“Una condizione generale di base è questa: parlare chiaro. Nessuno dica: ‘Questo non si può dire; penserà di me così o così…’”. Non ha usato mezzi termini Papa Francesco introducendo questa mattina i lavori della III Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei Vescovi. Il Pontefice ha esordito ringraziando il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario Generale del Sinodo, mons. Fabio Fabene, sotto-segretario, relatori, scrittori, consultori, traduttori, oltre al personale della segreteria del Sinodo, porporati, patriarchi, vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose, laici e laiche presenti.
La loro partecipazione, ha osservato, “arricchisce i lavori e lo spirito di collegialità e di sinodalità per il bene della Chiesa e delle famiglie”. Ha poi richiamato alla “grande responsabilità” di “portare le realtà e le problematiche delle Chiese, per aiutarle a camminare su quella via che è il Vangelo della famiglia”. Secondo il Papa durante il Sinodo è necessario parlare con chiarezza: “bisogna dire tutto ciò che si sente con parresia”, ossia con schiettezza. “Dopo l’ultimo Concistoro (febbraio 2014), nel quale si è parlato della famiglia – ha aggiunto – un Cardinale mi ha scritto dicendo: peccato che alcuni Cardinali non hanno avuto il coraggio di dire alcune cose per rispetto del Papa, ritenendo forse che il Papa pensasse qualcosa di diverso. Questo non va bene, questo non è sinodalità, perché bisogna dire tutto quello che nel Signore si sente di dover dire: senza rispetto umano, senza pavidità”.
Al contempo “si deve ascoltare con umiltà e accogliere con cuore aperto quello che dicono i fratelli”. La sinodalità, ha ribadito, si esercita parlando con parresia e ascoltando con umiltà, avendo “tanta tranquillità e pace, perché il Sinodo si svolge sempre cum Petro et sub Petro, e la presenza del Papa è garanzia per tutti e custodia della fede”.