Esordisce parlando diĀ Europa, Papa Francesco che,Ā nell'ampia intervista fatta dal giornalista Domenico Agasso Jr per il quotidianoĀ La Stampa, non manca di toccare i punti piĆ¹ salienti di un periodo critico dal punto di vista globale. Crisi, nella sua etimologia greca, significa “rilfessione”, e per il Pontefice ĆØ il periodo consono per avviare un atteggiamento consapevole per i proponimenti delĀ futuro.Ā
Appello all'Europa
“L'Europa non puĆ² e non deve sciogliersi”. Con questa frase concisa, il Pontefice vuole esprimere il suo pensiero netto verso qualsiasi velleitĆ che mina la stabilitĆ del Vecchio Continente. Per Francesco, l'Europa daĀ salvareĀ “ĆØ unāunitĆ storica e culturale oltre che geografica. Il sogno dei Padri Fondatori ha avuto consistenza perchĆ© ĆØ stata unāattuazione di questa unitĆ . Ora non si deve perdere questo patrimonio”.Ā
Dialogo e ascolto
PerchĆ© questo sia possibile, sono necessarie due parole:Ā dialogoĀ eĀ ascolto. Due sfide, che richiedono una predisposizione all'apertura, avversa alla chiusura:Ā “Il meccanismo mentale deve essere 'prima l'Europa, poi ciascuno di noi'” dice il Papa, sondando quella vocazione alla partecipazione e all'impegno civili centrali nella vita politica. Direttamente legatoĀ al dialogo, ĆØ l'atteggiamento dell'ascolto, spesso offuscato dai “monologhi di compromesso”.Ā
IdentitĆ
Punto di partenza ĆØ il riconoscimento della propriaĀ identitĆ , “una ricchezza” che non ĆØ monolitica, unĀ eidolon, ma va integrata con il dialogo. Il Papa desume una metafora dall'atteggiamento evangelico aperto all'ecumenismo: “io non posso fare ecumenismo, se non partendo dal mio essere cattolico, protestante, ortodosso”. L'identitĆ di Papa Francesco assume valore se in relazione al tutto, che le ĆØ superiore perchĆ© la include.
Sovranismo e populismo
Diametralmente opposte all'identitĆ e all'ascolto, sono altre due parole: il sovranismo e il populismo.Ā Nell'intervsta la preoccupazione di Papa Francesco ĆØ netta e percepibile: “Sono preoccupato perchĆ© si sentono discorsi che assomigliano a quelli di Hitler nel 1934. 'Prima noi…': sono pensieri che fannoĀ paura“. Il sovranismo che scruta Papa Francesco ĆØ un atteggiamento che porta alla chiusura e alle guerre. Altra parola deprecabile ĆØĀ ilĀ populismo,Ā che il Papa distingue dalĀ popolarismo, la cultura del popolo:Ā “Il popolo ĆØ sovrano, invece i populismi ci portano a sovranismi”.Ā
Aperti ai migranti
Sull'accoglienza, tema centrale nella questione sui migranti, importante ĆØ ilĀ diritto alla vita: “Gli immigrati arrivano soprattutto per fuggire dalla guerra o dalla fame, dal Medio Oriente e dallāAfrica. Sulla guerra, dobbiamo impegnarci e lottare per la pace. La fame riguarda principalmente lāAfrica. Il continente africano ĆØ vittima di una maledizione crudele: nellāimmaginario collettivo sembra che vada sfruttato. Invece una parte della soluzione ĆØ investire lƬ per aiutare a risolvere i loro problemi e fermare cosƬ i flussi migratori”. Il Pontefice invita all'ascolto come tipico compito del cristiano: ricevere-accompagnare-promuove-integrare ĆØ una sequenza che spinge a “ragionare su quanti migranti si possono accogliere”. I migrantiĀ possono rappresentare una ricchezza: “Ci sono Stati che hanno bisogno di gente, penso allāagricoltura. Ho visto che recentemente di fronte a un'emergenza qualcosa del genere ĆØ successo: questo mi dĆ speranza”
Verso l'Amazzonia
Un “Sinodo di urgenza“: cosƬ il Papa ha definito il prossimo Sinodo sull'Amazzonia, poichĆ© nasce dall'esigenza di incentivare la consapevolezza sulle implicazioni sociali del rapporto umano con il Creato. Come ha ricordato, “Il Sinodo ĆØ figlio della Laudato sƬ”, che “non ĆØ unāenciclica verde, ĆØ un'enciclica sociale, che si basa su una realtĆ 'verde', la custodia del Creato”. ĆØ, infatti, questo l'obiettivo del Sinodo: creare un luogo in cui riflettere sulla missione evangelizzatrice dell'uomo di oggi in relazione alle minacce per la stessa natura. Oggi – ricorda il Papa – ve ne sono tante: “La minaccia della vita delle popolazioni e del territorio deriva da interessi economici e politici dei settori dominanti della societĆ ” denuncia. La risposta, dunque, che l'uomo puĆ² dare ĆØ “Eliminare le proprie connivenze e corruzioni. […] assumersi responsabilitĆ concrete” su temi urgenti, come “le miniere a cielo aperto, che avvelenano l'acqua” e “la questione dei fertilizzanti”. Alla domanda dell'intervistatore su quanto incide la condotta di ciascuno, il Pontefice ha risposto: “Incide eccome, perchĆ© si tratta di azioni concrete”. Davanti, ancora una volta la speranza riposta nei giovani, quelli piĆ¹ sensibili a una presa di coscienza: “in particolare nei movimenti di giovani ecologisti, come quello guidato da Greta Thunberg, 'Fridays for future'. Ho visto un loro cartello che mi ha colpito: 'Il futuro siamo noi!'”