Papa: “Singapore mosaico di etnie, culture e religioni che vivono in armonia”

Papa Francesco si è recato al Parliament House dove, alle ore 9.00 (3.00 ora di Roma) ha avuto luogo la cerimonia di benvenuto a Singapore, quarta e ultima tappa del viaggio apostolico in Asia e Oceania

Singapore. Foto di Eugenia Clara su Unsplash

Nel primo giorno a Singapore, Papa Francesco si è recato al Parliament House dove, alle ore 9.00 (3.00 ora di Roma) ha avuto luogo la cerimonia di benvenuto a Singapore. Al Suo arrivo il Papa è stato accolto dal Presidente della Repubblica di Singapore, S.E. il Sig. Tharman Shanmugaratnam. Il Pontefice ha rivolto un messaggio di saluto ai presenti elogiando Singapore per il suo sviluppo economico e sociale, sottolineando come la crescita del Paese sia stata frutto di decisioni razionali e ponderate. Ha riconosciuto l’importanza della giustizia sociale e del bene comune nella società, lodando le politiche in favore dei poveri, degli anziani e dei lavoratori migranti. Ha esortato a non dimenticare l’importanza delle relazioni umane in un’epoca dominata dalla tecnologia e dall’intelligenza artificiale. Ha apprezzato il dialogo interreligioso, la convivenza armoniosa tra le diverse etnie e la libertà di professare la propria fede. Ha sottolineato inoltre l’importanza della famiglia come fondamento della società e l’impegno di Singapore per la sostenibilità ambientale, incoraggiando a continuare su questa strada. Infine, ha incoraggiato il Paese a proseguire nel suo impegno per l’unità e la fraternità nel contesto internazionale e ha concluso invocando la benedizione di Dio su Singapore e il suo popolo.

Il discorso del Papa a Singapore

Signor Presidente, distinte Autorità, illustri rappresentanti della società civile, Membri del Corpo Diplomatico! Ringrazio il Signor Presidente per le cortesi parole di benvenuto che mi ha gentilmente rivolto e che rinnovano in me la riconoscenza per la sua recente visita in Vaticano. A tutte le Autorità sono grato per la cordiale accoglienza in questa vostra città-Stato, crocevia commerciale di primaria importanza e luogo di incontro tra diversi popoli.
Chi arriva qui per la prima volta non può non essere impressionato dalla selva di modernissimi grattacieli che sembrano sorgere dal mare. Essi sono una chiara testimonianza dell’ingegno umano, della dinamicità della società di Singapore e dell’acume dello spirito imprenditoriale, che qui hanno trovato un terreno fertile per esprimersi.
Quella di Singapore è una storia di crescita e resilienza. Da umili origini, questa Nazione ha raggiunto un alto livello di sviluppo, dimostrando che esso è frutto di decisioni razionali e non del caso: è il risultato di un costante impegno nel portare a termine progetti e iniziative ben ponderate e in sintonia con le caratteristiche specifiche del luogo. Proprio in questi giorni ricorre il centounesimo anniversario della nascita di Lee Kuan Yew, primo Primo Ministro della Repubblica di Singapore, che dal 1959 al 1990 mantenne tale incarico e diede un forte impulso alla rapida crescita e trasformazione del Paese.

È importante inoltre che Singapore non solo abbia prosperato economicamente, ma che si sia sforzata di costruire una società nella quale la giustizia sociale e il bene comune sono tenuti in grande considerazione. Penso in particolare alla vostra dedizione nel migliorare le condizioni di vita dei cittadini attraverso politiche abitative pubbliche, un’istruzione di alta qualità e un sistema sanitario efficiente. Auspico che questi sforzi continuino fino a coinvolgere pienamente tutti gli abitanti di Singapore. A questo proposito, vorrei segnalare il rischio che un certo pragmatismo e una certa esaltazione del merito comportano, vale a dire la conseguenza non intenzionale di legittimare l’esclusione di coloro che si trovano ai margini dei benefici del progresso.

Su questo fronte, riconosco e lodo le varie politiche e iniziative messe in atto per sostenere i più deboli, e auspico che venga prestata particolare attenzione ai poveri, agli anziani – le cui fatiche hanno gettato le fondamenta per la Singapore che conosciamo oggi – e per tutelare la dignità dei lavoratori migranti, che molto contribuiscono alla costruzione della società, e ai quali occorre garantire un salario equo. Le sofisticate tecnologie dell’era digitale e i rapidi sviluppi nell’uso dell’intelligenza artificiale non possono farci dimenticare che è essenziale coltivare relazioni umane reali e concrete; e che queste tecnologie si possono valorizzare proprio per avvicinarsi gli uni agli altri, promuovendo comprensione e solidarietà, e non per isolarsi pericolosamente in una realtà fittizia e impalpabile.

