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Papa Francesco agli atleti del Pentathlon: “Sport che moltiplica la funzione educativa”

Papa Francesco ha ricevuto in udienza per la prima volta i dirigenti e gli atleti della nazionale di Pentathlon, sport che prevede prove di scherma, nuoto, equitazione, tiro a segno e corsa

“Non è solo una somma, ma una moltiplicazione, perché il pentatleta non è un robot che deve eseguire alla perfezione una serie di prestazioni, è una persona, e dunque l’operazione è molto più complessa. Non si deve aggiungere una cosa all’altra, si deve armonizzare”.

Così Papa Francesco ha descritto il pentathlon ricevendo in udienza per la prima volta – come ha rivelato lui stesso – i dirigenti e gli atleti della nazionale di Pentathlon. A guidare la delegazione azzurra saranno il presidente della Federazione Italiana Pentathlon Moderno Fabrizio Bittner e il Segretario Generale Filippo de’ Liguori Carino.

Il discorso del Papa agli atleti del Pentathlon

Cari amici, buongiorno! Ringrazio il Presidente per le sue gentili parole e do il mio benvenuto a tutti voi, dirigenti della Federazione Italiana Pentathlon Moderno e atleti della squadra nazionale.

È la prima volta che incontro una rappresentativa di questo sport, che prevede le prove di scherma, nuoto, equitazione, tiro a segno e corsa. Una disciplina molto antica, che è stata modificata in epoca moderna secondo questa modalità. L’atleta deve dare il meglio di sé in cinque sport molto diversi tra loro, che richiedono doti ed esercizi differenti. Di conseguenza emerge la fisionomia di un atleta poliedrico, versatile, che sviluppa vari aspetti del corpo e della mente. Questa caratteristica del pentathlon moltiplica, per così dire, la funzione educativa dello sport.

Direi che non è solo una somma, ma una moltiplicazione, perché il pentatleta non è un robot che deve eseguire alla perfezione una serie di prestazioni, è una persona, e dunque l’operazione è molto più complessa. E proprio qui sta la valenza educativa, perché nella vita noi siamo chiamati ad agire così, mettendo in atto diverse dimensioni di noi stessi, a seconda dei contesti, delle relazioni, dei momenti, e così via.

Se ad esempio sei un genio matematico ma non sai fare altro, avrai problemi nella vita. E così per ogni cosa: l’eccellenza va bene, ma la qualità della vita non dipende da quella, dipende da una buona media nelle diverse situazioni. Anche qui emerge il valore del poliedro, di una personalità poliedrica, che presuppone una forte unità, un centro solido, una grande coerenza e, nello stesso tempo, la capacità di cambiare, di adattarsi, di spostarsi… Una stabilità nella versatilità.

Cari amici, vi ringrazio perché con questa vostra disciplina sportiva ci date un esempio vivente di tutto questo. Sappiamo tutti che nella vita è molto più difficile che nello sport!  Ma lo sport ci può aiutare, perché ci insegna che con la pazienza, con l’esercizio, con la creatività e la perseveranza si può migliorare, si possono raggiungere traguardi che sembravano impensabili. E questo avviene attraverso una dimensione che sta al di sotto di tutte le altre e le anima tutte, che è la dimensione spirituale. Non mi riferisco a quella psicologica, che pure è decisiva, ma proprio a quella spirituale, cioè alla nostra relazione con il senso del vivere, del nostro essere e delle nostre relazioni.

Al centro dell’essere umano c’è un cuore, non in senso fisico, ma simbolico, un cuore che sa ricevere e dare amore. E so che voi, come Federazione, cercate di impegnarvi in questa dimensione anche con gesti concreti di solidarietà. Vi ringrazio in particolare per l’appoggio che date all’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù”, sia per la ricerca sia per il sostegno logistico ai bambini e ai loro familiari. Grazie! Questa è una gara più esigente, ma il premio riempie la vita e dura per sempre. Vi auguro i migliori risultati, sia nelle gare sia nel servizio associativo. Benedico di cuore tutti voi e i vostri cari. E vi chiedo per favore di pregare per me. Grazie!

Fonte: AgenSIR

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