PATRIARCA DI BAGHDAD: “E’ INDISPENSABILE UN MANUALE DI EDUCAZIONE RELIGIOSA”

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Il patriarca caldeo Mar Louis Raphael I Sako è intervenuto nel corso della Conferenza internazionale sulle minoranze perseguitate in Medio Oriente che si è svolta l’8 settembre scorso a Parigi, in Francia sotto l’egida delle Nazioni Unite. La conferenza, dedicata al tema della violenza etnica e religiosa, ha visto la presenza del presidente francese Francois Hollande, del ministro degli Esteri Laurent Viabios e di rappresentati del mondo della religione e della società civile di 57 Paesi. Per l’Iraq erano presenti il ministro degli Esteri Ibrahim al-Jaafari e un rappresentante della regione autonoma del Kurdistan, Fouad Hussein. Il tema portante dell’incontro era come porre fine al finanziamento delle milizie terroristiche.

Durante il suo intervento, Mar Sako ha sostenuto che “la pace è possibile”, anche se le violenze che hanno insanguinato l’Iraq e il Medio oriente hanno creato un “trauma nel nostro Paese e in tutto il mondo”. “Senza i muri visibili e invisibili – avverte il religioso iracheno – che dividono i nostri Paesi in funzione della religione, lingua o etnia, per non parlare di corruzione, ingiustizia, disoccupazione e povertà, l’ideologia jihadista non avrebbe mai fatto presa”. Per questo, avverte, serve un “manuale di educazione religiosa” oggi “indispensabile”. Esso deve favorire “l’apertura, essere accettato da tutti ed essere applicabile a tutti”. In particolare il “manuale di educazione religiosa musulmano deve trattare in modo positivo e rispettoso le altre religioni”.

Fra gli altri passi da compiere, afferma il patriarca caldeo, vi è “la riforma della Costituzione, in modo da includere tutte le componenti della società civile” respingendo ogni logica tribale e garantendo che “tutti i cittadini siano eguali” davanti alla legge. Questo concetto di cittadinanza, aggiunge, implica “la separazione della religione dallo Stato”; va inoltre stilata una lista “di quanti hanno commesso crimini contro l’umanità” e i colpevoli “devono essere giudicati”. A tutto questo va unita una “iniziativa internazionale in favore della stabilità dei nostri Paesi” e per “cacciare gli jihadisti, non è da escludere un intervento militare di terra”.

Mar Sako ha anche ricordato all’uditorio che “milioni di persone vivono in condizioni indegne, altri non riescono nemmeno a pagare l’affitto per sé e le proprie famiglie… Sono turbati per il loro avvenire e per quello dei loro bambini”. “Queste famiglie devono poter lavorare per mantenere la fiducia in loro stesse: anche questo permetterà loro di rientrare nelle loro case, una volta che queste regioni saranno liberate”. Infine, ha voluto ringraziare “i cittadini irakeni che hanno mostrato come sia possibile dar vita a questa cittadinanza comune”. “Penso – spiega – a questi musulmani che sono venuti in aiuto dei cristiani rifugiati, ai sunniti che hanno salvato gli sciiti e viceversa. Sono loro l’avvenire dell’Iraq, sono loro la speranza del Medio oriente” ha concluso.

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