Papa: “Migranti e profughi, croce dell'umanità”

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Oggi il mondo dei migranti e dei rifugiati è un po' una croce dell'umanità, è una croce che tanta gente soffre”. Così Papa Francesco nel corso della sua visita  ai rifugiati nel capo profughi 'Vrazhdebna' di Sofia, tappa del viaggio apostolico in Bulgaria. Il Santo Padre ha fatto riferimento agli “orrori” nel “lasciare la propria patria e cercare di inserirsi in un'altra patria”. “Ma c'è sempre una speranza”, ha detto nel suo breve intervento. “Apprezzo la vostra buona volontà – ha aggiunto -. Vi auguro il meglio, a voi e ai vostri concittadini che avete lasciato nella vostra patria. Che Dio vi benedica”.

L'incontro al Centro d'accoglienza

Papa Bergoglio è stato accolto dal direttore del Centro e dal direttore della Caritas, prima di recarsi nel refettorio dove si trovavano riunite circa 50 persone tra genitori e bambini. I bambini presenti nel Centro provengono da Siria ed Iraq. Dopo il breve saluto di una volontaria, il canto eseguito dai bambini e il dono dei disegni dei piccoli al Papa, il Pontefice – riferisce l'Ansa – ha salutato le famiglie accolte nel Centro e rivolto loro alcune parole. Una volontaria del Centro ha spiegato al Papa che “per noi tutti gli uomini e le donne sono dei figli di Dio, indipendentemente dalla loro razza o confessione religiosa” ed ha aggiunto che “tra i nostri collaboratori ci sono numerosi migranti di religione musulmana“.

La Messa con le Prime Comunioni

Terminata la visita al Centro, il Papa si è trasferito in aereo a Plovdiv, da dove ha poi raggiunto Rakovsky, “cuore” cattolico della Bulgaria, per la Messa con le Prime Comunioni a 242 bambini provenienti da tutto il Paese. Il Pontefice ha spiegato ai bimbi che “ora Gesù è vivo, è qui con noi, perciò oggi lo possiamo incontrare nell'Eucaristia. Non lo vediamo con questi occhi, ma lo vediamo con gli occhi della fede“. Dunque – ha aggiunto – “la Prima Comunione è innanzitutto una festa, in cui celebriamo Gesù che ha voluto rimanere sempre al nostro fianco e che non si separerà mai da noi. Festa che è stata possibile grazie ai nostri padri, ai nostri nonni, alle nostre famiglie e comunità che ci hanno aiutato a crescere nella fede“. Ha quindi ricordato ai bambini che “fare la Prima Comunione significa voler essere ogni giorno più uniti a Gesù, crescere nell'amicizia con Lui e desiderare che anche altri possano godere la gioia che ci vuole donare. Il Signore ha bisogno di voi per poter realizzare il miracolo di raggiungere con la sua gioia molti dei vostri amici e familiari”. “La nostra carta di identità e questa: Dio è nostro Padre, Gesù è nostro Fratello, la Chiesa è la nostra famiglia, noi siamo fratelli, la nostra legge è l'amore”. “Desidero incoraggiarvi a pregare sempre con quell'entusiasmo e quella gioia che avete oggi – ha concluso Francesco -. E ricordate che questo è il sacramento della Prima Comunione ma non dell'ultima comunione, oggi ricordatevi che Gesù vi aspetta sempre”.

Giacomo De Sena: