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Papa Francesco: “La scienza sia sempre a servizio della persona”

Il Santo Padre ha ricevuto una delegazione del Dipartimento di Odontoiatria dell’Università “Federico II” di Napoli

Questa mattina, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre ha ricevuto in Udienza la Delegazione del Dipartimento di Odontoiatria dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” in occasione degli ottocento anni dalla fondazione.

L’anniversario

Sono lieto di salutarvi in occasione di un anniversario che vi fa onore e, proprio per questo, impegna la vostra responsabilità: ottocento anni sono infatti trascorsi dalla fondazione dell’Università degli Studi di Napoli. Questa istituzione accademica porta ancora oggi il nome di Federico II, l’imperatore svevo che eresse il primo studium generale nella città partenopea, dando origine a una delle più antiche università del mondo. La ricorrenza che festeggiate invita voi medici, in particolare, a fare memoria dell’illustre tradizione clinica di cui siete eredi. Essa è ben sintetizzata nel motto che unisce la lezione del greco

I principi ispiratori

Ippocrate all’autorità del latino Scribonio: primum non nocere, secundum cavere, tertium sanare. Anzitutto non nuocere, quindi prenditi cura, infine guarisci. Un buon programma sempre attuale! Non nuocere: potrebbe sembrare superfluo questo richiamo, invece obbedisce a un sano realismo: anzitutto si tratta di non aggiungere danni e sofferenze a quelli che il paziente già sta vivendo. Prenditi cura: questa è l’azione evangelica per eccellenza, quella del buon samaritano; ma va fatta con lo “stile di Dio”: vicinanza, compassione e tenerezza. Inoltre, si cura la persona nella sua totalità, non solo una parte. Guarisci: in questo voi potete assomigliare a Gesù, che guariva ogni sorta di malattie e di infermità tra la gente. Possiate essere contenti del bene fatto a chi è nella sofferenza.

L’esortazione

La saggezza classica incontra oggi una tecnologia in rapido sviluppo, che non deve mai procedere senza deontologia. Diversamente, se trascura la dignità umana, che è uguale per tutti, la medicina rischia di prestarsi agli interessi del mercato e dell’ideologia, anziché dedicarsi al bene della vita nascente, della vita sofferente, della vita indigente. Il medico esiste per sanare dal male: curare sempre! Nessuna vita va scartata. Vi esorto a coltivare una scienza che sia sempre a servizio della persona. E vi ringrazio per la competenza e la costanza del vostro lavoro: dopo ottocento anni, continuate a fare scuola!

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