Papa Francesco ha accolto una delegazione di Ministri partecipanti al G7 su inclusione e disabilità, sottolineando l’importanza di costruire un mondo più giusto e inclusivo. Ha elogiato la Carta di Solfagnano, firmata dai partecipanti, che promuove l’inclusione, l’accessibilità e la valorizzazione delle persone con disabilità. Il Papa ha proposto di parlare di “abilità differenti” invece di “disabilità” e ha invitato i Paesi a considerare l’inclusione una priorità. Ha sottolineato la necessità di abbattere le barriere fisiche e sociali, evidenziando il valore dei più vulnerabili e condannando la “cultura dello scarto”.
“Un segno concreto della volontà di costruire un mondo più giusto, un mondo più inclusivo, dove ogni persona, con le proprie capacità, possa vivere pienamente e contribuire alla crescita della società”. Così il Papa ha definito il G7 sulla disabilità e l’inclusione, ricevendo in udienza una delegazione di Ministri partecipanti al G7 su inclusione e disabilità, tra cui Ehud Olmert, ex Primo Ministro di Israele; Nasser Al-Kidwa, ex Ministro degli Esteri di Palestina; Gershon Baskin, e Samer Sinijlawi. “Invece di parlare di discapacità, parliamo di capacità differenti”, ha suggerito Francesco: “Ma tutti hanno capacità. Io ricordo per esempio un gruppo che è venuto qui, di una ditta, un ristorante; sia i cuochi, sia quelli che servivano la mensa, tutti erano ragazzi e ragazze con disabilità. Ma lo facevano benissimo”. ”Ieri avete firmato la Carta di Solfagnano, frutto del vostro lavoro su temi fondamentali quali l’inclusione, l’accessibilità, la vita autonoma e la valorizzazione delle persone”, ha sottolineato Francesco, secondo il quale “questi temi si incontrano con la visione che la Chiesa ha della dignità umana”: “Ogni persona infatti è parte integrante della famiglia universale e nessuno dev’essere vittima della cultura dello scarto, nessuno. Questa cultura genera pregiudizi e reca danno alla società”.
“L’inclusione delle persone con disabilità è necessario che venga riconosciuta come una priorità da tutti i Paesi”. E’ l’appello del Papa, durante l’udienza ad una delegazione di Ministri partecipanti al G7 su inclusione e disabilità. “A me questa parola ‘disabilità’ non piace tanto”, ha rivelato: “Mi piace l’altra: abilità differenti”. “Purtroppo in alcune Nazioni ancora oggi si stenta a riconoscere la pari dignità di queste persone”, ha denunciato Francesco: ”Rendere il mondo inclusivo significa non solo adattare le strutture, ma cambiare la mentalità, affinché le persone con disabilità siano considerate a tutti gli effetti partecipi della vita sociale. Non c’è vero sviluppo umano senza l’apporto dei più vulnerabili”. In questa prospettiva, “l’accessibilità universale diventa una grande finalità da perseguire, affinché ogni barriera fisica, sociale, culturale e religiosa venga rimossa, permettendo a ciascuno di mettere a frutto i propri talenti e contribuire al bene comune. E questo in tutte le fasi della sua esistenza, dall’infanzia alla vecchiaia”. “A me fa dolore quando si vive con quella cultura dello scarto con i vecchi”, ha affermato il Papa: “I vecchi sono saggezza e si scartano come se fossero scarpe brutte”.
onte: AgenSIR
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