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Il Papa annulla l’incontro con Kirill a giugno a Gerusalemme

Papa Francesco ha annullato per "motivi di salute" tutte le udienze previste per oggi, come l'incontro previsto nella Sala Clementina con i partecipanti al Convegno Missionario Giovani e quello col ministro degli Esteri argentino Santiago Cafiero

I rapporti col patriarca di Mosca sono “molto buoni”, ma “mi rammarico che il Vaticano abbia dovuto sospendere un secondo incontro con il patriarca Kirill, che avevamo programmato per giugno a Gerusalemme”. Lo dice papa Francesco in un’intervista al quotidiano argentino La Nacion. “Ma la nostra diplomazia ha capito che un incontro di noi due in questo momento potrebbe creare molta confusione”, aggiunge riportato da Ansa.

“Ho sempre promosso il dialogo interreligioso – sottolinea Francesco nell’intervista al giornalista Joaquín Morales Solá -. Quando ero arcivescovo di Buenos Aires, ho riunito cristiani, ebrei e musulmani in un dialogo fruttuoso. È stata una delle iniziative di cui sono più orgoglioso. È la stessa politica che promuovo in Vaticano. Come mi avete sentito dire molte volte, per me l’accordo è superiore al conflitto”.

Papa: “Non nomino mai Putin? Non lo faccio mai con i capi di Stato”

Un Papa non nomina mai un capo di Stato, tanto meno un Paese, che è superiore al suo capo di Stato”. Risponde così papa Francesco, in un’intervista a La Nacion, alla domanda sul perché nei suoi interventi non nomini mai Vladimir Putin o la Russia. E sugli sforzi per una mediazione nel conflitto ucraino sottolinea che “ci sono sempre procedure. Il Vaticano non riposa mai. Non posso dirvi i dettagli perché cesserebbero di essere sforzi diplomatici. Ma i tentativi non si fermeranno mai”.

A tale proposito, “due cardinali hanno confessato di sperare che nei primi giorni di maggio finisca gran parte della guerra in Ucraina, se non la guerra stessa. Sono le informazioni che loro gestiscono, anche se nessuno è sicuro che alla fine questo accadrà”.

Sul significato della sua visita all’Ambasciata russa presso la Santa Sede all’indomani dell’invasione in Ucraina, Francesco spiega: “Sono andato da solo. Non volevo che nessuno mi accompagnasse. Era una mia responsabilità personale. È stata una decisione che ho preso in una notte da sveglio pensando all’Ucraina. È chiaro a coloro che lo vogliono vedere bene che stavo segnalando al governo che può porre fine alla guerra all’istante. Ad essere onesto, vorrei fare qualcosa in modo che non ci sia più un solo morto in Ucraina. Non uno di più. E sono disposto a fare tutto”, aggiunge il Pontefice.

“Tutta la guerra è anacronistica in questo mondo e in questa fase della civiltà – osserva Francesco -. Ecco perché ho anche baciato pubblicamente la bandiera ucraina. È stato un gesto di solidarietà con i loro defunti, con le loro famiglie e con coloro che soffrono l’emigrazione”.

E sul perché non è ancora andato a Kiev, dove pure per lui c’è molta attesa, “non posso fare nulla che metta a rischio obiettivi più elevati, che siano la fine della guerra, una tregua o, almeno, un corridoio umanitario – afferma -. A cosa servirebbe che il Papa andasse a Kiev se la guerra continuasse il giorno successivo?”.

Il Papa annulla gli impegni di oggi per ragioni di salute

Papa Francesco ha annullato per “motivi di salute” tutte le udienze previste per oggi, come l’incontro previsto nella Sala Clementina con i partecipanti al Convegno Missionario Giovani e quello col ministro degli Esteri argentino Santiago Cafiero. Così ha risposto ai giornalisti la Sala stampa della Santa Sede.

Il Pontefice continua a soffrire del dolore al ginocchio destro che gli impedisce di muoversi agevolmente, e oggi dovrebbe sottoporsi a controlli sanitari per valutare quali trattamenti siano necessari. E’ il motivo per cui Bergoglio nelle ultime settimane ha già dovuto cambiare più volte l’agenda, annullare o modificare diversi impegni.

Nella Domenica di Pasqua, dalla Loggia di San Pietro davanti alla piazza gremita, Francesco non ha potuto pronunciare tutto il messaggio Urbi et Orbi in piedi e ha dovuto sedersi nel corso della lettura. E anche nelle celebrazioni liturgiche in Piazza San Pietro o nella Basilica vaticana, il Papa non ha più partecipato alle processioni introduttive insieme ai cardinali, mentre nella Veglia pasquale ha lasciato che a presiedere la liturgia fosse il cardinale decano Giovanni Battista Re.

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