Messa mattutina a Casa Santa Marta celebrata da Papa Francesco e dedicata alla memoria di monsignor Giorgio Zur, che fu rappresentante vaticano a Mosca dal 2000 al 2002 e successivamente venne nominato nunzio apostolico in Austria.
Il commento al Vangelo
Il Pontefice ha commentato il brano tratto dal Vangelo di oggi secondo Marco. Vi si narra il miracolo della moltiplicazione dei pani, l'episodio in cui Gesù sfama cinquemila uomini. “Perché Dio ha fatto questo? Per compassione” perché le persone “erano come pecore che non hanno pastore”. Il Papa ha detto: “Il cuore di Dio, il cuore di Gesù si commosse, e vede, vede quella gente, e non può restare indifferente”. “L’amore – ha proseguito – è inquieto. L’amore non tollera l’indifferenza. L’amore ha compassione. Ma compassione significa mettere il cuore in gioco; significa misericordia. Giocare il proprio cuore verso gli altri: è questo l’amore. L’amore è mettere il cuore in gioco per gli altri”.
La compassione
Commentando il brano evangelico, Bergoglio ha osservato: “Ai discepoli non interessava la gente; interessava Gesù, perché gli volevano bene. Non erano cattivi; erano indifferenti. Non sapevano cosa fosse amare. Non sapevano cosa fosse compassione. Non sapevano cosa fosse indifferenza”. Come lo hanno imparato? Francesco ha sostenuto: “Hanno dovuto peccare, tradire il Maestro, abbandonare il Maestro, per capire il nocciolo della compassione e della misericordia”. Secondo il Papa, Gesù dà loro una risposta tagliente: “'Voi stessi date loro da mangiare'. Prenditi carico di loro. Questa è la lotta fra la compassione di Gesù e l’indifferenza, l’indifferenza che si ripete nella storia sempre, sempre”. La bontà non sempre si concilia con la compassione: “Tanta gente che è buona – ha detto il Santo Padre – ma non capisce i bisogni altrui, non è capace di compassione. È gente buona, forse perché non è entrato l’amore di Dio nel loro cuore o non lo hanno lasciato entrare”.
La foto del senzatetto
Nella sua omelia, Francesco ha fatto ricorso ad un'immagine significativa, quella ritratta in una fotografia con un senzatetto appesa sulla parete nella sede dell'Elemosineria Apostolica: “Uno scatto spontaneo che ha fatto un bravo ragazzo romano e lo ha offerto all’Elemosineria”, ha detto il Papa riferendosi a Daniele Garofani, che oggi lavora al “L’Osservatore Romano”. Il Pontefice ha descritto la scena che, secondo lui, si sarebbe svolta in inverno: “si vedeva per il modo di vestire della gente” appena uscita “da un ristorante”. “Gente – ha proseguito il Pontefice – tutta ben coperta (…) avevano mangiato, erano fra gli amici”. “C’era una senzatetto, sul pavimento“, ha continuato il Papa, osservando che il fotografo “è stato capace di scattare nel momento nel quale la gente guarda da un’altra parte, perché gli sguardi non si incrocino”. Questa scena rappresenta “la cultura dell’indifferenza”. “Questo – secondo il Papa – è quello che hanno fatto gli Apostoli”. “Congedali, che vadano per le campagne, al buio, con la fame. Che si arrangino: è problema loro”.
Contro i cristiani ipocriti, di nuovo
L'indifferenza è l'opposto della compassione: “L’opposto più quotidiano all’amore di Dio, alla compassione di Dio, è l’indifferenza: l’indifferenza”. “Io sono soddisfatto, non mi manca nulla. Ho tutto, ho assicurato questa vita, e anche l’eterna, perché vado a Messa tutte le domeniche, sono un buon cristiano”. Ritornando sulle immagini della foto: “Ma, uscendo dal ristorante, guardo da un’altra parte”.