Chiesa Cattolica

Papa Francesco invoca la pace: “Stringersi la mano è possibile”

Papa Francesco rinnova, ancora una volta, il suo appello alla pace, vedendo nella prossima Conferenza internazionale sulla situazione umanitaria a Gaza (prevista in Giordania) un’occasione per mettere in atto iniziative adeguate affinché cessi ogni conflitto: “Incoraggio la Comunità internazionale – ha detto al termine dell’Angelus – ad agire urgentemente, con ogni mezzo, per soccorrere la popolazione di Gaza stremata dalla guerra. Gli aiuti umanitari devono poter arrivare a chi ne ha bisogno, e nessuno lo può impedire”.

Una pace possibile

Francesco, inoltre, ha ricordato il decimo anniversario dell’Invocazione della pace in Vaticano, partecipate dall’allora presidente israeliano, Shimon Peres, e da quello palestinese, Abu Mazen: “Quell’incontro ci testimonia che stringersi la mano è possibile, e che per fare la pace ci vuole coraggio, molto più coraggio che per fare la guerra. Pertanto incoraggio i negoziati in corso tra le parti, anche se non sono facili, ed auspico che le proposte di pace, per il cessate-il-fuoco su tutti i fronti e per la liberazione degli ostaggi, vengano subito accettate per il bene dei palestinesi e degli israeliani”.

La libertà di Gesù

La riflessione del Santo Padre ha poggiato sulla lettura del brano evangelico che mostra Gesù agli inizi del suo ministero pubblico. Un momento nel quale egli “si trovò di fronte a una duplice reazione: quella dei suoi parenti, che erano preoccupati e temevano fosse un po’ impazzito, e quella delle autorità religiose, che lo accusavano di agire mosso da uno spirito maligno”. Impressioni che, in realtà, non tenevano conto del fattore più importante: “Gesù predicava e guariva i malati con la forza dello Spirito Santo. E proprio lo Spirito lo rendeva divinamente libero, cioè capace di amare e di servire senza misura e senza condizionamenti”. Una libertà, quella di Gesù, che si accosta naturalmente alla gratuità del suo ministero.

L’amore gratuito di Dio

La libertà di Gesù è quella di chi abbraccia la via della fede e della cura del prossimo. Una libertà. “E questo è importante anche per noi. Infatti, se ci facciamo condizionare dalla ricerca del piacere, del potere, dei soldi o dei consensi, diventiamo schiavi di queste cose. Se invece permettiamo all’amore gratuito di Dio di riempirci e dilatarci il cuore, e se lo lasciamo traboccare spontaneamente ridonandolo agli altri, con tutto noi stessi, senza paure, calcoli e condizionamenti, allora cresciamo nella libertà, e diffondiamo il suo buon profumo anche attorno a noi”.

Damiano Mattana

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