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Papa: “Chiediamo a Dio di liberarci da illusioni e presunzioni”

“Qual è il mistero in cui Dio si nasconde? Dove posso incontrarlo? Vediamo attorno a noi guerre, sfruttamento di bambini, torture, traffici di armi, tratta di persone… In tutte queste realtà, in tutti questi fratelli e sorelle più piccoli che soffrono per tali situazioni, c’è Gesù”. Sono le parole di Papa Francesco nell’omelia pronunciata durante la Messa dell’Epifania nella Basilica Vaticana. Il vescovo di Roma, dopo la proclamazione del Vangelo, ha dato l’annuncio del giorno della Pasqua, che quest’anno si celebra il 5 aprile. “Quel Bambino, nato a Betlemme dalla Vergine Maria – ha esordito il Pontefice – è venuto non soltanto per il popolo d’Israele, rappresentato dai pastori di Betlemme, ma anche per l’intera umanità, rappresentata oggi dai Magi, provenienti dall’Oriente”.

Il vescovo di Roma ha ripercorso il cammino dei Magi che erano “studiosi degli astri, scrutatori del cielo, in un contesto culturale e di credenze che attribuiva alle stelle significati e influssi sulle vicende umane”. Essi, guidati dallo Spirito Santo, “rappresentano gli uomini e le donne in ricerca di Dio nelle religioni e nelle filosofie del mondo intero: una ricerca che non ha mai fine”. I Magi incontrano una prima tentazione quando arrivano a Gerusalemme: è “l’inganno di Erode” che “si mostra interessato al bambino, ma non per adorarlo, bensì per eliminarlo”. Giunti poi a Betlemme hanno una seconda tentazione, quella di rifiutare la piccolezza di Gesù. “E invece – ha spiegato il Papa – ‘si prostrarono e lo adorarono’, offrendogli i loro doni preziosi e simbolici. È sempre la grazia dello Spirito Santo che li aiuta: quella grazia che, mediante la stella, li aveva chiamati e guidati lungo il cammino, ora li fa entrare nel mistero”.

Guidati dallo Spirito, ha continuato, “arrivano a riconoscere che i criteri di Dio sono molto diversi da quelli degli uomini, che Dio non si manifesta nella potenza di questo mondo, ma si rivolge a noi nell’umiltà del suo amore. I Magi sono così modelli di conversione alla vera fede perché hanno creduto più nella bontà di Dio che non nell’apparente splendore del potere”. Secondo il successore di Pietro “il presepe ci prospetta una strada diversa da quella vagheggiata dalla mentalità mondana: è la strada dell’abbassamento di Dio, la sua gloria nascosta nella mangiatoia di Betlemme, nella croce sul calvario, nel fratello e nella sorella che soffre”. Il Papa ha poi invitato i fedeli a chiedere al Signore “che ci conceda di vivere lo stesso cammino di conversione vissuto dai Magi” passando “dai calcoli umani al mistero”. Inoltre, ha aggiunto, chiediamo di imparare “a conoscere in modo sempre nuovo il mistero di Dio”, di avere “l’umiltà di chiedere alla Madre, a nostra Madre, che ce lo mostri” e “il coraggio di liberarci dalle nostre illusioni, dalle nostre presunzioni, dalle nostre ‘luci’” per incontrare la Luce.

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