Papa: “Chiediamo allo Spirito un cuore ospitale verso i fratelli”

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Un appello per l’Iraq perché le autorità politiche si mettano in ascolto del grido del popolo e si persegua la via del dialogo e della riconciliazione. A lanciarlo è stato questa mattina Papa Francesco, al termine dell’udienza generale del mercoledì. Dopo la catechesi, il pensiero del Papa è andato alla terra irachena dove dall’inizio di ottobre sono più di 250 i manifestanti uccisi a Baghdad e nelle città del sud del Paese. “Cari fratelli e sorelle – ha esordito il Pontefice – il mio pensiero va all’amato Iraq, dove le manifestazioni di protesta avvenute durante questo mese hanno causato numerosi morti e feriti. Mentre esprimo cordoglio per le vittime e vicinanza alle loro famiglie e ai feriti, invito le autorità ad ascoltare il grido della popolazione che chiede una vita degna e tranquilla. Esorto tutti gli iracheni, con il sostegno della comunità internazionale, a percorrere la via del dialogo e della riconciliazione e a cercare le giuste soluzioni alle sfide e ai problemi del Paese. Prego affinché quel popolo martoriato possa trovare pace e stabilità dopo anni di guerra e di violenza. Ha sofferto tanto”.

L'udienza

Papa Francesco ha fatto il suo ingresso oggi in piazza San Pietro, per l’udienza generale del mercoledì, intorno alle 9 e come sempre sulla papamobile sono saliti dei bambini che hanno accompagnato il Papa fino al sagrato. Presenti ta le centinaia di fedeli in piazza, gruppi anche da Gerusalemme, Filippine e Stati Uniti. “Leggendo gli Atti degli Apostoli si vede come lo Spirito Santo è il protagonista della missione della Chiesa: è Lui che guida il cammino degli evangelizzatori mostrando loro la via da seguire”, ha esordito Bergoglio incentrando la catechesi di oggi sull'azione dello Spirito Santo. Continuando il ciclo di catechesi sugli atti degli Apostoli, il Papa ha riflettuto sul brano biblico che racconta di quando dalla Macedonia la fede cristiana tramite gli apostoli Paolo e Sila approda in Europa. Soffermandosi sulla figura di Lidia che ha accolto gli apostoli, scrive il Sir, il Papa ha sottolineato l’apertura del cuore di questa donna che è “conseguenza del ‘tocco’ delicato ma incisivo dello Spirito che opera insieme e tramite l’evangelizzatore. Una volta che il cuore è aperto, la persona può dare ospitalità a Cristo e agli altri: Lidia, infatti, accoglie Cristo ricevendo il Battesimo insieme alla sua famiglia e accoglie quelli che sono di Cristo, ospitando Paolo e Sila nella sua casa. Abbiamo qui la testimonianza dell’approdo del cristianesimo in Europa: l’inizio di un processo di inculturazione che dura ancora oggi”. 

Contro la divinazione

Lidia “era una schiava che aveva uno spirito di divinazione” e “procurava molto guadagno ai suoi padroni” con il mestiere dell’indovina. “I suoi padroni guadagnavano tanto e questa povera schiava faceva l’’indovinatrice’”, racconta il Papa. “Indovinava il futuro, leggeva le mani come dice la canzone, ‘prendi questa mano zingara’. E per questo la gente pagava. Anche oggi, cari fratelli e sorelle, c’è gente che paga per questo. Io ricordo che nella mia diocesi, in un parco molto grande, c’erano più di 60 tavolini dove seduti c’erano gli ‘indovinatori’, le ‘indovinatrici’ che leggevano la mano e la gente crede a queste cose e paga e questo succedeva” anche al tempo dei primi apostoli. “Chiediamo anche noi oggi allo Spirito Santo un cuore aperto, sensibile a Dio e ospitale verso i fratelli, come quello di Lidia, e una fede audace, come quella di Paolo e di Sila, capace di spezzare le catene, nostre e di chi ci sta accanto”. Si è conclusa con questa invocazione la catechesi di Papa Francesco pronunciata in piazza San Pietro per l’udienza generale del mercoledì. 

Ognissanti

Il Papa, nel suo saluto ai pellegrini polacchi facendo riferimento a Giovanni Paolo II, ha espresso anche un pensiero alla solennità di Tutti i Santi e alla memoria di tutti i fedeli defunti che tra qualche giorno la Chiesa cattolica celebra. “Come diceva san Giovanni Paolo II, questi giorni ci invitano a volgere lo sguardo al Cielo, meta del nostro pellegrinaggio terreno. Là ci attende la festosa comunità dei Santi. Là ci ritroveremo con i nostri cari defunti, per i quali ora si eleva la nostra preghiera. Viviamo il mistero della comunione dei Santi con la speranza che scaturisce dalla risurrezione del Signore nostro Gesù Cristo”.

Milena Castigli: