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Papa Francesco: “Il matrimonio e la famiglia siano decisivi per la vita dei popoli”

Il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza la Comunità Accademica del Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II

Questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza la Comunità Accademica del Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia.

L’importanza della famiglia

“Il matrimonio e la famiglia siano decisivi per la vita dei popoli: da sempre la Chiesa se ne prende cura, li sostiene e li evangelizza”. A ricordarlo è stato il Papa, ricevendo in udienza la comunità accademica del Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia. “Purtroppo, ci sono Paesi in cui le autorità pubbliche non rispettano la dignità e la libertà cui ogni essere umano ha inalienabile diritto quale figlio di Dio”, il grido d’allarme di Francesco: “Spesso vincoli e imposizioni pesano soprattutto sulle donne, costringendole in posizioni di subalternità. E questo è molto brutto”. “Fin dall’inizio, invece, tra i discepoli del Signore ci sono state anche donne, e in Cristo Gesù – scrive San Paolo – non c’è più uomo né donna”, ha sottolineato il Papa, che poi ha precisato: “Questo non vuol dire che la differenza tra i due sia annullata, bensì che nel piano della salvezza non c’è discriminazione tra l’uomo e la donna: entrambi appartengono a Cristo, sono discendenza di Abramo ed eredi secondo la promessa”. “E parlando delle donne, un vecchio prete mi diceva”, ha raccontato a braccio: “Stia attento a non sbagliare, perché dal giorno del giardino dell’Eden comandano loro”.

La Chiesa non chiuda la porta

“La Chiesa non chiude la porta a coloro che faticano nel cammino di fede, anzi, spalanca la porta, perché tutti hanno bisogno di un’attenzione pastorale misericordiosa e incoraggiante. “L’ha detto Gesù: ‘Andate alle strade e portate tutti, i buoni e i cattivi’. Non dimenticare quel tutti, che è un po’ la vocazione della Chiesa, madre di tutti”. “La logica dell’integrazione pastorale è la chiave dell’accompagnamento pastorale per quanti convivono rinviando indefinitamente il loro impegno coniugale e per le persone divorziate e risposate”, ha spiegato Francesco: “Sono battezzati, sono fratelli e sorelle, lo Spirito Santo riversa in loro doni e carismi per il bene di tutti la loro presenza nella Chiesa testimonia la volontà di perseverare nella fede, malgrado le ferite di esperienze dolorose”. “Senza escludere nessuno, la Chiesa promuove la famiglia, fondata sul matrimonio, contribuendo in ogni luogo e in ogni tempo a rendere più solido il vincolo coniugale, in virtù di quell’amore che è più grande di tutto: la carità”, ha osservato il Papa, secondo il quale “la forza della famiglia risiede essenzialmente nella sua capacità di amare e di insegnare ad amare; per quanto una famiglia possa essere ferita, può sempre crescere a partire dall’amore”. “Nella famiglia le ferite si guariscono con l’amore”, ha aggiunto a braccio. Soffermandosi, infine, sullo “stile sinodale” della Chiesa, Francesco ha affermato ancora fuori testo che “in questo stile di Chiesa è molto importante l’annuncio della Parola, ma prima ancora l’ascolto della Parola, la Parola che viene predicata e che viene dalle voci degli altri, perché Dio parla a tutti”.

Lo sguardo al futuro

L’ultimo Sinodo ha arricchito la consapevolezza ecclesiale di tutti i partecipanti: l’unità stessa della Chiesa esige infatti l’impegno di superare estraneità o conflitti culturali, costruendo armonie e intese tra i popoli. All’Istituto Giovanni Paolo II spetta una speciale cooperazione su questo terreno, mediante studi e ricerche che sviluppino una conoscenza critica dell’atteggiamento di diverse società e culture nei confronti del matrimonio e della famiglia. Perciò ho voluto che l’Istituto estendesse l’attenzione anche «agli sviluppi delle scienze umane e della cultura antropologica in un campo così fondamentale per la cultura della vita» È bene che le sedi dell’Istituto, presenti in diversi Paesi del mondo, svolgano le proprie attività in dialogo con studiosi e istituzioni culturali anche di impostazioni differenti, come già avviene con l’Università Roma Tre e l’Istituto Nazionale Tumori. Auspico che in ogni parte del mondo l’Istituto sostenga gli sposi e le famiglie nella loro missione, aiutandoli a essere pietre vive della Chiesa e testimoni di fedeltà, di servizio, di apertura alla vita, di accoglienza. Camminiamo insieme nella sequela di Cristo! Questo stile sinodale corrisponde alle grandi sfide di oggi, davanti alle quali le famiglie sono segno della fecondità e della fraternità fondate sul Vangelo.

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