La Santa Pasqua in pandemia come momento di rinascita per l’umanità duramente provata da un anno di emergenza. “La Pasqua di quest’anno è segnata dal drammatico impatto dell’epidemia. E della variante del virus. Appare, quindi, con tutte le sue luci e le sue ombre”, afferma monsignor Angelo Spina.
Pasqua di generosità
Prosegue il messaggio pasquale dell’arcivescovo della diocesi di Ancona-Osimo:“Da un lato abbiamo angoscia, paura, smarrimento. Dall’altro generosità, speranza, fiducia. La nostra attenzione e preoccupazione si è concentrata sempre più su un colpo di tosse. Su una linea di termometro che supera i 37 gradi. Sul sospetto di aver incontrato una persona positiva. E di dover fare la quarantena. Tanti i brividi di paura e di smarrimento“.
Soglia tragica
Sottolinea il presule marchigiano: “Un anno fa non pensavamo minimamente che la soglia dei morti, in Italia, sarebbe arrivata a superare i centomila. Si avverte un malessere diffuso che avvolge tutto il pianeta. Dove nessuno si sente immune. Oltre a cimentarci nella risposta a questo virus, siamo alle prese con interrogativi grandi. Che covano sotto la cenere. Molte vecchie domande abbandonate nei ripostigli delle inutili cianfrusaglie sono riemerse. In questi ultimi mesi come non mai. Mi riferisco alle domande sul senso della vita e della morte. Del dolore. Dell’amore. Della fede. La Pasqua porta un profumo nuovo. Non tanto quello di primavera. Ma di una umanità nuova. Risorta in Cristo”.