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Papa Francesco: “la politica non sia un'arena di insulti”

La politica come vocazione alta. Papa Francesco lo aveva ribadito lo scorso marzo al gruppo della Pontificia Commissione per l'America Latina: “serve una vocazione al servizio” haveva ricordato ad alcuni membri riuniti nella Sala del Concistoro. Oggi, nella prima celebrazione a Santa Marta dopo la pausa estiva, il Papa è ritornato sul tema.

Pregare per i politici

Riflettendo sulla Prima Lettera di San Paolo apostolo a Timoteo, il Pontefice ha posto l'accento sulla preghiera universale: “domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini […] per i re e per tutti quelli che stanno al potere” affinché conducano “una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio”. Francesco ha voluto soffermarsi proprio sui politici come destinatari più bisognosi della preghiera di tutti: “Per i governanti, per i politici, per le persone che sono responsabili di portare avanti un’istituzione politica, un Paese, una provincia”. 

Contro l'isolamento

Da sempre, il Pontefice si schiera contro le maldicenze e lo sparlare. Spesso, bersagli sensibili sono gli stessi politici, che ricevono “adulazioni da parte dei loro favoriti o insulti”. “Qualcuno se lo merita” ha detto il Papa, ma è “come un’abitudine”. Il politico, ricorda il Santo Padre, agisce per la collettività e, in virtù del suo compito, non può essere oggetto di isolamento: “[Il politico] ha la responsabilità di condurre il Paese [e] lo lasciamo solo, senza chiedere che Dio lo benedica?” si è domandato il Papa. La risposta di Papa Francesco è lo spirito patriottico che supera le liti e contempla la preghiera: “Voglio dunque che in ogni luogo gli uomini preghino alzando al cielo mani pure, senza collera e senza polemiche” ha detto.

La politica come vocazione

Contro un'idea della politica come “cosa sporca”, il Papa ha citato le parole di Papa Paolo VI, il quale diceva che “la politica è la più alta forma di carità“: “Siamo noi a sporcare una cosa ma non è la cosa in sé che è sporca. Credo che noi dobbiamo convertirci e pregare per i politici di tutti i colori, tutti! Pregare per i governanti. È questo che Paolo ci chiede. Mentre ascoltavo la Parola di Dio, mi è venuto in mente questo fatto tanto bello del Vangelo, il governante che prega per uno dei suoi, questo centurione che prega per uno dei suoi. Anche i governanti devono pregare per il loro popolo e questo prega per un servo, forse per un domestico[…] I governanti sono responsabili della vita di un Paese. È bello pensare che se il popolo prega per i governanti, i governanti saranno capaci pure di pregare per il popolo, proprio come questo centurione che prega per il suo servo” ha infine concluso.

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