In occasione della Domenica della Parola di Dio che quest’anno ha per tema: “Spero nella Tua parola” e del Giubileo del Mondo della Comunicazione, il Santo Padre ha presieduto la Santa Messa nella Basilica Vaticana.
Le parole del Santo Padre
Il Vangelo che abbiamo ascoltato ci annuncia il compimento di una profezia traboccante di Spirito Santo. E chi la compie è Colui che viene «con la potenza dello Spirito»: Gesù, il Salvatore. La Parola di Dio è viva: attraverso i secoli cammina con noi, e per la potenza dello Spirito Santo opera nella storia. Il Signore, infatti, è sempre fedele alla sua promessa, che mantiene per amore degli uomini. Proprio così dice Gesù nella sinagoga di Nazaret: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Nella Domenica della Parola di Dio, ancora agli inizi del Giubileo, viene proclamata questa pagina del Vangelo di Luca, nella quale Gesù si rivela come il Messia «consacrato con l’unzione» e mandato a «proclamare l’anno di grazia del Signore»! Egli è la Parola Vivente, in cui tutte le Scritture trovano pieno compimento. E noi, nell’oggi della santa Liturgia, siamo suoi contemporanei: anche noi, pieni di stupore, apriamo il cuore e la mente ad ascoltarlo, perché «è Lui che parla quando nella Chiesa si leggono le sacre Scritture».
La fede gioiosa
E in questo atteggiamento di fede gioiosa siamo invitati ad accogliere la profezia antica come uscita dal Cuore di Cristo, soffermandoci sulle cinque azioni che caratterizzano la missione del Messia: una missione unica e universale; unica, perché Lui solo la può compiere; universale, perché vuole coinvolgere tutti. Anzitutto, Egli viene «mandato a portare ai poveri il lieto annuncio». Ecco il “vangelo”, la buona notizia che Gesù proclama: il Regno di Dio è vicino! Quando Dio regna, l’uomo è salvato. Il Signore viene a visitare il suo popolo, prendendosi cura dell’umile e del misero. Questo Vangelo è parola di compassione, che ci chiama alla carità, a rimettere i debiti del prossimo e a un generoso impegno sociale. La seconda azione del Cristo è «proclamare ai prigionieri la liberazione». Il male ha i giorni contati, perché il futuro è di Dio. Con la forza dello Spirito, Gesù ci redime da ogni colpa e libera il nostro cuore da ogni catena interiore, portando nel mondo il perdono del Padre. Questo Vangelo è parola di misericordia, che ci chiama a diventare testimoni appassionati di pace, di solidarietà, di riconciliazione.
Aprire gli occhi del cuore
La terza azione, con la quale Gesù compie la profezia, è donare «ai ciechi la vista». Il Messia ci apre gli occhi del cuore, spesso abbagliati dal fascino del potere e dalla vanità: malattie dell’anima, che impediscono di riconoscere la presenza di Dio e che rendono invisibili i deboli e i sofferenti. Questo Vangelo è parola di luce, che ci chiama alla verità, alla testimonianza della fede e alla coerenza della vita. La quarta azione di Gesù è «rimettere in libertà gli oppressi». Nessuna schiavitù resiste all’opera del Messia, che ci rende fratelli nel suo nome. Le carceri della persecuzione e della morte vengono spalancate dall’amorevole potenza di Dio. Questo Vangelo è parola di libertà, che ci chiama alla conversione del cuore, all’onestà del pensiero e alla perseveranza nella prova.
Il Vangelo è parola di gioia
Infine, la quinta azione: Gesù è inviato «a proclamare l’anno di grazia del Signore». Si tratta di un tempo nuovo, che non consuma la vita, ma la rigenera. È un Giubileo, come quello che abbiamo iniziato, preparandoci con speranza all’incontro definitivo col Redentore. Questo Vangelo è parola di gioia, che ci chiama all’accoglienza, alla comunione e al cammino, da pellegrini, verso il Regno di Dio. Attraverso queste cinque azioni, Gesù ha già compiuto la profezia di Isaia. Realizzando la nostra liberazione, ci annuncia che Dio si fa vicino alla nostra povertà, ci redime dal male, illumina i nostri occhi, spezza il giogo delle oppressioni e ci fa entrare nel giubilo di un tempo e di una storia in cui Egli si fa presente, per camminare con noi e condurci alla vita eterna. La salvezza che Egli ci dona non è ancora attuata pienamente; e tuttavia guerre, ingiustizie, dolore, morte non avranno l’ultima parola sui popoli della terra e sulla nostra storia: il Vangelo è infatti parola viva e certa, che mai delude.
Ringraziamo il Padre
Nella domenica dedicata in modo speciale alla Parola di Dio, ringraziamo il Padre per aver rivolto a noi il suo Verbo, fatto uomo per la salvezza del mondo. Questo è l’evento del quale parlano tutte le Scritture, che hanno come veri autori gli uomini e lo Spirito Santo. Tutta la Bibbia fa memoria di Cristo e della sua opera e lo Spirito la attualizza nella nostra vita e nella storia. Quando leggiamo le Scritture, quando le preghiamo e le studiamo, non riceviamo solo informazioni su Dio, bensì accogliamo lo Spirito che ci ricorda tutto ciò che Gesù ha detto e ha fatto. Così il nostro cuore, infiammato dalla fede, attende nella speranza l’avvento del Regno di Dio.
L’esortazione
Dobbiamo essere più abituati alla lettura delle Scritture. A me piace consigliare che tutti abbiano un piccolo Vangelo, un piccolo Nuovo Testamento tascabile, e lo portino nella borsa, lo portino sempre con sé, per prenderlo durante la giornata e leggerlo. Un brano, due brani… E così, durante la giornata, c’è questo contatto con il Signore. Un Vangelo piccolino è sufficiente. Rispondiamo con ardore al lieto annuncio di Cristo! Il Signore, infatti, non ci ha parlato come a muti ascoltatori, ma come a testimoni, chiamandoci ad evangelizzare in ogni tempo in ogni luogo. Da tante parti del mondo sono venuti qui oggi quaranta fratelli e sorelle per ricevere il ministero del lettorato. Grazie! Siamo loro grati e preghiamo per loro. Preghiamo tutti per voi. Impegniamoci tutti a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista, a mettere in libertà gli oppressi e a proclamare l’anno di grazia del Signore. Allora sì, sorelle e fratelli, trasformeremo il mondo secondo la volontà di Dio, che lo ha creato e redento per amore.