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Papa Francesco è arrivato in Thailandia

E'iniziato con l'arrivo a Bangkok, alle 12.02 (le 6.02 in Italia), il 32esimo viaggio apostolico di Papa Francesco, un viaggio lungo e impegnativo che lo vedrà fino al 23 novembre in Thailandia e poi in Giappone fino al 26. Dopo l’arrivo e l’accoglienza ai piedi della scaletta dell’aereo, il Papa si trasferirà alla nunziatura apostolica di Bangkok, dove dopo il pranzo, nel pomeriggio celebrerà la Messa in privato.

Il viaggio

Alle ore 18.20, lasciato il Vaticano, il Santo Padre si è trasferito in auto all’Aeroporto internazionale di Roma-Fiumicino da dove, alle ore 19.16, a bordo di un A330 dell’Alitalia, è partito alla volta di Bangkok. Alle ore 18.00, prima di lasciare Casa Santa Marta, il Papa ha incontrato una decina di anziani soli ospitati dalle Piccole Sorelle dei Poveri a San Pietro in Vincoli. Il piccolo gruppo era accompagnato dall’elemosiniere apostolico, card. Konrad Krajewski. L’arrivo all’Aeroporto di Bangkok era previsto per le ore 12.30 locali (6.30 ora di Roma), m al'aereo del Papa è atterraro in anticipo. Ad accogliere Francesco all'aeroporto di Bangkok, scrive vaticannwes.va, un membro del Consiglio della Corona e sei autorità del Paese del sud est asiatico, insieme ai vescovi e a 11 bambini rappresentanti delle diocesi presenti sul territorio con i tipici abiti tradizionali, in cui i cattolici sono poco più di 300 mila. Un gruppetto di loro da subito ha potuto salutare il Papa all'uscita dell'aeroporto da dove è partito in auto verso la nunziatura, per pranzare, riposare e nel pomeriggio, celebrare la Messa in privato. Ad accoglierlo allo scalo di Bangkok anche la cugina suor Ana Rosa Sivori, 77 anni, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che farà da interprete al Papa in alcuni incontri in terra thailandese.

Il programma di oggi

I primi appuntamenti e i primi discorsi, 8 solo nella tappa thailandese, inizieranno domani, 21 novembre, quando in Italia saranno quasi le 3 di notte. Il Papa sarà ospite, alla Governmental House per la Cerimonia di benvenuto, del Primo ministro, il generale Prayuth Chan-ocha dove prenderà la parola davanti alle Autorità, alla società civile e al corpo diplomatico. Poi, il primo incontro interreligioso di questo viaggio, con il Patriarca supremo dei buddisti Somdej Phra Maha Muneewong, nella dimora storica che è il tempio Wat Ratchabophit Sathit Maha Simaram e, intorno alle 4.50 ora italiana, il trasferimento al St. Louis Hospital fondato dai cattolici nel 1898 e ora centro medico di eccellenza, per l'incontro con il personale e l'abbraccio ad un gruppo di malati. La prima intensa giornata di Francesco a Bangkok si completerà nel pomeriggio thailandese, con la visita privata al Re e con la prima Messa, nello stadio Nazionale di Bangkok, che può ospitare 65 mila persone.

I telegrammi e messaggi in volo

“Cari amici di Thailandia e Giappone, in attesa di incontrarci preghiamo insieme perché questi giorni siano pieni di grazia e gioia”, ha scritto su Twitter Bergoglio. Al momento di lasciare il territorio italiano Papa Francesco ha inviato un messaggio al presidente della Repubblica Sergio Mattarella in cui ha spiegato le ragioni del suo viaggio apostolico in Asia nel suo “vivo desiderio di incontrare i fratelli nella fede e gli abitanti di quelle nobili nazioni”. “Nel momento in cui lascio il territorio italiano per recarmi in visita pastorale in Thailandia e Giappone – scrive il Pontefice – mosso dal vivo desiderio di incontrare i fratelli nella fede e gli abitanti di quelle nobili nazioni, mi è gradito rivolgere a lei signor presidente e all’intero popolo italiano l’espressione del mio beneaugurante saluto, che accompagno con cordiali auspici di serenità e di mutua cooperazione per il bene comune”. A seguire Francesco ha attraversato lo spazio aereo di Croazia, Bosnia-Erzegovina, Serbia, Montenegro e Bulgaria, Paese di cui ha ricordato con piacere la recente visita dello scorso maggio. Una benedizione e una preghiera di pace, gioia e prosperità è stata rivolta ai capi di Stato e ai cittadini di questi Paesi. La benedizione Divina e analoghi auspici di pace e benessere sono stati impartiti ai presidenti e ai popoli di Turchia, Iran, Afghanistan, Pakistan, India e Myanmar, gli altri Stati attraversati prima di atterrare a Bangkok. Ai giornalisti che sono in aereo con lui,  prima di passare nel corridoio per un saluto personale, ha detto : “Buonasera, grazie per accompagnarmi in questo viaggio, grazie per il vostro lavoro, fa tanto bene alla gente essere informata, conoscere queste culture che sono lontane dall’Occidente“.

Il logo del viaggio

Il logo che accompagna la tappa di Francesco in Thailandia è rappresentato da una croce con tre vele che simboleggia la Trinità a guida dei missionari, e da una barca che rappresenta il loro annuncio, tenuta nella mano dalla Vergine cui i religiosi si affidavano durante i loro viaggi. All'interno della cornice anche il contesto in cui si compie il 32esimo viaggio del Papa, cioè i 350 anni del vicariato apostolico del Siam (oggi Thailandia) eretto nel 1669. I primi missionari a stabilirsi in questo territorio sono stati i domenicani portoghesi nel 1567, a seguire i francescani e i gesuiti con il comune obiettivo di proclamare il Vangelo alle genti. I cattolici rappresentano meno dell'1% della popolazione tailandese, ma sono molto apprezzati in ambito formativo, grazie a scuole, asili e per la loro assistenza ai poveri e bisognosi di ogni religione.

Il videomessaggio ai giovani vietnamiti

 

Pubblichiamo di seguito il testo del Videomessaggio che il Santo Padre Francesco ha inviato ai giovani vietnamiti in occasione della Giornata della Gioventù organizzata nelle diocesi settentrionali del Vietnam, che si svolge il 19 e il 20 novembre presso la Basilica Minore di Phú Nhai a Bùi Chu, sul tema “Vai nella tua casa, dai tuoi”:

“Cari giovani vietnamiti!

So che state vivendo un momento gioioso e significativo in questa Giornata della Gioventù organizzata nelle diocesi settentrionali del Vietnam. Vi siete ritrovati insieme numerosi, come giovani cattolici: ringraziamo Dio per questa opportunità! Con il mio cuore mi unisco a voi. E ho anche per voi un messaggio, che ruota attorno a una parola: “casa”, parola che si ritrova nel tema della vostra Giornata: “Va’ nella tua casa, dai tuoi”.

Nella cultura vietnamita, così come in altre culture asiatiche, nessuna parola è tanto meravigliosa quanto “casa”. Essa avvolge tutto ciò che è più caro al cuore di una persona umana, include non solo famiglia, parentela, ma anche terra natale e patria. Ovunque tu vada, porti sempre con te la tua “casa”. Da questa “casa” scaturisce la vostra cultura, che esprime le tradizioni familiari, promuove l’amore per i vicini, nutre la virtù di onorare i genitori, e custodisce lo straordinario rispetto per gli anziani. “Va’ nella tua casa” significa quindi un cammino che vi fa ritornare alla vostra originalità e approfondire il vostro patrimonio tradizionale e culturale. Sono i vostri tesori. Non perdeteli mai!

In quanto battezzati, poi, siete eredi di un’altra “casa”, più grande, vale a dire la Chiesa. La Chiesa è una casa, la vostra casa. Siete stati fortunati a nascere dal grembo di una Chiesa eroica, ricca dei testimoni luminosi. Penso ai santi Martiri vietnamiti. Penso ai vostri nonni e genitori che hanno sofferto per la guerra, perdendo quasi tutto tranne la loro fede, che vi hanno trasmesso come l’eredità più preziosa. Ecco, in questa casa della Chiesa potete sempre tornare ad attingere forza e ispirazione per la vostra fede; qui potete sempre formare la vostra coscienza nella dignità; qui ciascuno di voi può trovare la strada della vita secondo la chiamata di Dio.

Non dobbiamo dimenticare che la vostra è una Chiesa nata da missionari generosi ed entusiasti. In un rapporto inviato a Roma, il missionario gesuita Alexandre de Rhodes, raccontava questa definizione che correva tra i vietnamiti: “I cattolici sono coloro che si amano l’un l’altro. È la religione dell'Amore”. Che questi modelli dei vostri primi cristiani vi guidino; e che la gratitudine verso di loro sia sempre per voi fonte di entusiasmo missionario.

Dunque, è importante non pensare al vostro tema “Va’ nella tua casa” solo come un invito a ritornare. Non pensate a “casa” come a qualcosa di chiuso e limitato. Anzi, ogni cammino dato dal nostro Signore è sempre un andare missionario per «annunciare ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te» (Mc 5,19). Non dimenticate che siete ancora una minoranza tra la vostra gente. C’è ancora una maggioranza che ha il diritto e che sta aspettando di ascoltare l’annuncio del Vangelo. Il mandato di Cristo quindi è ancora urgente per voi oggi. Ora tocca a voi il compito di costruire una Chiesa-casa giovane e gioiosa, piena di vita e fraternità. Che mediante la vostra testimonianza i messaggi salvifici di Dio raggiungano i cuori dei vostri vicini e connazionali. Sempre la testimonianza, mai il proselitismo!

'Come svolgere questo compito?' – mi potete domandare. Vi propongo queste tre caratteristiche, per la vostra testimonianza in questo tempo: onestà, responsabilità e ottimismo. Tutte e tre accompagnate dal discernimento.

In una società mondiale guidata dal materialismo è difficile essere fedeli alla propria identità e alla propria fede religiosa senza la capacità di discernimento, e questo succede in tutte le città e in tutti i Paesi del mondo. Può darsi che l’onestà spesso causi degli svantaggi. Può darsi che il senso di responsabilità porti disagi e richieda sacrifici. Può essere che l’ottimismo appaia strano davanti alle realtà corrotte di questa società mondiale. Ma proprio questi valori sono ciò che la vostra società, e anche vostra Chiesa, necessitano da voi. “In mezzo a loro voi risplendete come astri nel mondo”. Non abbiate paura di far risplendere la vostra bella identità cattolica. Questo vi renderà anche più patriottici, più vietnamiti: un grande amore alla vostra Patria, una grande lealtà come patrioti. Vi esorto a rispondere con creatività e valorizzare i programmi della vostra Conferenza episcopale per questi tre anni, la cui priorità è la pastorale giovanile. Vi sostenga l’esempio del Servo di Dio Cardinale Van Thuan, grande testimone della speranza.

Cari amici, vi auguro che questa Giornata sia per voi un pellegrinaggio alle vostre radici culturali e religiose, un’esperienza di fede rafforzata, e specialmente un senso missionario rinnovato. Amate la vostra casa! La vostra casa familiare e la vostra casa che è la Patria. Amate il popolo vietnamita, amate il vostro Paese! Siate veri vietnamiti, con amore per la Patria.

E infine vorrei, insieme con voi tutti, affidare al Signore, Padre misericordioso, i trentanove migranti vietnamiti che sono morti in Inghilterra il mese scorso. È stato doloroso, preghiamo tutti per loro. Dio vi benedica. Buona giornata e non dimenticate di pregare per me. Cha Chào Chúng Con [Vi saluto]”, conclude il Pontefice.

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