Chiedere scusa non solo ai gay, ma anche ai poveri, alle donne stuprate, ai bambini sfruttati nel lavoro e per aver benedetto tante armi. E’ quello che ha detto Papa Francesco durante la conferenza stampa sul volo che lo ha riportato in Italia dall’Armenia, meta del suo 14esimo viaggio apostolico, aggiungendo che i cristiani “devono chiedere perdono per aver accompagnato tante scelte sbagliate”.
“L’ho detto nel mio primo viaggio e lo ripeto, anzi ripeto il Catechismo della Chiesa cattolica – ha detto Francesco – i gay non vanno discriminati, devono essere rispettati, accompagnati pastoralmente. Si può condannare qualche manifestazione offensiva per gli altri. Ma il problema è che con una persona di quella condizione, che ha buona volontà, che cerca Dio, chi siamo noi per giudicare?”. Bergoglio ha sottolineato che il dovere di tutti è “accompagnare bene” tutte le persone spiegando che è quello che dice anche il catechismo. Ha poi aggiunto che in alcuni Paesi ci sono altre tradizioni, altre mentalità e anche persone che hanno una visione diversa riguardo all’argomento.
Parlando con i giornalisti, inoltre, il Pontefice è tornato a parlare della Brexit, sottolineando che l’aria di divisione che si respira non riguarda solo l’Europa, ma anche gli stessi Paesi. A tale proposito ha portato come esempio quello della Scozia e quello della Catalogna, dove lo scorso anno è stato indetto un referendum per capire se gli abitanti volessero realmente l’indipendenza dalla Spagna.
“Queste divisioni – ha detto il Pontefice – non dico che sono pericolose, ma dobbiamo studiarle bene e prima di fare un passo avanti parlare bene tra noi e cercare soluzioni percorribili”. Francesco ha detto di non aver studiato “il perché il Regno Unito abbia voluto prendere questa decisione. Ma ci sono divisioni per l’indipendenza, che si fanno per emancipazione, come quelle degli Stati che erano delle colonie, e ci sono secessioni”.
“L’emancipazione è una cosa più comprensibile – ha osservato – perché c’è dietro una cultura, un modo di pensare. Invece la secessione di un Paese, come nel caso della Scozia, è una cosa che può dar luogo a una balcanizzazione, senza nessuna offesa per i Balcani. Secessione non è emancipazione. Dietro ci sono storie, culture, malintesi”. “Per me – ha quindi detto il Papa – unità è sempre superiore a conflitto, ma ci sono diverse forme di unità. E sempre fratellanza, qui sto parlando della Brexit e dell’Ue, è migliore dell’inimicizia e della distanza. E i ponti sono migliori dei muri. Questo deve far riflettere”.
“Un passo che deve dare l’Unione europea per ritrovare la forza delle sue radici è un passo di creatività, e anche di sana ‘disunione’, dare più libertà ai paesi dell’Unione, pensare un’altra forma di Unione”. “Essere creativi – ha affermato – nei posti di lavoro, nell’economia, non è pensabile che in paesi come l’Italia ci siano così tanti giovani senza lavoro. C’è qualcosa che non va in questa Unione ‘massiccia’. Ma non buttiamo via il bambino con l’acqua sporca dalla finestra”. “Occorre ricreare – ha concluso -. Ricreare è una cosa che sempre si deve fare: e questo dà vita e voglia di vivere. E dà fecondità. Per l’Unione Europea secondo me due sono le parole-chiave: creatività e fecondità”.
Infine, Francesco ha risposto ai cronisti sulle dichiarazioni di monsignor George Gaenswin sul ministero petrino che ora sarebbe condiviso tra due Papi, uno attivo e uno contemplativo. A questo proposito Francesco, dopo aver spiegato di non aver letto queste dichiarazioni per mancanza di tempo, ha ribadito che “c’è solo un Papa. L’altro, Benedetto XVI, è un Papa emerito, una figura che prima non c’era e a cui lui, con coraggio, preghiera, scienza, e anche teologia, ha aperto la strada – ed ha aggiunto -, non ho mai dimenticato il discorso che fece ai cardinali il 28 febbraio di tre anni fa: ‘ di sicuro tra voi c’è il mio successore, a lui prometto obbedienza’. E l’ha fatto”. Poi Papa Francesco, prima di concludere l’intervista, ha ricordato che il 28 giugno sarà il 65esimo anniversario di dell’ordinazione sacerdotale di Benedetto XVI. “Ci sarà un piccolo atto, con i capi dei dicasteri, poca gente, perché lui preferisce una cosa discreta, ha accettato, ma molto modestamente – ha dichiarato Francesco -. Ci sarò io e dirò qualcosa a questo grande uomo di preghiera, di coraggio, che è il Papa emerito, non il secondo Papa, che è fedele alla sua parola, che è un uomo di Dio, è molto intelligente, e per me è il nonno saggio a casa”.