“Io dovrei leggere tutto questo, di cui voi avete la traduzione nelle vostre mani. Ma io non posso leggere perché sono ammalato: ho un raffreddore che non mi lascia parlare”. E’ quanto ha detto papa Francesco all’inizio dell’udienza in Vaticano ai giovani sacerdoti e monaci delle Chiese Ortodosse Orientali, ai quali resta il discorso scritto loro consegnato.
Il messaggio di Papa Francesco ai preti ortodossi orientali
“Sono lieto di accogliervi per la terza edizione di questa bella iniziativa di visite a Roma di giovani sacerdoti e monaci delle Chiese ortodosse orientali. Siete i benvenuti!”, afferma il Pontefice nel discorso predisposto per l’udienza, in cui condivide con i convenuti “tre elementi”. “Il primo è che, se i cristiani camminano insieme, come facevano i due discepoli di Emmaus, saranno accompagnati da Cristo, che affiancherà, motiverà e porterà a compimento il loro percorso”, spiega Francesco, secondo cui “lo scoraggiamento e l’autoreferenzialità impediscono ai cristiani di Confessioni diverse di vedere ciò che li unisce, di riconoscere Colui che li unisce”. Allora, “in quanto credenti dobbiamo credere che, quanto più camminiamo insieme, tanto più saremo misteriosamente accompagnati da Cristo, perché l’unità è un pellegrinaggio comune”. Il secondo elemento è “il dialogo: dialogo della carità, dialogo della verità, dialogo della vita, per riprendere le tre tipologie indicate dal Vademecum ecumenico del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani”.
Per il Papa, oltre a “peregrinare insieme e dialogare”, il terzo elemento è che “bisogna desiderare l’unità con la preghiera, con tutto il cuore e le forze, con insistenza, senza stancarsi. Perché, se il desiderio dell’unità è spento, non basta camminare e dialogare: tutto diventa qualcosa di dovuto e formale. Se invece il desiderio spinge ad aprire le porte a Cristo insieme al fratello, tutto cambia”.
“Questo è forse ciò che oggi più manca ai cristiani delle varie Confessioni: un desiderio ardente di unità, che venga prima degli interessi di parte”, aggiunge Francesco.
“Cari fratelli, l’unità è pellegrinaggio, l’unità è dialogo, l’unità è desiderio – aggiunge –. Se viviamo queste tre dimensioni nel cammino ecumenico, allora, come quei discepoli, giungeremo a riconoscere insieme Cristo allo spezzare del Pane e beneficeremo della comunione con Lui alla stessa mensa eucaristica”. Nel vostro pellegrinare a Roma spero che possiate avvertire la presenza viva del Risorto, che la nostra comunione cresca nel dialogo fraterno, che si rinnovi in ciascuno un desiderio ardente di unità”, conclude il Papa.
Terremoto, Papa: in Siria no a sanzioni che ostacolino aiuti
Papa Francesco ha espresso “vicinanza particolare al caro popolo della Siria, provato, oltre che dalla guerra, dal terremoto che, come in Turchia, ha provocato tante vittime e devastazioni terribili”. Nel discorso consegnato ai partecipanti all’udienza con i giovani sacerdoti e monaci delle Chiese ortodosse orientali, il Pontefice ha quindi lanciato un appello: “Di fronte alla sofferenza di tanti innocenti, bambini, donne, mamme e famiglie, auspico che si faccia tutto il possibile per la gente, che non vi siano ragioni o sanzioni che ostacolino gli urgenti e necessari aiuti alla popolazione”.