“Il Sinodo ĆØ una pausa di tutta la Chiesa in ascolto dello Spirito, che ĆØ il protagonista della vita ecclesiale”. CosƬ Papa Francesco nel discorso di apertura della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi. I partecipanti sono 464, di cui 365 membri con diritto di voto, tra cui 54 donne.
Pubblichiamo di seguito il testo del saluto pronunciato allāinizio dei lavori dal presidente delegato di turno, Sua Beatitudine Ibrahim Isaac Sedrak, patriarca di Alessandria dei Copti e capo del Sinodo della Chiesa Copta Cattolica (Egitto), riportato da L’Osservatore Romano.
“Il mondo attende da noi la testimonianza di Cristo risorto, della vita e della speranza. Sia dunque la centralitĆ di Cristo il filo conduttrice di questo Sinodo”, ha detto Sedrak al Papa e ai vescovi del sinodo.
L’intervento di Ibrahim Isaac Sedrak capo del Sinodo della Chiesa Copta Cattolica
“Santo Padre, Cari Beatitudini, Eminenze, Eccellenze, Cari sorelle e fratelli. Il Signore GesĆ¹ Cristo continua a mostrare il suo amore per la Chiesa, ispirandole in questo tempo storico un Sinodo per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione. A nome di tutto il popolo di Dio e di noi, qui riuniti oggi in questa assemblea sinodale, le porgo i miei piĆ¹ vivi saluti fraterni. La ringraziamo perchĆ© con la celebrazione di questo Sinodo ci regala la gioia dāincontrarci e di camminare insieme.
Siamo giunti dopo un cammino lungo, di due anni a questa 16ĀŖ Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi. Dobbiamo confessarle SantitĆ , che allāinizio non ĆØ stato facile. Molti fra noi si sono sentiti un poā disorientati, non solo per la nuova modalitĆ con cui abbiamo vissuto lāesperienza del Sinodo ma anche perchĆ© la sinodalitĆ tocca la vita della Chiesa, e parlare della vita non ĆØ facile.
Nei Sinodi precedenti percorrevamo strade giĆ conosciute, avevamo delle linee guida generali giĆ pronte. Ma questa volta, lāassemblea sinodale ĆØ stata preparata da una consultazione del popolo di Dio, di ogni singolo battezzato, ognuno secondo il proprio carisma, in modo ancora piĆ¹ vivo, reale e concreto.
Inoltre il nucleo centrale ĆØ stato: camminare insieme, ascoltare e discernere cosa ci dice lo Spirito Santo, senza nessun itinerario, o percorso prestabilito. Scoprendo insieme, giorno per giorno la via da percorrere.
Per questo, se da un lato non ĆØ stato facile, dallāaltro la preparazione del Sinodo ĆØ stata una esperienza fantastica grazie allo Spirito Santo, che ci ha fatto giĆ sperimentare e vivere la sinodalitĆ ancor prima di discuterne.
Abbiamo ricominciato a scoprire lāimportanza del camminare insieme, dellāascolto reciproco, della preghiera comune per discernere lāazione dello Spirito Santo nella Chiesa e nel mondo.
Dallāascolto ĆØ poi scaturita in noi la grazia di un sincero riconoscimento del bisogno di una conversione permanente, che ci ricorda che non sono le nostre strutture o noi stessi il punto di riferimento, dellāazione e dellāopera salvifica di Dio, ma ĆØ Cristo, che per mezzo del suo Spirito Santo, ci libera dalle nostre schiavitĆ¹, paure, isolamenti e ci dona la grazia di sperimentare la pienezza della vita e dellāamore.
Il mondo attende da noi la testimonianza di Cristo risorto, della vita e della speranza. Sia dunque la centralitĆ di Cristo il filo conduttrice di questo Sinodo. Sia Lui lāAlfa e lāOmega delle nostre discussioni, sia Lui la luce che illumini i nostri dibattiti, sia Lui la meta finale di ogni nostro sforzo. Solo cosƬ il Sinodo riuscirĆ a raggiungere i suoi stessi obbiettivi. Chiediamo dunque al Signore, che conosce i nostri cuori ed i bisogni della Sua Chiesa, di manifestarci la Sua santa volontĆ , di concederci il coraggio di camminare insieme ed essere disponibile a lasciare che lo Spirito purifichi le nostre idee ed ambizioni.
Impariamo da Maria āMadre di Dio e della Chiesaā che lāunica via per raggiungere i nostri obbiettivi ĆØ quella indicata da Lei stessa, ossia metterci in ascolto di Cristo e āfare tutto quel che Egli ci dirĆ ā (cfr. Gv 2, 5). Maria, guidi i nostri passi e sia in mezzo a noi come lo ĆØ stata con i primi discepoli. Grazie”.
Fonte: Osservatore Romano