Papa Francesco ha ricevuto in udienza i partecipanti al XVIII Capitolo generale della Congregazione degli Oblati di San Giuseppe incentrando il suo messaggio sui bisogni dei giovani in una società edonistica. E quanto sia fondamentale nella missione dei religiosi “cogliere nei giovani la grande potenzialità di bene” e aiutarli a svilupparla.
Il Papa riceve in udienza i Giuseppini
“I giovani non hanno bisogno di noi: hanno bisogno di Dio!”. Lo ha esclamato il Papa, ricevendo in udienza partecipanti al XVIII Capitolo generale della Congregazione degli Oblati di San Giuseppe (Giuseppini di Asti di San Giuseppe Marello). No a “protagonismi inutili”, il monito di Francesco, che ha fatto notare come “i nostri giovani – ma in verità un po’ tutti noi – vivono e viviamo in un mondo fatto di esteriorità, in cui quello che conta è apparire, ottenere consensi, fare esperienze sempre nuove. Ma una vita vissuta tutta fuori lascia vuoti dentro, come chi passa tutto il tempo in strada e lascia che la propria casa vada in rovina per mancanza di cura e di amore”.
Il Papa: “Ingiusto e sterile limitarsi a criticare i giovani”
Secondo il Pontefice, in particolare, è “ingiusto e sterile l’atteggiamento di chi poi questa gioventù, abbandonata e disorientata, si limita a criticarla”: l’atteggiamento giusto, invece, è quello di chi sa “cogliere nei giovani una grande potenzialità di bene, che aspetta solo di fiorire e far frutto, se sostenuta e accompagnata da guide sagge, pazienti e generose”. Di qui la necessità di essere “attenti al bene integrale dei giovani, concretamente presenti accanto a loro e alle loro famiglie, esperti nell’arte maieutica dei buoni formatori, saggiamente rispettosi dei tempi e delle possibilità di ciascuno. È un gran lavoro, faticoso, ma irrinunciabile, sempre, e specialmente ai giorni nostri”.
Fonte: Ansa