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Papa Francesco: “Dio è Padre, non padrone”

Seconda Udienza Generale del Santo Padre dell'anno nuovo. In Sala Nervi, il Pontefice ha continuato la catechesi sul Padre Nostro, facendo riferimento al Vangelo di Luca che – ha detto Bergoglio – descrive “la figura di Cristo in un'atmosfera densa di preghiera”.

Gesù orante

Francesco ha ripercorso il rapporto di Gesù con la preghiera, sottolineando lo spazio che trova nel Vangelo di Luca. “Ogni passo della vita di Gesù – ha detto Bergoglio – è come sospinto dal soffio dello Spirito che lo guida in tutte le azioni”. “Gesù – ha proseguito – si ritira spesso nella solitudine per pregare”. Sapere che Gesù prega per noi ci consola: “Consola sapere che Gesù prega per ognuno di noi perchè la nostra fede non venga meno”.

La morte

Francesco ha evidenziato come la dimensione orante sia presente anche nel momento della Crocifissione: “Persino la morte del Messia è immersa in un clima di preghiera e le ore di passione appaiono segnate da una calma sorprendente: consola le donne, prega per i suoi predecessori, promette il paradiso al buon ladrone”. Secondo il Papa, “la preghiera di Gesù pare attutire le emozioni più violente, i desideri di vendetta e di rivalsa, riconcilia l’uomo con la sua nemica più acerrima, con questa nemica che è la morte”.

Insegnaci a pregare

Ancora nel Vangelo di Luca si trova la richiesta di essere educati da Gesù alla preghiera: “Anche noi – ha detto il Papa – possiamo dire al Signore; insegnami a pregare. Da questa richiesta nasce un insegnamento abbastanza esteso, attraverso il quale Gesù spiega ai suoi con quali parole e con quali sentimenti si devono rivolgere a Dio. La prima parte di questo insegnamento è proprio il Padre Nostro“. Il Papa ha esortato a pregare così: “Padre, che sei nei cieli..Padre, quella parola molto bella da dire. Sentire che abbiamo un padre, non un padrone nè un patrigno, no…un padre”.

Dio è Padre

Questo è il modo più bello con cui rivolgersi a Dio, secondo Francesco. “Ci rivolgiamo a Dio chiamandolo innanzitutto Padre“. Il Papa poi ha fatto riferimento ala parabola dell’amico disturba una famiglia nel sonno “perché all’improvviso è arrivata una persona da un viaggio e non ha pani da offrirgli”: “Gesù – ha detto il Pontefice – vuole insegnarci a pregare e ad insistere nella preghiera. E subito dopo fa l’esempio di un padre che ha un figlio affamato”. “Gesù – secondo il Papa – fa capire che Dio risponde sempre, che nessuna preghiera rimarrà inascoltata perché lui è padre e non dimentica chi soffre”. Spesso abbiamo la sensazione che le nostre preghiere non trovano ascolto. Francesco ha spiegato quest'aspetto: “Queste affermazioni ci mettono in crisi perchè alcune nostre preghiere sembra che non ottengano alcun risultato. Quante volte abbiamo chiesto e non ottenuto, bussato e trovato una porta chiusa? Gesù ci raccomanda, in quei momenti, di insistere e di non darci per vinti”.

La preghiera trasforma

Il Papa chiede di insistere perché “la preghiera trasforma sempre la realtà” e  “se non cambiano le cose attorno a noi, almeno cambiamo noi”. Abbiamo la certezza, ci ricorda il Santo Padre, che Dio risponderà perché “Gesù ha promesso il dono dello Spirito Santo ad ogni uomo  e ad ogni donna che prega”. “L’unica incertezza – ha chiarito Bergoglio – è dovuta ai tempi, ma non dubitiamo che Lui risponderà. Magari ci toccherà insistere per tutta la vita, ma Lui risponderà. Ce lo ha promesso; Lui non è come un padre che dà una serpe al posto di un pesce”. Tutti troveremo quella felicità che coviamo nel cuore: “Il desiderio di felicità che tutti portiamo nel cuore – ha detto Francesco – un giorno si compirà”. E sarà un “giorno di gloria e di risurrezione“. Dunque, “pregare è fin da ora la vittoria sulla solitudine e sulla disperazione”. “La preghiera – ha ribadito il Papa – cambia la realtà, o cambia le cose o cambia il nostro cuore ma sempre cambia. È come vedere ogni frammento del creato che brulica nel torpore di una storia di cui a volte non afferriamo il perché. Ma è in movimento, in cammino”. Francesco ha così concluso la sua catechesi: “Ma..cosa c'è alla fine della preghiera, di un tempo che stiamo pregando, alla fine della vita?… c’è un Padre che aspetta tutto e tutti con le braccia spalancate; guardiamo questo Padre”.

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