli della regione sono stati sacrificati, e lo sono tuttora, a favore degli interessi stranieriĀ – l'accusa -. Quasi tutti i nostri Paesi sono passati per una fase di distruzione dovuta a forze interne, ma sostenute o pianificate anche da forze esterneā€.Ā I patriarchi ritengono che il progetto “ĆØ cominciato con la distruzione dellā€™Iraq e poi della Siria, e con lā€™indebolimento dellā€™Egitto. La Giordania e il Libano vivono sotto una minaccia permanente. Si sono creati dei conflitti o delle alleanze nello Yemen, nel Bahrein, in Arabia Saudita e nei paesi del Golfo. E si sta preparando una guerra contro lā€™Iran. Ecco la realtĆ  nella quale viviamo attualmenteā€. Questa ā€œpolitica di distruzione in Medio Oriente, guidata dallā€™Occidenteā€, ĆØ anche la causa ā€œdella morte e dellā€™emigrazione forzata di milioni di persone dai nostri Paesi, compresi i cristianiā€. Secondo i patriarchi,Ā “il terrorismo ĆØ nato perchĆ© coloro che fanno la politica in Occidente sono ricorsi a esso come strumento efficace per cambiare il volto dellā€™Oriente. Con i loro alleati, nella regione, hanno creato lo Stato islamico, lā€™Isis, con materiale umano locale, sfruttando lā€™estremismo religioso esistente e una comprensione deformata della religione. In altri termini hanno colpito le persone attraverso la loro propria religione. Con lā€™Isis il terrorismo religioso ha raggiunto i limiti estremi della crudeltĆ  e della disumanitĆ ā€.

“Israele riconosca lo Stato di Palestina”

Nella lettera si parla anche delloĀ Stato di Israele:Ā “se vuole sopravvivere e se lā€™Occidente vuole che sopravviva in mezzo a noi – scrivono i patriarchi –Ā deve soddisfare una sola semplice condizione: non volerlo fare a spese del popolo palestinese. Lā€™amicizia del popolo palestinese con Israele ĆØ la porta della salvezza e della sopravvivenza dello Stato di Israele, e una condizione necessaria per una vera pace nella regioneā€. E per i presuli ā€œlā€™amicizia del popolo palestinese non ĆØ una cosa difficile. Essa chiede di trattare con lui sulla base della giustizia, dellā€™uguaglianza, delle risoluzioni internazionali e delle ā€˜esigenzeā€™ palestinesi, che sono il minimo che un popolo possa chiedere per esistere sulla sua terra. I palestinesi hanno riconosciuto lo Stato di Israele; ora questā€™ultimo riconosca lo Stato palestinese sul restante 22% della sua terra, compresa Gerusalemme Estā€.Ā Lā€™invito dei patriarchi ĆØ quello di considerare Gerusalemme cittĆ  santa, di “non trasformarla in una cittĆ  di guerra”. Essi ricordano cheĀ “ĆØ cittĆ  santa per tre religioni e capitale per due popoli. Coloro che amano Gerusalemme ne fanno una cittĆ  di pace. Ridate la pace a Gerusalemme, alla Palestina, a Israele e a tutta la regione”.

I firmatari

La lettera ĆØ firmata da Ibrahim Isaac Sidrak, patriarca di Alessandria dei copti, dal card. BĆ©chara Boutros Rai, patriarca di Antiochia dei maroniti, da Ignace Youssif III Younan, patriarca di Antiochia dei siri, da Joseph Absi, patriarca di Antiochia dei greco-melkiti, dal card. Louis RaphaĆ«l Sako, patriarca di Baghdad (Babilonia) dei caldei, da GrĆ©goire Pierre XX Ghabroyan, patriarca di Cilicia degli armeni, da William Shomali, rappresentante di mons. Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme. Consiglio dei patriarchi cattolici dā€™Oriente nasce nel 1991 allā€™indomani della guerra del Golfo, e riunisce sette Chiese di rito orientale: i patriarchi di Alessandria per i copti cattolici; di Antiochia per i greco-cattolici melkiti; di Antiochia per i siriaci cattolici; di Antiochia per i maroniti; di Babilonia (Baghdad) per i caldei; di Cilicia per gli armeni cattolici; di Gerusalemme per i latini.

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