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Il Papa ai giuristi: “La testimonianza del beato Livatino vi sia di ispirazione”

Il Papa ha ricevuto i membri dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani in occasione del 70esimo Congresso Nazionale sul tema "Gli ultimi. La tutela giuridica dei soggetti deboli"

Questa mattina, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in udienza i membri dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani (UGCI) in occasione del 70esimo Congresso Nazionale di Studio organizzato dall’UGCI sul tema “Gli ultimi. La tutela giuridica dei soggetti deboli”. Il convegno si svolge a Roma, presso l’Istituto Patristico Augustinianum e La Libera Università Maria Santissima Assunta (LUMSA), dal 9 all’11 dicembre 2021. L’Udienza con il Santo Padre si è svolta stamane, venerdì 10 dicembre, alle ore 11:00, presso l’Aula della Benedizione in Vaticano.

Il discorso del Papa ai Membri dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani

Cari fratelli e sorelle, buongiorno e benvenuti! Vi accolgo, in occasione del vostro 70° Congresso nazionale di studio, che ha al centro un tema che mi sta molto a cuore: “Gli ultimi. La tutela giuridica dei soggetti deboli”.

Ringrazio il Presidente dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani per le parole di saluto. Ho ancora negli occhi e nel cuore le esperienze vissute nel recente Viaggio Apostolico a Cipro e in Grecia. Domenica scorsa, visitando i rifugiati nel Campo di Mytilene, sull’isola di Lesbo, ho ricordato tra l’altro che «il rispetto delle persone e dei diritti umani, specialmente nel continente che non manca di promuoverli nel mondo, dovrebbe essere sempre salvaguardato, e la dignità di ciascuno dovrebbe essere anteposta a tutto».

Eppure, quanto siamo distanti da questo rispetto! Soprusi, violenze, negligenze, omissioni non fanno altro che aumentare la cultura dello scarto. E chi non ha tutele verrà sempre messo ai margini. A voi, come giuristi cattolici, è chiesto di contribuire a “invertire la rotta”, favorendo, secondo le vostre competenze, la presa di coscienza e il senso di responsabilità. Perché anche gli ultimi, gli indifesi, i soggetti deboli hanno diritti che vanno rispettati e non calpestati. E questo è un richiamo intrinseco alla nostra fede. Ricordiamo – specialmente in questo tempo di Avvento – le parole del profeta Isaia, riferite al Servo del Signore: «Proclamerà il diritto con verità. Non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra».

Il Messia annunciato dai profeti ha a cuore il diritto e la giustizia. E Gesù Cristo, nella sua missione terrena, si è rivolto con tutto sé stesso agli ultimi, per guarirli e annunciare loro la buona novella del Regno di Dio. Mai come in questi tempi, i giuristi cattolici sono chiamati ad affermare e tutelare i diritti dei più deboli, all’interno di un sistema economico e sociale che finge di includere le diversità ma che di fatto esclude sistematicamente chi non ha voce. I diritti dei lavoratori, dei migranti, dei malati, dei bambini non nati, delle persone in fin di vita e dei più poveri sono sempre più spesso trascurati o negati. Chi non ha capacità di spendere e di consumare sembra non valere nulla.

Ma negare i diritti fondamentali, negare il diritto a una vita dignitosa, a cure fisiche, psicologiche e spirituali, a un salario giusto significa negare la dignità umana. Riconoscere in linea di principio e garantire in concreto i diritti, tutelando i più deboli, è ciò che ci rende essere umani. Altrimenti ci lasciamo dominare dalla legge del più forte e diamo campo libero alla sopraffazione.

Per questo motivo, il riconoscimento dei diritti delle persone più deboli non deriva da una concessione governativa. E i giuristi cattolici non chiedono favori a nome dei poveri, ma proclamano con fermezza quei diritti che derivano dal riconoscimento della dignità umana. Il ruolo del giurista cattolico, in qualsiasi ruolo operi, come consulente, avvocato o giudice, è quindi quello di contribuire alla tutela della dignità umana dei deboli affermando i loro diritti. In questa maniera egli o ella contribuisce all’affermarsi della fraternità umana e a non deturpare l’immagine di Dio impressa in ogni persona.

Il Cardinale Dionigi Tettamanzi amava ripetere che “i diritti dei deboli non sono diritti deboli”. A voi, in maniera particolare, il compito di affermarli con fermezza e di tutelarli con sapienza, cooperando a costruire una società più umana e più giusta. La Madonna, che oggi veneriamo come Vergine del silenzio e dell’ascolto nella Santa Casa di Loreto, e San Giuseppe, uomo giusto, vi sostengano in questo vostro impegno. Come pure vi sia di ispirazione la testimonianza del Beato Rosario Livatino. Anch’io vi accompagno con la mia preghiera e la mia benedizione. E vi chiedo per favore di pregare per me. Grazie.

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