Papa Francesco, nell’udienza generale di oggi, ha pronunciato la catechesi dedicata alla santa australiana Mary MacKillop, dedita all’educazione dei poveri.
Il saluto del Papa
“Oggi bisogna avere un po’ di pazienza con questo caldo: grazie di essere venuti con questo caldo, con questo sole!”. Così il Papa ha salutato, a braccio, i fedeli presenti oggi in piazza San Pietro, in una Roma dalle temperature decisamente estive.
La figura di Santa Mary MacKillop
“Oggi andiamo in Oceania, un continente fatto di moltissime isole, grandi e piccole”, ha annunciato Francesco a proposito del ciclo di catechesi sullo zelo apostolico, che ha per oggetti “alcune figure esemplari di uomini e donne di ogni tempo e luogo, che hanno dato la vita per il Vangelo”. “La fede in Cristo, che tanti emigrati europei hanno portato in quelle terre, si è presto radicata e ha prodotto frutti abbondanti”, ha proseguito Francesco nella sua ultima catechesi prima della pausa estiva: “Tra questi c’è una religiosa straordinaria, Santa Mary MacKillop, fondatrice delle Suore di San Giuseppe del Sacro Cuore, che ha dedicato la sua vita alla formazione intellettuale e religiosa dei poveri nell’Australia rurale”.
L’importanza dell’educazione cattolica
“L’educazione cattolica è una forma di evangelizzazione. È una grande forma di evangelizzazione”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, dedicata a Mary MacKillop, fondatrice delle Suore di San Giuseppe del Sacro Cuore, che ha dedicato la sua vita alla formazione intellettuale e religiosa dei poveri nell’Australia rurale. Mary MacKillop nasce nei pressi di Melbourne da genitori emigrati in Australia dalla Scozia, ha raccontato Francesco: “Da ragazza, si sentì chiamata da Dio a servirlo e testimoniarlo non solo con le parole, ma soprattutto con una vita trasformata dalla presenza di Dio. Come Maria Maddalena, che per prima incontrò Gesù risorto e fu mandata da lui a portare l’annuncio ai discepoli, Mary era convinta di essere lei pure inviata a diffondere la Buona Notizia e ad attrarre altri all’incontro con il Dio vivente. Leggendo con saggezza i segni dei tempi, ella capì che per lei il modo migliore di farlo era attraverso l’educazione dei giovani, nella consapevolezza che l’educazione cattolica è una forma di evangelizzazione. Così, se possiamo dire che ciascun santo è una missione; è un progetto del Padre per riflettere e incarnare, in un momento determinato della storia, un aspetto del Vangelo, Mary MacKillop lo è stata soprattutto attraverso la fondazione di scuole”.
Il prendersi cura dei poveri
Il Santo Padre ha proseguito rimarcando che, una caratteristica essenziale del suo zelo per il Vangelo consisteva nel prendersi cura dei poveri e degli emarginati”, ha ricordato Francesco. “E questo è molto importante”, ha proseguito a braccio: “Nella strada della santità dei cristiani, i poveri sono protagonisti. Una persona non può andare avanti nella santità se non si dedica anche a loro, in un modo o in un altro. Sono loro che dicono che il protagonista della storia è il mendicante. Sono loro che attirano l’attenzione su questa grande ingiustizia che è la fame nel mondo. Oggi si spendono soldi per le armi, e non per il cibo. Non c’è santità senza cura per i poveri, i bisognosi coloro che sono ai margini della santità”.
Lo scopo dell’educazione
“Lo scopo dell’educazione è lo sviluppo integrale della persona sia come individuo sia come membro della comunità, e questo richiede sapienza, pazienza e carità da parte di ogni insegnante. L’educazione non consiste nel riempire la testa di idee, ma nell’accompagnare e incoraggiare gli studenti nel cammino di crescita umana e spirituale, mostrando loro quanto l’amicizia con Gesù Risorto dilati il cuore e renda la vita più umana”, ha ribadito Francesco: “Ed è aiutare a pensare bene, a sentire bene – il linguaggio del cuore – e a fare bene, il linguaggio delle mani. Questa visione è pienamente attuale oggi, quando sentiamo il bisogno di un patto educativo capace di unire le famiglie, le scuole e l’intera società.”
L’esortazione finale
In conclusione, Papa Francesco ha ricordato che “Tutti i santi hanno avuto opposizione, anche dentro la Chiesa. Mary MacKillop aveva molta fede nella Provvidenza di Dio”, ha sottolineato Francesco: “era sempre fiduciosa che in qualsiasi situazione Dio provvede. Ma questo non le risparmiava le ansie e le difficoltà derivanti dal suo apostolato, e Maria ne aveva buone ragioni: doveva pagare i conti, trattare con i vescovi e i preti locali, gestire le scuole e curare la formazione professionale e spirituale delle sue suore; e, più tardi, i problemi di salute. Tuttavia, in tutto questo, rimaneva tranquilla, portando con pazienza la croce che è parte integrante della missione. In una occasione, nella festa dell’Esaltazione della Croce, Mary disse a una delle sue consorelle: ‘Figlia mia, da molti anni ho imparato ad amare la Croce’”. La religiosa australiana, ha osservato il Papa, “non si è arresa nei momenti di prova e di oscurità, quando la sua gioia era smorzata dall’opposizione e dal rifiuto. Il segreto del suo zelo apostolico, era il rapporto continuo col Signore”. “Il discepolato missionario di Santa Mary MacKillop, la sua risposta creativa ai bisogni della Chiesa del suo tempo, il suo impegno per la formazione integrale dei giovani ispirino oggi tutti noi, chiamati ad essere lievito di Vangelo nelle nostre società in rapida trasformazione”, l’auspicio finale: “Il suo esempio e la sua intercessione sostengano il lavoro quotidiano dei genitori, degli insegnanti, dei catechisti e di tutti gli educatori, per il bene dei giovani e per un futuro più umano e pieno di speranza”