Papa: “La fede è la virtù che fa il cristiano, la vera nemica è la paura”

Papa Francesco in Aula Paolo VI. Foto: Vatican News

“La fede è la virtù che fa il cristiano. Perché essere cristiani non è anzitutto accettare una cultura, con i valori che l’accompagnano, ma essere cristiano è accogliere e custodire un legame: io e Dio; la mia persona e il volto amabile di Gesù. Questo legame ci fa cristiani”. Lo ha detto il Papa nell’udienza generale pronunciata, a causa del maltempo, in Aula Paolo VI e non in Piazza San Pietro. 

Papa: “la fede è l’atto in cui l’essere umano si abbandona liberamente a Dio”

Senza le virtù teologali – la fede, la speranza e la carità “noi potremmo essere prudenti, giusti, forti e temperanti, ma non avremmo occhi che vedono anche nel buio, non avremmo un cuore che ama anche quando non è amato, non avremmo una speranza che osa contro ogni speranza”. Lo ha detto il Papa, che ha dedicato la catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in Aula Paolo VI, alla virtù della fede, che “è l’atto con cui l’essere umano si abbandona liberamente a Dio”.

“Abramo è stato il grande padre”

“In questa fede, Abramo è stato il grande padre”, ha spiegato Francesco: “Quando accettò di lasciare la terra dei suoi antenati per dirigersi verso la terra che Dio gli avrebbe indicato, probabilmente sarà stato giudicato folle: perché lasciare il noto per l’ignoto, il certo per l’incerto? ‘Ma perché fa quello? E’ pazzo’. Ma Abramo parte, come se vedesse l’invisibile. E sarà ancora questo invisibile a farlo salire sul monte con il figlio Isacco, l’unico figlio della promessa, che solo all’ultimo momento sarà risparmiato dal sacrificio. In questa fede, Abramo diventa padre di una lunga schiera di figli”.

“La fede lo ha fatto fecondo”, ha aggiunto a braccio. “Uomo di fede sarà Mosè – ha proseguito – il quale, accogliendo la voce di Dio anche quando più di un dubbio poteva scuoterlo, continuò a restare saldo e a fidarsi del Signore, e persino a difendere il popolo che invece tante volte mancava di fede”. Donna di fede, infine, “sarà la Vergine Maria, la quale, ricevendo l’annuncio dell’Angelo, che molti avrebbero liquidato perché troppo impegnativa e rischiosa, risponde: ‘Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola’. Con il cuore pieno di fede, di fiducia in Dio, Maria parte per una strada di cui non conosce né il tracciato né i pericoli”.

“Essere cristiani non è accettare una cultura”

“La fede è la virtù che fa il cristiano”. Lo ha spiegato il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in Aula Paolo VI e dedicata alla virtù della fede. “Perché essere cristiani – ha precisato – non è anzitutto accettare una cultura, con i valori che l’accompagnano, ma accogliere e custodire un legame: io e Dio; la mia persona e il volto amabile di Gesù. Questo legame è quello che ci fa cristiani”.

A questo proposito, il Papa ha citato l’episodio evangelico in cui i discepoli di Gesù stanno attraversando il lago e vengono sorpresi dalla tempesta: “Pensano di cavarsela con la forza delle loro braccia, con le risorse dell’esperienza, ma la barca comincia a riempirsi d’acqua e vengono presi dal panico. Non si rendono conto di avere la soluzione sotto gli occhi: Gesù è lì con loro sulla barca, in mezzo alla tempesta, e dorme. Quando finalmente lo svegliano, impauriti e anche arrabbiati perché lui li lascia morire, Gesù li rimprovera: ‘Perché avete paura? Non avete ancora fede?’”.

“La grande nemica della fede non è l’intelligenza, ma la paura”

“La grande nemica della fede non è l’intelligenza, non è la ragione, come, ahimè, qualcuno continua ossessivamente a ripetere, ma è la paura”. A precisarlo è stato il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in Aula Paolo VI e dedicata alla virtù della fede. “Per questo motivo la fede è il primo dono da accogliere nella vita cristiana”, ha spiegato Francesco: “un dono che va accolto e chiesto quotidianamente, perché si rinnovi in noi. Apparentemente è un dono da poco, eppure è quello essenziale”.

“Quando ci hanno portato al fonte battesimale – ha ricordato il Papa – i nostri genitori, dopo aver annunciato il nome che avevano scelto per noi, si sono sentiti interrogare dal sacerdote: ‘Che cosa chiedete alla Chiesa di Dio?’. E i genitori hanno risposto: ‘La fede, il battesimo!’”. “Per un genitore cristiano, consapevole della grazia che gli è stata regalata, quello è il dono da chiedere anche per suo figlio: la fede”, ha commentato il Papa: “Con essa un genitore sa che, pur in mezzo alle prove della vita, suo figlio non annegherà nella paura. Il nemico è la paura. Sa anche che, quando cesserà di avere un genitore su questa terra, continuerà ad avere un Dio Padre nei cieli, che non lo abbandonerà mai. Il nostro amore è così fragile, solo l’amore di Dio vince la morte”.

“La fede non è di tutti”

“Certo, la fede non è di tutti, e anche noi, che siamo credenti, spesso ci accorgiamo di averne solo una piccola scorta”, ha fatto notare Francesco: “Spesso Gesù ci può rimproverare, come fece coi suoi discepoli, di essere uomini di poca fede. Però è il dono più felice, l’unica virtù che ci è concesso di invidiare. Perché chi ha fede è abitato da una forza che non è solo umana; infatti, la fede innesca la grazia in noi e dischiude la mente al mistero di Dio. Come disse una volta Gesù: ‘Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: ‘Sradicati e vai a piantarti nel mare, ed esso vi obbedirebbe’ . Perciò anche noi, come i discepoli, gli ripetiamo: Signore, aumenta la nostra fede! E’ una bella preghiera, la diciamo insieme”.

“Vicinanza spirituale al popolo del Kenya”

“Desidero inoltre trasmettere al popolo del Kenya la mia vicinanza spirituale in
questo momento in cui una grave alluvione ha tragicamente tolto la vita a molti nostri fratelli e sorelle, ferendone altri e causando una diffusa distruzione”. Lo ha detto il Papa, salutando, dopo aver pronunciato la catechesi dell’udienza di oggi, i pellegrini di lingua inglese. “Vi invito a pregare per tutti coloro che stanno subendo gli effetti di questo disastro naturale”, l’invito di Francesco: “Anche in mezzo alle avversità, ricordiamo la gioia di Cristo risorto”.

Fonte: AgenSIR

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