Anche l’ultima udienza generale di agosto è cominciata con quattro bambini sulla jeep bianca scoperta, a far da compagnia al Papa – apparso sorridente e rilassato – durante il consueto giro tra i vari settori della piazza delimitata dal colonnato del Bernini, prima dell’inizio della catechesi. “C’è chi opera sistematicamente e con ogni mezzo per respingere i migranti”, ha detto il Pontefice che ha incentrato la sua meditazione sul tema: “Mare e deserto” (Lettura: Sal 107,1.4-6).
“Mari e deserti per troppe persone risultano mortali”
“Le rotte migratorie di oggi sono spesso segnate da attraversamenti di mari e deserti, che per molte, troppe persone – troppe risultano mortali. Per questo oggi voglio soffermarmi su questo dramma, questo dolore”. A denunciarlo è stato il Papa, che ha rimandato la consueta catechesi per “pensare alle persone che – anche in questo momento – stanno attraversando mari e deserti per raggiungere una terra dove vivere in pace e sicurezza”. Due le parole al centro dell’appuntamento del mercoledì in piazza San Pietro: mare e deserto, due parole che “ritornano in tante testimonianze che ricevo, sia da parte di migranti, sia da persone che si impegnano per soccorrerli”, ha rivelato Francesco. “Quando dico mare, nel contesto delle migrazioni – ha precisato – intendo anche oceano, lago, fiume, tutte le masse d’acqua insidiose che tanti fratelli e sorelle in ogni parte del mondo sono costretti ad attraversare per raggiungere la loro meta. Il deserto non è solo quello di sabbia e dune, o quello roccioso, ma sono pure tutti quei territori impervi, pericolosi, come le foreste, le giungle, le steppe dove i migranti camminano da soli, abbandonati a sé stessi. Alcune di queste rotte le conosciamo meglio, perché stanno spesso sotto i riflettori; altre, la maggior parte, sono poco note, ma non per questo meno battute”.
“C’è chi opera sistematicamente e con ogni mezzo per respingere i migranti”
“C’è chi opera sistematicamente e con ogni mezzo per respingere i migranti. E questo, quando è fatto con coscienza e responsabilità, è un peccato grave”. A lanciare il grido d’allarme è stato il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi in piazza San Pietro, in cui ha ribadito che “il mare nostrum, luogo di comunicazione fra popoli e civiltà, è diventato un cimitero. E la tragedia è che molti, la maggior parte di questi morti, potevano essere salvati”. “Non dimentichiamo ciò che dice la Bibbia”, il monito: “Non molesterai il forestiero né lo opprimerai». L’orfano, la vedova e lo straniero sono i poveri per eccellenza che Dio sempre difende e chiede di difendere”.
“Il Signore è con i migranti, non con quelli che li respingono”
“Il Signore oggi è con i nostri migranti nel Mare nostrum. Il Signore è con loro, non con quelli che li respingono”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, che ancora a braccio, nella catechesi dell’udienza pronunciata in piazza San Pietro, ha affermato che nascondere i migranti è “una crudeltà della nostra civiltà”. “Alcuni deserti, purtroppo, diventano cimiteri di migranti”, ha denunciato: “E spesso non si tratta di morti naturali. No. A volte nel deserto ce li hanno portati e abbandonati”. “Nell’epoca dei satelliti e dei droni, ci sono uomini, donne e bambini migranti che nessuno deve vedere”, il monito di Francesco: “Li nascondono. Solo Dio li vede e ascolta il loro grido. E questa è una crudeltà della nostra civiltà”. “Il mare e il deserto sono anche luoghi biblici carichi di valore simbolico”, ha osservato il Papa: “Sono scenari molto importanti nella storia dell’esodo, la grande migrazione del popolo guidato da Dio mediante Mosè dall’Egitto alla Terra promessa. Questi luoghi assistono al dramma della fuga del popolo, che scappa dall’oppressione e dalla schiavitù. Sono luoghi di sofferenza, di paura, di disperazione, ma nello stesso tempo sono luoghi di passaggio per la liberazione – e quanta gente passa per i mari e i deserti per liberarsi oggi – per il riscatto, per raggiungere la libertà e il compimento delle promesse di Dio”. Le “parole sante” dei Salmi, ha ricordato Francesco, “ci dicono che, per accompagnare il popolo nel cammino della libertà, Dio stesso attraversa il mare e il deserto; non rimane a distanza, no, condivide il dramma dei migranti. Dio è con loro, con i migranti, è lì con loro, soffre con loro, piange e spera con loro”.
No a “leggi più restrittive” sui migranti
“In quei mari e in quei deserti mortali, i migranti di oggi non dovrebbero esserci, e ce ne sono purtroppo”. Lo ha detto il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in piazza San Pietro. “Ma non è attraverso leggi più restrittive, non è con la militarizzazione delle frontiere, non è con i respingimenti che otterremo questo risultato”, il grido d’allarme di Francesco: “Lo otterremo invece ampliando le vie di accesso sicure e regolari per i migranti, facilitando il rifugio per chi scappa da guerre, violenze, persecuzioni e da tante calamità; lo otterremo favorendo in ogni modo una governance globale delle migrazioni fondata sulla giustizia, sulla fratellanza e sulla solidarietà. E unendo le forze per combattere la tratta di esseri umani, per fermare i criminali trafficanti che senza pietà sfruttano la miseria altrui.”. “Pensate a tante tragedie dei migranti, a quanti muoiono nel Mediterraneo”, ha aggiunto a braccio: “pensate a Lampedusa, a Crotone, quante cose brutte e tristi”.
Il Papa loda i “tanti buoni samaritani”
“Vorrei concludere lodando l’impegno di tanti buoni samaritani, che si prodigano per soccorrere e salvare i migranti feriti e abbandonati sulle rotte di disperata speranza, nei cinque continenti”. È l’omaggio del Papa, al termine della catechesi pronunciata in piazza San Pietro. “Questi uomini e donne coraggiosi sono segno di una umanità che non si lascia contagiare dalla cattiva cultura dell’indifferenza e dello scarto, che uccide i migranti”. ”E chi non può stare come loro in prima linea”, ha detto Francesco citando Mediterranea Saving Humans e tante altre associazioni, “non per questo è escluso da tale lotta di civiltà: non possiamo stare in prima linea ma non siamo esclusi. Ci sono tanti modi di dare il proprio contributo, primo fra tutti la preghiera”. “Voi pregate per i migranti? Per questi che vengono nella nostra terra per salvare la vita? E voi volete cacciarli via?”, ha chiesto il Papa a braccio ai fedeli. “Uniamo i cuori e le forze, perché i mari e i deserti non siano cimiteri, ma spazi dove Dio possa aprire strade di libertà e di fraternità”, l’appello finale.
Fonte: AgenSIR