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Pasqua trilingue in Alto Adige. La tradizione della “Eierpecken”

La battaglia pasquale delle uova: un gioco nel quale ognuno ha in mano un uovo sodo (solitamente dipinto e fatto benedire nei giorni precedenti) con quale bisogna rompere quello dell'avversario

Il giorno di Pasqua in Alto Adige è il giorno della “Eierpecken“, la battaglia delle uova. Un gioco nel quale ognuno ha in mano un uovo sodo (solitamente dipinto e fatto benedire nei giorni precedenti) con quale bisogna rompere quello dell’avversario. La tradizione vuole che il vincitore sia colui o colei che sarà più in salute fino alla Pasqua seguente. Mentre il primo uovo dipinto viene tenuto fino all’anno successivo come portafortuna. Per quanto riguarda le celebrazioni della Settimana Santa, il vescovo della diocesi di Bolzano-Bressanone, monsignor Ivo Muser, ha presieduto la messa del crisma giovedì 28 marzo nel duomo di Bressanone. Durante la messa sono stati benedetti gli olii santi che a partire dal giorno di Pasqua sono usati per amministrare i sacramenti (battesimo, cresima, ordinazione sacerdotale). Nonché per la consacrazione di chiese, altari e campane. Sempre nel duomo di Bressanone, oggi, a partire dalle 20,30 è in programma la veglia pasquale. Mentre domani, la domenica di Pasqua, alle 10 nel duomo di Bolzano sarà celebrata la risurrezione con una messa trilingue.

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Papa Francesco e il vescovo Ivo Muser. fonte: diocesi di di Bolzano-Bressanone

Pasqua in Alto Adige

La Settimana Santa in Alto Adige si è aperta con la Domenica delle Palme e la tradizione, soprattutto nella popolazione di madrelingua tedesca, dei “Palmbuschen”. Si tratta di un lungo bastone che viene decorato con mazzetti di palme, poi intrecciati con ramoscelli d’ulivo e salice. Ornati con fiori e altre piante come bosso, erica, edera, ginepro, e infine con nastri e uova di Pasqua colorate. La consuetudine vuole che per comporre i mazzetti ci vogliano sette materiali naturali che servono a chiedere la protezione e la benedizione di Dio. I bouquet vengono poi portati in chiesa per essere benedetti, in ricordo delle persone che a Gerusalemme hanno reso omaggio a Gesù. Dopo la consacrazione, vengono riportati nelle case e appesi sotto i crocifissi, nei recinti dei giardini o nelle stalle, dove rimangono fino al Giovedì Santo o fino all’Ascensione per proteggere le case, raccolto e gli animali. All’avvicinarsi di un temporale, i ramoscelli d’ulivo vengono bruciati per proteggere la casa dai danni e dalle disgrazie. Si tratta di un’usanza diffusa in molte diocesi tedesche, così come nelle parrocchie altoatesine a maggioranza germanofona

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