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Papa Francesco: “Nucleare principale minaccia alla pace a e alla sicurezza dei popoli”

La pace deve essere costruita sulla giustizia, sullo sviluppo umano integrale, sul rispetto dei diritti umani fondamentali, sul dialogo e sulla solidarietà. Abbiamo bisogno di andare oltre la deterrenza nucleare”. E’ quanto afferma Papa Francesco in un messaggio indirizzato alla Conferenza dell’Onu, riunita fino a venerdì a New York, con lo scopo di negoziare uno strumento legalmente vincolante che porti ad eliminare totalmente le armi nucleari.

Impegnarsi per un mondo senza armi

Ricordando il suo intervento, fatto dinanzi all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel settembre del 2015, Papa Francesco sviluppa la sua riflessione partendo dai primi articoli della Carta dell’Onu, testi che evidenziano come la pace sia “la soluzione delle controversie e lo sviluppo delle relazioni amichevoli tra le nazioni”. infatti, “un’etica e un diritto basati sulla minaccia della distruzione reciproca (e potenzialmente di tutta l’umanità) sono contraddittori con lo spirito stesso delle Nazioni Unite. Dobbiamo dunque impegnarci per un mondo senza armi nucleari, applicando pienamente il Trattato di non proliferazione, nella lettera e nello spirito”.

Nucleare, una minaccia alla pace

Bergoglio pone un interrogativo: “Perché porsi questo impegnativo e lungimirante obiettivo nell’attuale scenario internazionale caratterizzato da un clima instabile di conflittualità, che è sia causa che indicazione delle difficoltà che si riscontrano nel promuovere e rafforzare il processo di disarmo e di non proliferazione nucleari?”. In effetti, aggiunge il Pontefice, “se si prendono in considerazione le principali minacce alla pace e alla sicurezza con le loro molteplici dimensioni”, quali “il terrorismo, i conflitti asimmetrici, la sicurezza informatica, le problematiche ambientali, la povertà”, sono molti i dubbi sorti sull’”inadeguatezza della deterrenza nucleare a rispondere efficacemente a tali sfide”. Il Papa definisce preoccupanti e catastrofiche le “conseguenze umanitarie e ambientali che derivano da qualsiasi utilizzo degli ordigni nucleari con devastanti effetti indiscriminati e incontrollabili nel tempo e nello spazio”. E’ altre sì preoccupante lo “spreco di risorse per il nucleare a scopo militare“. Quelle stesse risorse, infatti, suggerisce Bergoglio, “potrebbero invece essere utilizzate per priorità più significative, quali la promozione della pace e dello sviluppo umano integrale, così come la lotta alla povertà e l’attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile“.

La pace si costruisce sulla giustizia

“Dobbiamo anche chiederci quanto sia sostenibile un equilibro basato sulla paura, quando esso tende di fatto ad aumentare la paura e a minare le relazioni di fiducia fra i popoli – aggiunge -. La pace e la stabilità internazionali non possono essere fondate su un falso senso di sicurezza, sulla minaccia di una distruzione reciproca o di totale annientamento, sul semplice mantenimento di un equilibrio di potere”. Francesco sottolinea come “la pace deve essere costruita sulla giustizia, sullo sviluppo umano integrale, sul rispetto dei diritti umani fondamentali, sulla custodia del creato, sulla partecipazione di tutti alla vita pubblica, sulla fiducia fra i popoli, sulla promozione di istituzioni pacifiche, sull’accesso all’educazione e alla salute, sul dialogo e sulla solidarietà“. In questa prospettiva, dunque, “abbiamo bisogno di andare oltre la deterrenza nucleare: la comunità internazionale è chiamata ad adottare strategie lungimiranti per promuovere l’obiettivo della pace e della stabilità ed evitare approcci miopi ai problemi di sicurezza nazionale e internazionale“. Eliminare totalmente le armi nucleari, per la comunità internazionale, in questa prospettiva, diventa sia “una sfida sia un imperativo morale e umanitario”. Francesco ammette che “il conseguimento di un mondo senza armi nucleari richiede processi di lungo periodo, basati sulla consapevolezza che ‘tutto è connesso’, in un’ottica di ecologia integrale”, tuttavia, “il destino condiviso dell’umanità richiede di rafforzare il dialogo per costruire e consolidare meccanismi di fiducia e di cooperazione, capaci di creare le condizioni per un mondo senza armi nucleari”.

Una risposta collettiva all’uso delle armi

“Qualunque risposta diamo alla minaccia delle armi nucleari – aggiunge – essa deve essere collettiva e concertata, basata sulla fiducia reciproca”. Una fiducia tra le Nazioni che “può essere costruita solo attraverso un dialogo che sia sinceramente orientato verso il bene comune e non verso la tutela di interessi velati o particolari”. “L’umanità ha la capacità di lavorare insieme per costruire la nostra casa comune – rimarca il Papa -; abbiamo la libertà, l’intelligenza e la capacità di guidare e dirigere la tecnologia, così come di limitare il nostro potere, e di metterli al servizio di un altro tipo di progresso“, che sia “più umano, più sociale e più integrale”.

Verso un mondo senza nucleare

Obiettivo della Conferenza è raggiungere un Trattato ispirato da argomenti etici e morali. “Si tratta di un esercizio di speranza e mi auguro – conclude il Pontefice – che possa rappresentare anche un passo decisivo nel cammino verso un mondo senza armi nucleari. Sebbene questo sia un obiettivo di lungo periodo estremamente complesso, non è al di fuori della nostra portata”. Nel concludere il suo messaggio, Francesco augura una buona riuscita dei lavori affinché portino un grande “contributo efficace nell’avanzamento di quell’etica della pace e della sicurezza cooperativa multilaterale, di cui oggi l’umanità ha tanto bisogno”.

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