Il Papa affronta con serenità anche le decisioni difficili e ciò mi aiuta molto nel mio lavoro accanto a lui”. Lo ha detto, nel corso di un'intervista La Repubblica, il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin.
Pace
“La Santa Sede – ha ricordato – è sempre desiderosa di appoggiare chi intende dialogare” ma “la pace non si ottiene solo con la firma di un documento, la si edifica giorno dopo giorno“. La fine dell'embargo Usa su Cuba, la conclusione della lotta tra governo e Farc in Colombia, la crisi in Siria (Papa Francesco la segue “da vicino, vive il dramma del popolo siriano quotidianamente con molto dolore”) e, da ultimo, la crisi coreana: “la complessa situazione nella penisola coreana e la questione nucleare sono motivo di preoccupazione per il Papa. In questo momento la Santa Sede non sta compiendo alcuna mediazione diretta tra le parti in causa, ma incoraggia e sostiene ogni iniziativa che possa favorire la pace“.
Nomina
Il porporato è tornato anche ai giorni della sua nomina: “non me la aspettavo assolutamente“, ha ammesso, “anche se sapevo che Bergoglio – che avevo incontrato una sola volta – manifestava stima nei miei confronti. Si trattò di una grande sorpresa, la seconda di quel 2013. Fu, da parte del Papa, un gesto di fiducia, di cui gli sono vivamente grato. Soprattutto perché, come seppi successivamente, molti lo sconsigliarono per la mia 'giovane' (relativamente si intende) età”.