Singapore è un mosaico di etnie, culture e religioni che convivono in armonia. Il raggiungimento e la conservazione di questa positiva inclusività sono favoriti dall’imparzialità dei poteri pubblici, impegnati in un dialogo costruttivo con tutti, rendendo possibile che ognuno apporti il suo peculiare contributo al bene comune e non consentendo all’estremismo e all’intolleranza di acquisire forza e di mettere in pericolo la pace sociale. Il rispetto reciproco, la collaborazione, il dialogo e la libertà di professare il proprio credo nella lealtà alla legge comune sono condizioni determinanti del successo e della stabilità ottenuti da Singapore, requisiti per uno sviluppo non conflittuale e caotico, ma equilibrato e sostenibile.

La Chiesa Cattolica a Singapore, fin dall’inizio della sua presenza, ha offerto il proprio apporto peculiare al cammino di questa Nazione, soprattutto nei settori dell’istruzione e della sanità, avvalendosi dello spirito di sacrificio e di dedizione dei missionari e dei fedeli cattolici. Sempre animata dal Vangelo di Gesù Cristo, la comunità cattolica è anche in prima linea nelle opere di carità, contribuendo in modo significativo agli sforzi umanitari e gestendo a questo fine diverse istituzioni sanitarie e molte organizzazioni umanitarie, tra cui la Caritas. La Chiesa inoltre – secondo le indicazioni della Dichiarazione Nostra aetate del Concilio Vaticano II sulle relazioni con le religioni non cristiane – ha costantemente promosso il dialogo interreligioso e la collaborazione tra diverse comunità di fede, con spirito di apertura e rispetto reciproco, fondamentali per la costruzione di una società giusta e pacifica.

Questa mia visita, quale Successore dell’Apostolo Pietro, giunge a quarantatre anni da quando furono stabilite le relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e Singapore. Essa si propone di confermare nella fede i cattolici ed esortarli a proseguire con gioia e dedizione la collaborazione con tutti gli uomini e le donne di buona volontà, per la costruzione di una società civile sana e coesa, per il bene comune e per una testimonianza cristallina della loro stessa fede. Singapore ha anche un ruolo specifico da giocare nell’ordine internazionale, minacciato da conflitti e guerre sanguinose, e mi rallegro che abbia meritoriamente promosso il multilateralismo e un ordine basato su regole da tutti condivise. Vi incoraggio a continuare a lavorare per l’unità e la fraternità del genere umano, a beneficio del bene comune di tutti i popoli e di tutte le Nazioni, con una comprensione non escludente né ristretta degli interessi nazionali.

Mi sia consentito ricordare anche il ruolo della famiglia, il primo luogo in cui ognuno impara a relazionarsi con gli altri, ad essere amato e ad amare. Nelle condizioni sociali attuali, le fondamenta su cui si basano le famiglie sono messe in discussione e rischiano di venire indebolite. Occorre che esse vengano poste nella condizione di trasmettere i valori che danno senso e forma alla vita e di insegnare ai giovani a formare relazioni solide e sane. Sono perciò da lodare gli sforzi compiuti per promuovere, proteggere e sostenere l’unità familiare attraverso il lavoro di varie istituzioni.

Viviamo in un’era di crisi ambientale, e non dobbiamo sottovalutare l’impatto che una piccola Nazione come Singapore può avere su di essa. La vostra posizione unica vi offre accesso a capitali, tecnologie e talenti, risorse che possono guidare l’innovazione per prendersi cura della nostra casa comune. Il vostro impegno per uno sviluppo sostenibile e per la salvaguardia del creato è un esempio da seguire, e la ricerca di soluzioni innovative per affrontare le sfide ambientali può incoraggiare altri Paesi a fare lo stesso. Singapore è un brillante esempio di ciò che l’umanità può realizzare lavorando insieme in armonia, con senso di responsabilità e con spirito di inclusività e fraternità. Vi incoraggio a continuare su questa strada, confidando nella promessa di Dio e nel suo amore paterno per tutti. Signor Presidente, Signore e Signori, Dio vi aiuti a rispondere ai bisogni e alle attese della vostra gente, e vi conceda di sperimentare che, con chi rimane umile e grato, Lui può compiere grandi cose per il bene di tutti. Dio benedica Singapore!

Dal bollettino della Sala Stampa Vaticana