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Papa Francesco a S. Maddalena di Canossa: “Gesù si è annientato per salvarci”

Un vero e proprio bagno di folla ha accolto Papa Francesco, nella domenica del 12 marzo, alla parrocchia di Santa Maddalena di Canossa nel quartiere di Ottavia, nella periferia settentrionale di Roma. Nemmeno un mese dopo la visita a Santa Maria Josefa, a Ponte di Nona, il Pontefice è tornato nuovamente nelle zone limitrofe della sua diocesi, seguendo la linea che ha finora contraddistinto il suo pontificato, sempre orientato verso gli ultimi, i dimenticati e, come in questo caso, i fedeli più lontani, che praticano la loro missione nei quartieri più difficili della Capitale. Prima della messa e della sua omelia, pronunciata a braccio, il Santo Padre ha incontrato i giovani della parrocchia: “Mi spaventa la malvagità delle persone – ha detto durante l’incontro, partecipato da numerosi bambini -, quando una persona sceglie di essere cattiva. E mi spaventa quando c’è il ‘chiacchieraggio’. Le chiacchiere distruggono, sono come buttare una bomba e andarsene via. Distruggono le famiglie, le parrocchie e soprattutto il cuore di chi le lancia. Mi spaventa lo sparlare dell’altro per distruggerlo di nascosto: fare questo è come essere una strega o un terrorista”.

Poi, rivolgendosi ancora ai piccoli interlocutori, prodighi di domande, ha spiegato come, parlando di cose belle (e rispondendo al suggerimento di un bambino) non gli piaccia vedersi in tv: “Non mi piace, perché mi fa brutto. Hai visto che la tv ti cambia la faccia, non è come sei. A me piace direttamente. Quello non mi piace, è perdere tempo”.

Il Papa: “Gesù si è fatto peccato”

Nel corso della sua omelia, come detto pronunciata a braccio, il Santo Padre ha commentato la lettura evangelica del giorno, parlando del volto trasfigurato di Gesù: “‘Il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce’ (cf Mt 17, 2). E Gesù si trasforma, si trasfigura… Poi chiede ai discepoli di non parlare a nessuno di quella visione finché il Figlio di Dio non sarebbe risorto dal mondo dei morti. Lo stesso volto luminoso, brillante sarà così. Ma cosa voleva dire? Tra questa trasfigurazione e la risurrezione ci sarà un altro volto, non tanto bello. Ci sarà un volto brutto, sfigurato, torturato, insanguinato… Due trasfigurazioni e, in mezzo, la Croce. Dobbiamo guardarla tanto”.

Ma Papa Francesco usa parole ancora più esemplificative, per dimostrare quanta importanza risieda nel sacrificio di Gesù per la salvezza dell’umanità: “Lui si è annientato per salvarci. E per usare una parola troppo forte, forse una delle più forti del Nuovo Testamento, si è fatto peccato: la cosa più brutta, lo schiaffo a Dio. Gesù si è abbassato fino a lì. E per non indurre i discepoli a scandalizzarsi nel vederlo così, fece questa trasfigurazione”. Poi, il Pontefice invita a guardare a questo esempio e a riconoscere, durante il periodo di Quaresima, i nostri peccati quotidiani, di cui tanto siamo abituati a parlare: “Anche nella Confessione, quando siamo perdonati, sentiamo di esserlo perché Lui ha preso questo peccato nella Passione. Noi siamo abituati a parlare dei peccati altrui… che cosa brutta! Invece di far questo, non dico di farci peccato noi, perché non possiamo, ma di guardare ai nostri peccati e a Lui, che si è fatto tale. E andare avanti, con la sicurezza di questa trasfigurazione”.

A conclusione della sua omelia, Papa Francesco ha rimarcato sul significato dell’assunzione, da parte di Gesù, dei peccati umani su di sé e sull’amore incondizionato che comporta un tale sacrificio:”Il Figlio benedetto nella Passione è diventato maledetto, perché ha preso su di lui i nostri peccati. Pensiamoci a questo… quanto amore! E quando pensiamo alla bellezza del volto trasfigurato di Gesù che incontreremo in Cielo, la contemplazione di questi due volti ci incoraggi ad andare avanti nella nostra vita cristiana e ad avere fiducia. Perché se Lui ha preso su di sé i nostri peccati, sempre è disposto a perdonarci”. Solo, conclude il Santo Padre, “dobbiamo chiederlo”.

 

 

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