Papa ai rifugiati: “Una migrazione regolare è nell’interesse di tutti. Mai più Cutro”

Francesco

Il Papa parla dell’esperienza dei corridoi umanitari, promossi da Sant’Egidio, Evangelici, Caritas, con i governi, in un discorso consegnato ai rifugiati arrivati in Italia. Oggi ricevuti in udienza in aula Paolo VI.

Papa ai rifugiati: “Una migrazione regolare è nell’interesse di tutti”

Nel discorso consegnato ai rifugiati arrivati in Italia con i corridoi umanitari, presenti  all’incontro nell’Aula Paolo VI, Papa Francesco ha detto che “occorrono ancora molti sforzi per estendere questo modello e per aprire più percorsi legali per la migrazione. Dove manca la volontà politica, i modelli efficaci come il vostro offrono nuove strade percorribili. Del resto – scrive Papa Francesco -, una migrazione sicura, ordinata, regolare e sostenibile è nell’interesse di tutti i Paesi. Se non si aiuta a riconoscere questo, il rischio è che la paura spenga il futuro e giustifichi le barriere su cui si infrangono vite umane”. “Il lavoro che voi fate, individuando e accogliendo persone vulnerabili, cerca di rispondere nella maniera più adeguata a un segno dei tempi. Indica una strada all’Europa – prosegue il Pontefice -, perché non resti bloccata, spaventata, senza visione del futuro”. “La storia europea si è sviluppata nei secoli attraverso l’integrazione di popolazioni e culture differenti. Non abbiamo allora paura del futuro!”, conclude il Papa.

Papa: “Naufragio Cutro non doveva avvenire, non si ripeta”

Il Papa, nel discorso consegnato ai rifugiati arrivati in Italia con i corridoi umanitari, fa riferimento della tragedia di Cutro: “Quel naufragio non doveva avvenire, e bisogna fare tutto il possibile perché non si ripeta”. La risposta sono dunque i corridoi umanitari. “I corridoi gettano dei ponti che tanti bambini, donne, uomini, anziani, provenienti da situazioni molto precarie e da gravi pericoli, hanno infine percorso in sicurezza, legalità e dignità fino ai Paesi di accoglienza. Essi attraversano i confini e, ancor più, i muri di indifferenza su cui spesso si infrange la speranza di tantissime persone”, scrive il Papa.

Ucraina: Papa, “non rinuncio a cercare la pace”

Il Papa, incontrando in Vaticano un gruppo di profughi arrivati con i corridoi umanitari, sottolinea, nel discorso consegnato ai presenti, come questa sia una “storia di accoglienza è un impegno concreto per la pace”. “Sono presenti tra voi parecchi profughi ucraini; a loro voglio dire che il Papa non rinuncia a cercare la pace, a sperare nella pace e a pregare per essa. Lo faccio per il vostro Paese martoriato e per gli altri che sono colpiti dalla guerra”, sottolinea il Pontefice.

“La guerra è il fallimento della politica”

“La guerra è il fallimento della politica. Questo va sottolineato: la guerra è il fallimento della politica. Si alimenta del veleno che considera l’altro come nemico. La guerra ci fa toccare con mano l’assurdità della corsa agli armamenti e del loro uso per la risoluzione dei conflitti”. Lo ha detto il Papa incontrando i giovani del Progetto Policoro della Conferenza episcopale italiana. “Mi diceva un tecnico che se per un anno non si facessero armamenti si potrebbe eliminare la fame nel mondo. Dunque, ci vuole una migliore politica”, ha aggiunto il Papa. Francesco ha anche sottolineato che “oggi la politica non gode di ottima fama, soprattutto fra i giovani, perché vedono gli scandali, tante cose che tutti conosciamo. Le cause sono molteplici, ma come non pensare alla corruzione, all’inefficienza, alla distanza dalla vita della gente? Proprio per questo c’è ancora più bisogno di buona politica”. Per il Papa “la differenza la fanno le persone. Lo vediamo nelle amministrazioni locali: un conto è un sindaco o un assessore disponibile, e un altro è chi è inaccessibile; un conto è la politica che ascolta la realtà, che ascolta i poveri, e un altro è quella che sta chiusa nei palazzi, la politica ‘distillata’”. “Il politico è un servitore; quando il politico non è un servitore è un cattivo politico, non è un politico”, ha concluso il Papa.

Fonte: Ansa

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