I dieci comandamenti. Il nuovo ciclo di udienze generali di Papa Francesco, dopo la pausa di luglio, inizia affrontando il caposaldo veterotestamentario a cominciare dal primo dei comandamenti, che “vieta di fare idoli o immagini di ogni tipo di realtà”. Partendo da questo divieto, il Vescovo di Roma ha chiesto ai pellegrini presenti in Aula Paolo VI: “Noi cristiani possiamo chiederci: quale è veramente il mio Dio?”. Può infatti capitare a chiunque, ateo o credente, di anteporre sè stesso, il proprio successo “all’Amore Uno e Trino”. Papa Bergoglio sottolinea che non è possibile vivere senza essere centrati su qualcosa, che sia Dio o “un punto di riferimento estraneo al Vangelo”; del resto “il mondo offre il supermarket degli idoli, che possono essere oggetti, immagini, idee, ruoli”. Così il Pontefice è tornato a raccontare un aneddoto di quando viveva a Buenos Aires: all'interno di un parco vicino a una parrocchia “c’erano più di 50 tavolini con due sedie, e la gente seduta una davanti all'altra. Cosa si faceva? Andavano a pregare l’idolo”. E poi spiega più dettagliatamente: “Invece di pregare Dio, che è provvidenza del futuro, andavano lì per veder le carte e vedere il futuro”. Questa – ha aggiunto – “è un’idolatria”. Quindi Francesco ha chiesto ai 7mila presenti: “Quanti di voi siete andati per farvi leggere le carte e guardare il futuro? Quanti di voi siete andati a leggere le carte per vedere il futuro, invece di pregare il Signore? Il Signore è Dio, gli altri sono idoli, idolatrie, che non servono”.
Ma gli idoli chiedono sempre qualcosa in cambio: “In antichità si facevano sacrifici umani agli idoli, ma anche oggi: per la carriera – parlate con un arrampicatore – si sacrificano i figli, trascurandoli o semplicemente non generandoli”. E ancora, la bellezza fisica, che richiede “ore davanti allo specchio”, oppure la fama, “che chiede l’immolazione di sé stessi, della propria innocenza e autenticità”. Stesso destino offre il denaro, il quale “ruba la vita e il piacere porta alla solitudine. Le strutture economiche sacrificano vite umane per utili maggiori”. A tal proposito ha fatto un esempio legato al mondo del lavoro: “Pensiamo a tanta gente senza lavoro perché gli imprenditori di quell'impresa, di quella ditta, hanno risolto di congedare gente per guadagnare più soldi”. Gli idoli nascondono quindi delle trappole, perché con loro – ha aggiunto – “si vive nell'ipocrisia, facendo e dicendo quel che gli altri si aspettano, perché il dio della propria affermazione lo impone”. Infine il Papa ha rivolto lo sguardo a un idolo che distrugge la gioventù, ma non solo. “Anche la droga è un idolo”, ha aggiunto a braccio: “Quanti giovani rovinano la salute, persino la vita, adorando quest’idolo della droga!”.