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Papa in Albania: al centro del viaggio martiri e dialogo

Incoraggiare “il clima di convivenza interreligiosa, positiva, serena, armonica” presente tra “le diverse confessioni e religioni in Albania” lanciando un messaggio positivo anche per altre parti del mondo. E’ uno degli aspetti evidenziati dal direttore della Sala stampa vaticana padre Lombardi nel briefing sul viaggio apostolico del Papa in Albania, in programma domenica prossima 21 settembre. Tra le principali motivazioni della visita da parte del vescovo di Roma al “Paese delle Aquile” l’omaggio ai martiri della fede uccisi durante la persecuzione messa in atto dal comunismo ateo.

L’Albania, ha osservato padre Federico Lombardi, “è stato considerato il primo Stato ateo del mondo, ha iscritto l’ateismo nella Costituzione stessa”. Il successore di Pietro, nel corso del suo quarto viaggio internazionale – il primo in uno Stato europeo – terrà sei discorsi ufficiali, tutti in italiano. I momenti salienti saranno la cerimonia di benvenuto al palazzo presidenziale, la Messa nella grande piazza di Tirana dedicata a Madre Teresa, l’incontro interreligioso all’Università Cattolica “Nostra Signora del Buon Consiglio” e i vespri nella nuova Cattedrale di Tirana con le testimonianze di sopravvissuti all’oppressione comunista. Inoltre il Papa visiterà il Centro Betania che accoglie bambini disabili e abbandonati.

Il direttore della Sala stampa della Santa Sede, rispondendo alla domanda di un giornalista, ha assicurato che non risultano minacce specifiche di Isis e altri gruppi jihadisti nei confronti del Santo Padre. Non ci sono preoccupazioni, ha aggiunto, che possano cambiare il modo in cui il Pontefice si comporta e l’organizzazione del viaggio. “Si va tranquilli – ha spiegato – si usa la jeep di piazza San Pietro nel trasferimento principale in mezzo alla gente con il principio che sappiamo del Papa che desidera essere senza ostacoli nel suo incontro con la gente”. Le due grandi figure che accompagneranno questa visita, ha proseguito padre Lombardi, saranno Madre Teresa e Karol Wojtyla.

In particolare, il viaggio compiuto il 25 aprile 1993 da Giovanni Paolo II in Albania, “è naturalmente” nella memoria, soprattutto il suo discorso tenuto nel “pomeriggio sulla piazza, in cui c’era proprio la riflessione sull’esperienza dell’ateismo che aveva cercato di negare Dio e distruggere l’uomo, e invece la nuova prospettiva che si andava aprendo”.

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