Riconoscere i propri peccati è la porta che apre alla carezza e al perdono di Gesù. Lo ha detto Papa Francesco commentando il Vangelo di San Luca in cui Gesù si trova a casa di un fariseo, “una persona di un certo livello, di cultura” che “voleva sentire Gesù”, la sua dottrina. Lì una “peccatrice” lava i piedi di Gesù con le sue lacrime cospargendoli di profumo e asciugandoli con i capelli. Il Pontefice ha osservato che il fariseo del brano evangelico non è cattivo, ma non comprende il comportamento della donna, “non riesce a capire i gesti elementari della gente”. “Forse quest’uomo – ha continuato – aveva dimenticato come si carezza un bambino, come si consola una nonna. Nelle sue teorie, nei suoi pensieri, nella sua vita di governo, perché forse era un consigliere dei farisei, aveva dimenticato i gesti elementari della vita, i primi gesti che noi tutti, appena nati, abbiamo incominciato a ricevere dai nostri genitori”.
Gesù dice “la tua fede ti ha salvata” solo alla peccatrice e a “chi sa aprire il cuore e riconoscersi peccatore” perché “la salvezza soltanto entra nel cuore quando noi apriamo il cuore nella verità dei nostri peccati”. La donna confessa e piange per i suoi peccati, invece la gente ospite nella casa del fariseo si sente a posto: “i peccatori erano gli altri: i pubblicani, le prostitute”. “Il posto privilegiato dell’incontro con Gesù Cristo”, ha spiegato il Santo Padre, sono i propri peccati; sembra una “eresia questa ma lo diceva anche San Paolo” che si vantava di due cose soltanto: dei suoi peccati e di Cristo Risorto che lo ha salvato.
Il Messia dice anche agli ipocriti che “le prostitute e i pubblicani vi precederanno nel Regno dei Cieli”. “E’ forte questo”, conclude il successore di Pietro, perché coloro che si sentono peccatori “aprono il loro cuore nella confessione dei peccati, all’incontro con Gesù, che ha dato il sangue per tutti noi”.