La Quaresima si apre con un suono stridente, quello di un corno che non accarezza le orecchie, ma bandisce un digiuno. Un suono forte che vuole rallentare la nostra vita che va sempre di corsa, ma spesso non sa bene dove. È un richiamo a fermarsi, ad andare all’essenziale, a digiunare dal superfluo che distrae. È una sveglia per l’anima”. Così Papa Francesco nell'omelia della Messa delle ceneri da lui presieduta nella basilica di Santa Sabina, dopo la processione penitenziale dalla Chiesa di Sant'Alselmo all'Aventino.
La riflessione del Santo Padre
Il Santo Padre ha ricordato che “al suono di questa sveglia si accompagna il messaggio che il Signore trasmette per bocca del profeta, un messaggio breve e accorato: 'Ritornate a me'“.
“Se dobbiamo ritornare – ha spiegato il Santo Padre – vuol dire che siamo andati altrove. La Quaresima è il tempo per ritrovare la rotta della vita. Perché nel percorso della vita, ciò che davvero conta è non perdere di vista la meta. Quando invece nel viaggio quel che interessa è guardare il paesaggio o fermarsi a mangiare, non si va lontano. Ognuno di noi può chiedersi: nel cammino della vita, cerco la rotta? O mi accontento di vivere alla giornata, a risolvere qualche problema e a divertirmi un pò? Qual è la rotta? Forse la ricerca della salute, che prima o poi passerà? Forse i beni e il benessere? Ma non siamo al mondo per questo. È il Signore la meta del nostro viaggio nel mondo. La rotta va impostata su di Lui”. Per ritrovare la rotta, oggi, afferma Francesco, “ci è offerto un segno: la cenere in testa”. “È un segno – ha proseguito – che ci fa pensare a che cosa abbiamo in testa. I nostri pensieri inseguono spesso cose passeggere, che vanno e vengono. Il lieve strato di cenere che riceveremo è per dirci: di tante cose che hai per la testa, dietro cui ogni giorno corri e ti affanni, non resterà nulla. Per quanto ti affatichi, dalla vita non porterai con te alcuna ricchezza. Le realtà terrene svaniscono, come polvere al vento. I beni sono provvisori, il potere passa, il successo tramonta”.
La cultura dell'apparenza
Bergoglio ha sottolineato poi come la cultura dell'apparenza ci induca a vivere per le cose che passano e come invece la Quaresima sia il tempo per liberarci dall’illusione di vivere inseguendo la polvere: “La Quaresima è riscoprire che siamo fatti per il fuoco che sempre arde, non per la cenere che subito si spegne; per Dio, non per il mondo; per l’eternità del Cielo, non per l’inganno della terra; per la libertà dei figli, non per la schiavitù delle cose”.
Tre tappe per tornare all'essenziale: preghiera, carità, digiuno
“In questo viaggio di ritorno all’essenziale – ha affermato ancora Francesco – il Vangelo propone tre tappe, che il Signore chiede di percorrere senza ipocrisia: l’elemosina, la preghiera, il digiuno. La preghiera ci riannoda a Dio; la carità al prossimo; il digiuno a noi stessi. Dio, i fratelli, la mia vita: ecco le realtà che non finiscono nel nulla, su cui bisogna investire. Ecco dove ci invita a guardare la Quaresima: verso l’Alto, con la preghiera, che libera da una vita orizzontale, piatta, dove si trova tempo per l’io ma si dimentica Dio. E poi verso l’altro, con la carità, che libera dalla vanità dell’avere, dal pensare che le cose vanno bene se vanno bene a me. Infine, ci invita a guardarci dentro, col digiuno, che libera dagli attaccamenti alle cose”. Papa Francesco ha poi invitato, in questo tempo di guarigione dalle dipendenze che ci seducono, a fissare lo sguardo su ciò che resta. Sul Crocifisso: “Gesù dalla croce ci insegna il coraggio forte della rinuncia. Perché carichi di pesi ingombranti non andremo mai avanti. Abbiamo bisogno di liberarci dai tentacoli del consumismo e dai lacci dell’egoismo, dal voler sempre di più, dal cuore chiuso ai bisogni del povero. Gesù, che sul legno della croce arde di amore, ci chiama a una vita infuocata di Lui, che non si perde tra le ceneri del mondo; una vita che brucia di carità e non si spegne nella mediocrità”. “Se con le nostre fragilità ritorneremo al Signore, se prenderemo la via dell’amore – ha concluso – abbracceremo la vita che non tramonta. E saremo nella gioia”.
Il rito dell'imposizione delle Ceneri
Dopo l’omelia, il rito dell’imposizione delle Ceneri prima sul capo di Francesco. A seguire lo stesso Pontefice le impone sui cardinali e alcuni fedeli. Diversi ministri compiono lo stesso rito recitando le formule: “Ricordati che sei polvere, e in polvere tornerai”, e “Convertitevi, e credete al Vangelo”.