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Il Papa incontra i detenuti: “Dolore per suicidi in carcere”

"Per me entrare in un carcere è sempre un momento importante, perché il carcere è un luogo di grande umanità. Di umanità provata": così Papa Francesco nel discorso ai detenuti della casa circondariale di Montorio, tappa della visita pontificia a Verona

Terminato l’incontro sulla giustizia e la pace all’Arena di Verona, papa Francesco ha raggiunto in auto la Casa Circondariale di Montorio, per la quarta tappa della sua visita nella città scaligera. Nel carcere è stato accolto dalla direttrice, Francesca Gioieni, e dal direttore della Polizia penitenziaria, Mario Piramide.

Nella Casa Circondariale il Pontefice ha salutato gli agenti di Polizia penitenziaria, i detenuti, gli operatori, i volontari. Dopo aver pronunciato il suo discorso, Francesco si è trattenuto a pranzo con i detenuti. Dopo il pranzo alla Casa circondariale di Montorio, il Papa si è diretto verso il Vescovado di Verona, per una breve visita all’anziana madre del vescovo mons. Domenico Pompili. Lo riferisce la Sala stampa vaticana.

Il Papa, dolore per suicidi in carcere, migliorare vita detenuti

“Per me entrare in un carcere è sempre un momento importante, perché il carcere è un luogo di grande umanità. Di umanità provata, talvolta affaticata da difficoltà, sensi di colpa, giudizi, incomprensioni e sofferenze, ma nello stesso tempo carica di forza, di desiderio di perdono, di voglia di riscatto”. Lo ha detto papa Francesco durante la sua vista alla Casa circondariale di Montorio, a Verona.

“E in questa umanità, qui, in tutti voi, in tutti noi, è presente oggi il volto di Cristo, il volto del Dio della misericordia e del perdono”, ha sottolineato. “Non dimenticate questo: Dio perdona sempre, e perdona tutto”. “Conosciamo la situazione delle carceri, spesso sovraffollate, con conseguenti tensioni e fatiche – ha osservato il Pontefice -. Per questo voglio dirvi che vi sono vicino, e rinnovo l’appello, specialmente a quanti possono agire in questo ambito, affinché si continui a lavorare per il miglioramento della vita carceraria“. “Seguendo le cronache del vostro istituto, con dolore ho appreso che purtroppo qui, recentemente, alcune persone, in un gesto estremo, hanno rinunciato a vivere. È un atto triste, questo, a cui solo una disperazione e un dolore insostenibili possono portare”, ha continuato.

Perciò, “mentre mi unisco nella preghiera alle famiglie e a tutti voi, voglio invitarvi a non cedere allo sconforto. La vita è sempre degna di essere vissuta, e c’è sempre speranza per il futuro, anche quando tutto sembra spegnersi”. Secondo Francesco, “la nostra esistenza, quella di ciascuno di noi, è importante, non siamo materiale di scarto, è un dono unico per noi e per gli altri, per tutti, e soprattutto per Dio, che mai ci abbandona, e che anzi sa ascoltare, gioire e piangere con noi. E perdonare sempre. Con Lui al nostro fianco, possiamo vincere la disperazione, e vivere ogni istante come il tempo opportuno per ricominciare”.

“Non è debolezza chiedere aiuto”

Perciò, “nei momenti peggiori, non chiudiamoci in noi stessi: parliamo a Dio del nostro dolore e aiutiamoci a vicenda a portarlo, tra compagni di cammino e con le persone buone che ci troviamo al fianco. Non è debolezza chiedere aiuto: facciamolo con umiltà e fiducia. Tutti abbiamo bisogno gli uni degli altri, e tutti abbiamo diritto a sperare, al di là di ogni storia e di ogni errore o fallimento. E’ un diritto la speranza, che non delude, mai”.

“Tra pochi mesi inizierà l’Anno Santo – ha detto ancora il Papa -: un anno di conversione, di rinnovamento e di liberazione per tutta la Chiesa; un anno di misericordia, in cui deporre la zavorra del passato e rinnovare lo slancio verso il futuro; in cui celebrare la possibilità di un cambiamento, per essere e, dove necessario, tornare ad essere veramente noi stessi, donando il meglio. Sia anche questo un segno che ci aiuti a rialzarci e a riprendere in mano, con fiducia, ogni giorno, la nostra vita”. “Grazie per questo incontro: vi dico la verità, mi fa bene, mi state facendo bene”, ha concluso.

Fonte: Ansa

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