Un Papa “global“: il cuore missionario di Giovanni Paolo I. Negli scritti di Albino Luciani c’è un testo fondamentale per cogliere il suo sguardo sull’opera missionaria. A farne riferimento è l’agenzia vaticana Fides. Si tratta della lettera-resoconto da lui scritta dopo il viaggio compiuto in Burundi. E indirizzata il 20 ottobre 1966 a tutti gli appartenenti alla diocesi di Vittorio Veneto. Il testo è stato esaminato dal professor Roberto Morozzo della Rocca. In un saggio intitolato “L’orizzonte missionario di Albino Luciani”. Il futuro papa Giovanni Paolo I si recò nel Paese centro-africano dal 18 al 31 agosto 1966. Per incontrare tre sacerdoti della sua diocesi che operavano come missionari “fidei donum” nella diocesi burundese di Ngozi. E che avevano invitato il loro vescovo a visitare il Paese dei Grandi Laghi.
Papa missionario
“I missionari sono quelli che tirano il carro della Chiesa. Quelli che chiedono i posti della fatica e del rischio”. Così Albino Luciani ripeteva sempre alla sorella Antonia. Molti anni prima di essere eletto Papa. Lo raccontò lei stessa in “Mio Fratello Albino”. Il volume in cui aveva narrato le memorie della vita familiare di Papa Giovanni Paolo I. La testimonianza fu raccolta da Stefania Falasca. Vice-postulatrice nella Causa per la canonizzazione di Papa Luciani. Antonia, poi spentasi nel 2009, aveva anche tratteggiato in pochi cenni l’intima attrattiva percepita dal fratello per l’esperienza dei missionari. “La missione l’Albino l’aveva proprio nel cuore. Tanto che anche quando era Patriarca di Venezia più volte mi confidò il desiderio di andare missionario”, disse la sorella.