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Il Papa: “La vera gloria non è quella mondana: è dono e perdono”

Il Santo Padre ricorda che sulla Croce Gesù "ha dispiegato al massimo l’amore di Dio, rivelandone pienamente il volto di misericordia"

“Com’è possibile che la gloria di Dio si manifesti proprio sulla Croce?”. È l’interrogativo che anima la riflessione di Papa Francesco nell’Angelus domenicale e, al contempo, la vita di ogni cristiano. Gesù stesso, nel Vangelo, dice che “sulla Croce vedremo la gloria sua e del Padre”. Il pensiero, come spiegato dal Santo Padre, tenderebbe a pensare che “ciò avvenga nella Risurrezione, non sulla Croce, che è una sconfitta, un fallimento! Invece oggi Gesù, parlando della sua Passione, dice: ‘È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato’. Cosa vuole dirci?”. Il senso delle sue parole è che “la gloria, per Dio, non corrisponde al successo umano, alla fama o alla popolarità; la gloria, per Dio, non ha nulla di autoreferenziale, non è una manifestazione grandiosa di potenza cui seguono gli applausi del pubblico”.

La gloria della Croce

Per Dio, ha spiegato il Papa, “la gloria è amare fino a dare la vita”. E glorificarsi, per Lui, “vuol dire donarsi, rendersi accessibile, offrire il suo amore”. Una manifestazione avuta proprio con la Croce, dove “Gesù ha dispiegato al massimo l’amore di Dio, rivelandone pienamente il volto di misericordia, donandoci la vita e perdonando i suoi crocifissori”. La Croce, come “cattedra di Dio”, mostra il Signore insegnarci la gloria autentica, quella che “non tramonta mai e rende felici” e che “è fatta di dono e perdono”. Aspetti che si pongono come l’essenza stessa della gloria di Dio e, al contempo, “via della vita” per noi.

La gloria autentica

Dono e perdono, appaiono “criteri molto diversi da ciò che vediamo attorno a noi, e anche in noi, quando pensiamo alla gloria come a qualcosa da ricevere più che da dare; come qualcosa da possedere anziché da offrire”. La gloria mondana, infatti, è fuggevole e non lascia nel cuore quella autentica. Inoltre, anziché offrire del bene, porta “alla divisione, alla discordia, all’invidia“. Per questo, il vero interrogativo sta nel chiederci se la gloria di cui siamo alla ricerca sia “quella di impressionare gli altri per la mia bravura” oppure “la via del dono e del perdono, quella di Gesù Crocifisso, la via di chi non si stanca di amare, fiducioso che ciò testimonia Dio nel mondo”.

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