“Da molti mesi, a causa della pandemia, ci ritroviamo a vivere in situazioni di emergenza, di isolamento e di sofferenza. Questa esperienza critica, da una parte, ci sprona tutti a riconoscere quanto la nostra vita terrena sia un cammino da percorrere come pellegrini e forestieri, uomini e donne itineranti, disposti ad alleggerirci di cose e pretese personali. Dall’altra, essa è occasione propizia per intensificare la relazione con Cristo e con i fratelli: penso alle vostre comunità, chiamate a essere umile presenza profetica in mezzo al popolo di Dio e testimonianza per tutti di fraternità e di vita semplice e gioiosa”.
Lo si legge nel messaggio che Papa Francesco ha inviato ai partecipanti al Capitolo generale dell’ordine dei Frati minori – qui il testo integrale – che si chiude domenica 18 luglio a Roma.
“Vi incoraggio – prosegue Bergoglio nel suo messaggio – ad andare incontro agli uomini e alle donne che soffrono nell’anima e nel corpo, per offrire la vostra presenza umile e fraterna, senza grandi discorsi, ma facendo sentire la vostra vicinanza di fratelli minori. Ad andare verso una creazione ferita, la nostra casa comune, che soffre di uno sfruttamento distorto dei beni della terra per l’arricchimento di pochi, mentre si creano condizioni di miseria per molti”.
Il dialogo per “costruire ponti”
Bergoglio, riporta il Sir, invita i Frati minori “ad andare come uomini di dialogo, cercando di costruire ponti al posto dei muri, offrendo il dono della fraternità e dell’amicizia sociale in un mondo che stenta a trovare la rotta di un progetto comune. Ad andare come uomini di pace e di riconciliazione, invitando coloro che seminano odio, divisione e violenza alla conversione del cuore, e offrendo alle vittime la speranza che nasce dalla verità, dalla giustizia e dal perdono”. Da questi incontri, dice il Papa, “voi riceverete una spinta per vivere sempre più pienamente il Vangelo”.
Calo numerico e invecchiamento
E aggiunge: “Mentre in buona parte dell’Ordine affrontate le sfide del calo numerico e dell’invecchiamento, non lasciate che l’ansia e il timore vi impediscano di aprire i cuori e le menti al rinnovamento e alla rivitalizzazione che lo Spirito di Dio suscita in voi e tra di voi. Avete un’eredità spirituale di ricchezza inestimabile, radicata nella vita evangelica e caratterizzata da preghiera, fraternità, povertà, minorità e itineranza. Non dimenticate che uno sguardo rinnovato, capace di aprirci al futuro di Dio, lo riceviamo dalla vicinanza con i poveri, le vittime delle moderne schiavitù, i profughi e gli esclusi di questo mondo. Essi sono vostri maestri. Abbracciateli come fece san Francesco”.