Papa: “Chiediamo allo Spirito Santo di renderci persone libere”

Santo

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Papa Francesco, in udienza generale da Piazza San Pietro, ha incentrato la seconda catechesi del nuovo ciclo dedicato alla terza persona trinitaria “sul nome con cui lo Spirito Santo è chiamato nella Bibbia”.

Papa: “Spirito dà la libertà ma di servire”

“Il nome dello Spirito, quello con cui lo hanno conosciuto i primi destinatari della rivelazione è Ruach, che significa soffio, vento, respiro”. Lo ha detto papa Francesco nell’udienza generale, in cui ha riflettuto “sul nome con cui lo Spirito Santo è chiamato nella Bibbia“. “Fu proprio osservando il vento e le sue manifestazioni, che gli scrittori biblici furono guidati da Dio a scoprire un ‘vento’ di natura diversa. Non a caso a Pentecoste lo Spirito Santo discese sugli Apostoli accompagnato dal ‘fragore di un vento impetuoso'”, ha ricordato. Secondo il Pontefice, “L’immagine del vento serve anzitutto a esprimere la potenza dello Spirito divino”. Il vento infatti “è una forza travolgente e indomabile. È capace perfino di smuovere gli oceani”, ha osservato. Ma “Accanto alla potenza, Gesù metterà in luce un’altra caratteristica del vento, quella della sua libertà”, dicendo solennemente che “il vento soffia dove vuole”.

Lo Spirito Santo soffia dove vuole

“Il vento è l’unica cosa che non si può assolutamente imbrigliare, non si può ‘imbottigliare’ o inscatolare – ha evidenziato Francesco -. Pretendere di rinchiudere lo Spirito Santo in concetti, definizioni, tesi o trattati, come ha tentato di fare a volte il razionalismo moderno, significa perderlo, vanificarlo, o ridurlo allo spirito umano puro e semplice“. Secondo il Papa, “esiste però una tentazione analoga anche in campo ecclesiastico, ed è quella di voler racchiudere lo Spirito Santo in canoni, istituzioni, definizioni. Lo Spirito crea e anima le istituzioni, ma non può essere Lui stesso ‘istituzionalizzato’, cosificato. Il vento soffia ‘dove vuole’, così lo Spirito distribuisce i suoi doni ‘come vuole'”. Ed è San Paolo che ha spiegato che “dove c’è lo Spirito del Signore, c’è libertà” . Ma “questa è una libertà tutta speciale, assai diversa da ciò che comunemente si intende. Non è libertà di fare quello che si vuole, ma libertà di fare liberamente quello che Dio vuole! Non libertà di fare il bene o il male, ma libertà di fare il bene e farlo liberamente, cioè per attrazione, non per costrizione”. In altre parole, “libertà dei figli, non degli schiavi”.

San Paolo e il fraintendimento sulla libertà

“Paolo è ben consapevole dell’abuso e del fraintendimento che si può fare di questa libertà”, ha detto ancora il Papa. “Questa è una libertà che si esprime in ciò che sembra il suo opposto, il servizio, ma è la vera libertà – ha rimarcato -. Conosciamo bene quand’è che questa libertà diventa un ‘pretesto per la carne’. Paolo fa un elenco sempre attuale: ‘Fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere’ (Gal 5,19- 21). Ma lo è anche la libertà che permette ai ricchi di sfruttare i poveri, è una libertà brutta, ai forti di sfruttare i deboli, e a tutti di sfruttare impunemente l’ambiente, e questa è una libertà brutta, non è la libertà dello Spirito”. “Chiediamo a Gesù di fare di noi, mediante il suo Santo Spirito, degli uomini e delle donne veramente liberi. Liberi per servire, nell’amore e nella gioia”, ha concluso il Pontefice.

Fonte: Ansa

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