Papa Francesco all’Arena di Verona ha presieduto l’incontro “Arena di Pace – Giustizia e Pace si baceranno”, come terzo appuntamento della sua visita nella città veneta dopo aver incontrato i religiosi e i bambini della basilica di San Zeno. Nel corso dell’evento – alla presenza di 10mila persone – il Pontefice ha risposto ad alcune domande sul tema, poste da operatori e associazioni. Il Papa ha rimarcato il suo “no” alla cultura individualista.
Il Papa: “L’autorità non sia d’un singolo, è la radice delle dittature”
“La cultura fortemente marcata dall’individualismo rischia sempre di far sparire la dimensione della comunità, dei legami vitali che ci sostengono e ci fanno avanzare. E questa in termini politici è la radice delle dittature. E inevitabilmente produce delle conseguenze anche sul modo in cui si intende l’autorità.
Chi ricopre un ruolo di responsabilità in un’istituzione politica, oppure in un’impresa o in una realtà di impegno sociale, rischia di sentirsi investito del compito di salvare gli altri come se fosse un eroe. Questo avvelena l’autorità. E questa è una delle cause della solitudine che tante persone in posizione di responsabilità confessano di sperimentare, come pure una delle ragioni per cui siamo testimoni di un crescente disimpegno”. Lo ha detto papa Francesco nell’incontro all’Arena di Verona sulla giustizia e la pace, rispondendo a una domanda sul tema “La pace va organizzata” rivoltagli dall’afghana Mahbouba Seraj, venuta da Kabul, e da Giulia Venia del gruppo di lavoro sulla democrazia.
“Nessuno esiste senza gli altri, nessuno può fare tutto da solo”
“Se l’idea che abbiamo del leader è quella di un solitario, al di sopra di tutti gli altri, chiamato a decidere e agire per conto loro e in loro favore, allora stiamo facendo nostra una visione impoverita e impoverente, che finisce per prosciugare le energie creative di chi è leader e per rendere sterile l’insieme della comunità e della società”, ha avvertito il Pontefice, secondo cui “nessuno esiste senza gli altri, nessuno può fare tutto da solo”. “Allora – ha proseguito – l’autorità di cui abbiamo bisogno è quella che innanzi tutto è in grado di riconoscere i propri punti di forza e i propri limiti, e quindi di capire a chi rivolgersi per avere aiuto e collaborazione. L’autorità è sostanzialmente collaborativa. L’autorità per costruire processi solidi di pace sa infatti valorizzare quanto c’è di buono in ognuno, sa fidarsi, e così permette alle persone di sentirsi a loro volta capaci di dare un contributo significativo”.
L’autorità è sostanzialmente collaborativa
Per il Papa, “questo tipo di autorità favorisce la partecipazione, che spesso si riconosce essere insufficiente sia per quantità che per qualità”. Inoltre, secondo Francesco, “una grande sfida oggi è risvegliare nei giovani la passione per la partecipazione. La forza dell’insieme. Bisogna investire sui giovani, sulla loro formazione, per trasmettere il messaggio che la strada per il futuro non può passare solo attraverso l’impegno di un singolo, per quanto animato delle migliori intenzioni e con la preparazione necessaria, ma passa attraverso l’azione di un popolo, il popolo è protagonista, in cui ognuno fa la propria parte, ciascuno in base ai propri compiti e secondo le proprie capacità”.
Fonte: Ansa