Apochi giorni dall'annuncio della firma dello storico accordo tra la Repubblica Popolare Cinese e la Santa Sede, è stato diffuso un messaggio di Papa Francesco ai cattolici cinesi e alla Chiesa universale.
La lettera
Il Santo Padre fa riferimento alle parole scritte dal suo predecessore, Benedetto XVI nella lettera del 27 maggio 2007. Bergoglio ammette l'esistenza di opinioni diverse ed anche contrastanti sull'accordo appena concluso con il governo di Pechino. “Negli ultimi tempi – scrive il Papa – sono circolate tante voci contrastanti sul presente e, soprattutto, sull’avvenire delle comunità cattoliche in Cina. Sono consapevole che un tale turbinio di opinioni e di considerazioni possa aver creato non poca confusione, suscitando in molti cuori sentimenti opposti. Per alcuni, sorgono dubbi e perplessità; altri hanno la sensazione di essere stati come abbandonati dalla Santa Sede e, nel contempo, si pongono la struggente domanda sul valore delle sofferenze affrontate per vivere nella fedeltà al Successore di Pietro. In molti altri, invece, prevalgono positive attese e riflessioni animate dalla speranza di un avvenire più sereno per una feconda testimonianza della fede in terra cinese”. Proprio a chi ha sofferto per la sua fede le persecuzioni operate dal regime, Papa Francesco dice: “Tali esperienze dolorose appartengono al tesoro spirituale della Chiesa in Cina e di tutto il Popolo di Dio pellegrinante sulla terra. Vi assicuro che il Signore, proprio attraverso il crogiuolo delle prove, non manca mai di colmarci delle sue consolazioni e di prepararci a una gioia più grande”.
Lo sguardo alla Cina
Papa Francesco ammette di guardare “alla Cina come a una terra ricca di grandi opportunità e al Popolo cinese come artefice e custode di un inestimabile patrimonio di cultura e di saggezza, che si è raffinato resistendo alle avversità e integrando le diversità, e che, non a caso, fin dai tempi antichi è entrato in contatto con il messaggio cristiano” ed auspica che il dialogo possa aiutare a costruire un “futuro comune” in cui “camminare insieme”.
Le nomine dei vescovi
Sulla delicata questione della nomina dei vescovi, Papa Francesco spiega ai fedeli cinesi l'obiettivo dell'accordo firmato: “Proprio al fine di sostenere e promuovere l’annuncio del Vangelo in Cina e di ricostituire la piena e visibile unità nella Chiesa, era fondamentale affrontare, in primo luogo, la questione delle nomine episcopali. È a tutti noto che, purtroppo, la storia recente della Chiesa cattolica in Cina è stata dolorosamente segnata da profonde tensioni, ferite e divisioni, che si sono polarizzate soprattutto intorno alla figura del Vescovo quale custode dell’autenticità della fede e garante della comunione ecclesiale”. Per questo la Santa Sede ha scelto di riconoscere gli otto vescovi nominati illecitamente. L'esperienza della clandestinità, scrive Francesco, “non rientra nella normalità della vita della Chiesa”. Perciò, dopo riflessione e preghiera, il Papa ammette di aver “deciso di concedere la riconciliazione ai rimanenti sette Vescovi 'ufficiali' ordinati senza Mandato Pontificio e, avendo rimosso ogni relativa sanzione canonica, di riammetterli nella piena comunione ecclesiale. In pari tempo, chiedo loro di esprimere, mediante gesti concreti e visibili, la ritrovata unità con la Sede Apostolica e con le Chiese sparse nel mondo, e di mantenervisi fedeli nonostante le difficoltà”.
Nuovo percorso
La firma dell'accordo provvisorio, secondo il Papa, segna l'inizio di “un percorso inedito, che speriamo aiuterà a sanare le ferite del passato, a ristabilire la piena comunione di tutti i Cattolici cinesi e ad aprire una fase di più fraterna collaborazione, per assumere con rinnovato impegno la missione dell’annuncio del Vangelo”.