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Il Papa: “È ora di togliere la pietra e uscire incontro a Gesù”

Al termine della preghiera, Papa Francesco ricorda le popolazioni di Siria e Turchia: "Per loro una speciale raccolta di offerte in tutte le parrocchie d’Italia"

“Restiamo vicini ai terremotati della Turchia e della Siria. A loro è destinata la speciale raccolta di offerte che si svolge oggi in tutte le parrocchie d’Italia”. Papa Francesco, al termine dell’Angelus domenicale, torna a pregare per le vittime del devastante terremoto che ha lacerato la terra al conine tra i due Paesi mediorientali, aprendo un dramma troppo grande per poter essere assorbito senza una giusta coscienza. E ricordare le popolazioni di Turchia e Siria, colpite dal terremoto, nelle preghiere e nelle opere di carità, può essere il primo passo per offrire loro un sostegno diretto. Dalla finestra che affaccia su Piazza San Pietro, il Santo Padre invita a volgere lo sguardo anche a territori ancora più lontani, ricordando la “popolazione dello Stato del Mississippi, colpita da un devastante tornado”.

Il miracolo di Lazzaro

Nella quinta domenica di Quaresima, il Vangelo narra l’episodio della risurrezione di Lazzaro, l’ultimo dei miracoli di Gesù prima della Pasqua e che vede coinvolto un suo amico. Gesù sa che Lazzaro è in procinto di morire e si incammina verso la sua casa, dove giunge quattro giorni dopo la sepoltura. Ovvero, “quando ogni speranza è ormai perduta”. Ma basta la presenza di Gesù, spiega il Pontefice, per accendere nuovamente la fiducia nel cuore delle sorelle del defunto, Marta e Maria: “Esse, pur nel dolore, si aggrappano a questa luce, a questa piccola speranza. E Gesù le invita ad avere fede e chiede di aprire il sepolcro”. Chiamato da Gesù, Lazzaro esce dal sepolcro e torna a vivere.

“Più vicino per ridarci la vita”

È un messaggio chiaro: “Gesù dà la vita anche quando sembra non esserci più speranza. Capita, a volte, di sentirsi senza speranza, oppure di incontrare persone che hanno smesso di sperare, amareggiate… Sono momenti in cui la vita sembra un sepolcro chiuso: tutto è buio, intorno si vedono solo dolore e disperazione. Il miracolo di oggi ci dice che non è così, la fine non è questa, che in questi momenti non siamo soli, anzi che proprio in questi momenti Lui si fa più che mai vicino per ridarci vita”. Gesù piange dinnanzi al sepolcro. E, allo stesso modo, piange con noi. Ma, al tempo stesso, “ci invita a non smettere di credere e di sperare, a non lasciarci schiacciare dai sentimenti negativi, che ti tolgono il pianto. Si avvicina ai nostri sepolcri e dice a noi, come allora: ‘Togliete la pietra’”.

Togliere la pietra

“Togliere la pietra” significa rimuovere “il dolore, gli errori, anche i fallimenti”. È un invito a non nasconderli dentro di noi ma tirarli fuori affinché, come Lazzaro, si possa uscire di nuovo, riprendere il cammino. “Per favore – spiega il Papa -, non cedere al pessimismo che deprime, non cedere al timore che isola, non cedere allo scoraggiamento per il ricordo di brutte esperienze, non cedere alla paura che paralizza”. Questo brano evangelico, ricorda Francesco, è “un inno alla vita, e lo si proclama quando la Pasqua è vicina. Forse anche noi in questo momento portiamo nel cuore qualche peso o qualche sofferenza, che sembrano schiacciarci… Allora è il momento di togliere la pietra e di uscire incontro a Gesù, che è vicino. Riusciamo ad aprirgli il cuore e ad affidargli le nostre preoccupazioni?”.

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