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Il grido del Papa: “In nome di Dio, finisca la follia della guerra”

La Stampa ha diffuso un brano del nuovo libro di Papa Francesco, "Vi chiedo in nome di Dio. Dieci preghiere per un futuro di speranza"

“Chiedo in nome di Dio che si metta fine alla follia crudele della guerra”. Un nuovo appello alla pace arriva da Papa Francesco. E stavolta, il Santo Padre lo lancia dalla sua nuova opera, il libro “Vi chiedo in nome di Dio. Dieci preghiere per un futuro di speranza”, del quale La Stampa ha diffuso un’anticipazione. Un brano denso di significati per il nostro momento storico, pervaso da crisi correlate e insanguinato da un conflitto armato che ha proiettato nuovamente sul mondo lo spettro del nucleare. Il Papa implora il risveglio delle coscienze e l’apertura degli occhi. Perché la persistenza di un conflitto armato “è il vero fallimento della politica”. La guerra in corso in Ucraina, iniziata con l’invasione del territorio da parte delle forze russe, “ha messo le coscienze di milioni di persone del centro dell’Occidente davanti alla cruda realtà di una tragedia umanitaria che già esisteva da tempo”. Mostrandoci inoltre “la malvagità dell’orrore bellico”.

L’appello del Papa

Quello di Papa Francesco è un chiaro invito a riflettere perché “non esiste occasione in cui una guerra si possa considerare giusta. Non c’è mai posto per la barbarie bellica”. E, nel far questo, lancia un nuovo appello alle autorità, quelle locali, nazionali e mondiali, poiché “è da loro che dipendono le iniziative adeguate per frenare la guerra. E a loro, facendo questa mia richiesta in nome di Dio, domando anche che si dica basta alla produzione e al commercio internazionale di armi”. Un chiaro riferimento anche alle ripetute minacce atomiche susseguitesi durante gli otto mesi di guerra. “L’esistenza delle armi nucleari e atomiche – ha detto il Pontefice – mette a rischio la sopravvivenza della vita umana sulla terra”.

Il dialogo, l’unica via

Il messaggio del Papa non riguarda solo la guerra in Ucraina ma tutti i conflitti, anche i più silenziosi, svolti da anni nell’indifferenza o nel silenzio del mondo. Una richiesta “alle autorità politiche di porre freno” e “di non manipolare le informazioni e di non ingannare i loro popoli per raggiungere obiettivi bellici”. Il Santo Padre non risparmia riferimenti precisi: “La guerra è anche una risposta inefficace: non risolve mai i problemi che intende superare. Forse lo Yemen, la Libia o la Siria, per citare alcuni esempi contemporanei, stanno meglio rispetto a prima dei conflitti?”. Non c’è altra via, ricorda Francesco, del “dialogo, negoziati, ascolto, abilità e creatività diplomatica, e una politica lungimirante capace di costruire un sistema di convivenza che non sia basato sul potere delle armi o sulla dissuasione”.

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