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Il Papa: “Con la violenza non si percorre il cammino della giustizia”

Il Santo Padre invita a riflettere sulle sofferenze del mondo, imparando a riconoscere il messaggio d'amore lasciato da Cristo

Da chi soffre per calamità naturali, come la popolazione indiana del Kerala, messa in ginocchio da piogge torrenziali, a chi patisce le conseguenze delle guerre o dell’instabilità politica, come in Medio Oriente e in Venezuela. Papa Francesco non dimentica coloro che, in mezzo alle sofferenze, devono trovare la forza per vivere la propria vita, senza poter fuggire né, apparentemente, aspirare a un futuro migliore. Un tormento sul quale il Santo Padre invita a riflettere al termine dell’Angelus domenicale e, soprattutto, contro cui chiede di agire: “Prego per tutte le vittime, in particolare per i bambini innocenti, ed esprimo vicinanza alla comunità drusa in Terra Santa e alle popolazioni in Palestina, Israele, e Libano. Non dimentichiamo il Myanmar. Si abbia il coraggio di riprendere il dialogo perché cessi subito il fuoco a Gaza e su tutti i fronti, si liberino gli ostaggi, si soccorrano le popolazioni con gli aiuti umanitari. Gli attacchi, anche quelli mirati, e le uccisioni non possono mai essere una soluzione. Non aiutano a percorrere il cammino della giustizia, il cammino della pace, ma generano ancora più odio e vendetta”.

L’invito di Gesù

C’è un preciso invito di Gesù che anima la riflessione sul Vangelo odierno. Riflettere sul miracolo dei pani e dei pesci, cercare di comprenderne il senso profondo. Un invito rivolto alle folle, che lo cercavano dopo l’evento miracoloso: “Il segno era chiaro: se ciascuno dona agli altri ciò che ha, con l’aiuto di Dio, anche con poco tutti possono avere qualcosa. Non dimenticate questo: se uno dona agli altri ciò che ha, con l’aiuto di Dio, anche con poco tutti possono avere qualcosa”. Tuttavia, non tutti compresero. Anzi, interpretarono quel miracolo come un prodigio, una magia: “Sono stati protagonisti di un’esperienza per il loro cammino, ma non ne hanno colto la portata: la loro attenzione si è concentrata solo sui pani e sui pesci, sul cibo materiale, che è finito subito. Non si sono accorti che quello era solo uno strumento, attraverso cui il Padre, mentre saziava la loro fame, rivelava loro qualcosa di molto più importante”.

Un messaggio d’amore

La rivelazione profonda concessa dal Padre è anche quella autentica legata al miracolo di Gesù: “La via della vita che dura per sempre e il gusto del pane che sazia oltre ogni misura. Il vero pane, insomma, era ed è Gesù, il suo Figlio amato fatto uomo, venuto a condividere la nostra povertà per guidarci, attraverso di essa, alla gioia della comunione piena con Dio e con i fratelli. Le cose materiali non riempiono la vita, ci aiutano ad andare avanti e sono importanti, ma non riempiono la vita: solo l’amore lo può fare. E perché ciò accada la strada da imboccare è quella della carità che non tiene nulla per sé, ma condivide tutto”. Esattamente ciò che avviene nelle famiglie: “Il messaggio del papà e della mamma, il loro lascito più prezioso, non sono i soldi: è l’amore, è l’amore con cui donano ai figli tutto quello che hanno, proprio come fa Dio con noi, e così ci insegnano ad amare”.

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